Mare d'oro. Caro mare. Ingressi alle spiagge, sdraiao, lettini e cabine venduti a prezzi altissimi, nei giorni di Ferragosto. A  Napoli, a Positano, a Capri e Ischia. Mare banca abusiva, illegale. Il dattero, prezioso mollusco, come quotato in borsa. Piazza Affari la costa campana. Illecito traffico di datteri di mare, una prelibatezza, arricchisce i filubustieri della pesca.  In tempi andati, li trovavi sui banchi degli ostricari. Li aprivano con un la punta di un coltellino, mezzo limone premuto sul frutto,  e mangiavi, mangiavi, mangiavi.

Oggi non più: la pesca dei datteri è diventata illegale. Ma gli sfruttatori di questa sorta di oro  marino se ne fregano, sfidano la legge, e realizzano affari d'oro. Pescatori di frodo, portano il frutto proibito nelle cucine dei ristoratori di un certo livello e sulle tavole dei vip. Ma così facendo devastano fondali e scogliere. Depradati chilometri di costa.

Il dattero di mare vive sott'acqua. La Procura di Torre Annunziata ha fatto luce su un colossale traffico di questi prelibati molluschi. Centotredici indagati, diciotto persone sono finite  in manette. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Nunzio Fragliasso, dall'aggiunto Pierpaolo Filippetti e dal sostituto Antonio Barba. Il prezzo dei datteri  varia da cinquanta a centocinquanta euro al chilo. Sarebbero settecento i gourmet che non intendono rinunciare alla presenza del dattero di mare a pranzo o a cena. Si è creata addiirttura una borsa nera del dattero.

La polizia costiera di Castellmare di Stabia ha dovuto ricorrere all'impiego di droni per incastrare i malviventi pescatori di frodo. Cacciatori di datteri, nel mare a Punta della Campanella. Il gip Emma Altieri parla di "perfetta organizzazione e alta professionalità", da parte dei pescatori illegali. Individuati dal drone, scoperti, hanno tentato di speronare il mezzo della Guardia costiera. Un agente, Marcello Stampati, è finito in ospedale; il malvivente in galera.

Il commercio vive sulle telefonate in codice. Oltre novantamila intercettazioni hanno evidenziato come vengono chiamati i datteri di mare da venditori e compratori: babà, limoni, jolly. Richiestissimi anche dai ristoranti del Nord, vengono spediti in buste sigillate di acqua salata. Da una telefonata è saltata fuori la voce di un barbiere che ordinava quattro cesti di "babà". E tra un taglio e una barba poi s'industriava della rivendita dei datteri di mare nel retrobottega.

Mare care, caro mare. Napoli si è distinta in senso negativo. Il tutto esaurito nei pochi tratti di spiaggia libera ha provocato una vigorosa, prepotente impennata dei prezzi. Sessanta euro a famiglia da Posillipo a Marechiaro. Tariffe alte dappertutto. Alle Rocce Verdi venticinque euro per un lettino, ventiquattro a Villa Imperiale, dove hanno fatto pagare anche i bambini da quattro anni in su. Una volgare maniera per approfittare della situazione e il solito insopportabile ridicolo refrain: la pandemia ci ha ucciso, la scorsa estate ce li siamo guardati lettini e sedie sdauio, poca gente e incassi magrissimi. Quindi sotto con il rincaro delle tariffe, male a chi ci capita. Anche nella parte bassa di Posillipo, all'Elena e al Srena: quindici euro a persona la tariffa giornaliera, venti sul pontile privè con lettino. "Siamo rimasti in linea con gli stabilimenti di altre grandi città in Italia". Grandi quali città? Firenze, Roma e Milano il mare non ce l'hanno; Genova e la Riviera sì, ma non parliamo di Venezia,  che fa pagare anche l'aria che respiri, perfettamente allineata in questo senso con Capri e Sanremo.

Ma un ombrellone quanto costa? E un panino, una bibita fredda? E il parcheggio? Prezzi impraticabili, come a voler scannare la gente. Prendiamo Positano, l'eccellenza sulla Costiera Amalfitana, Trecento euro per un tuffo, è off limits per una famiglia. Il paradiso, se vuoi godertelo devi pagarlo. Costa una fortuna. Tariffe in grado di competere con quelle della Costa Azzurra. Tra le mete meno care, la spiaggia di Recommone, sessanta euro a coppia.

A Positano all'alto costo del lido bisogna aggiungere quello del parcheggi, dai sei ai dieci euro all'ora. Devi portare con te  la banca. Una semplice focaccia costa quindici euro. Il pacchetto da trecentocinque euro, all'Arienzo Beach,  propone per quattro persone, cocktail di benvenuto, pranzo di due portate, servizi in spiaggia e musica in filodiffusione. Allora perchè non optare per le meno costose e più economiche Marina di Seiano e Meta di Sorrento? Due sdraio e un ombrellone cinquanta euro.

Caro mare a Ischia e Capri. Prezzi alle stelle. Nonostante le tariffe elevate, le due isole continuano a registrare il tutto esaurito anche dopo Ferragosto. Impossibile trovare un buco libero ai Bagni Tiberio, a Marina Piccola, come pure all'esclusivo Lido del Faro, ad Anacapri. Si scatena la caccia al posto sulle rare spiagge libere. "Serio il rischio di assembramenti, e le norme anti covid così saltano". Per un posto al sole sulle isole bisogna sgomitare. Una missione impossibile assicurarsi un lettino o un ombrellone vista mare, "Siamo pieni fino a settembre". A Ischia come a Capri, anch'essa gremitissima. E pure  Procida, capitale europea della cultura 2022, non più la tranquilla serafica accattivante Procida di una volta. Il boom turistico è arrivato anche sull'isola cara a Lamartine. Trenta euro per due lettini e un ombrellone alla Chiaiolella, la paggia minacciata dall'azione letale dell'erosione.

Ma gli stranieri sono contenti, meno male. Trovano le spiagge della Campania e delle isole perfettamente attrezzate. E pagano volentieri. Trenta euro per un lettino e una pagliarella ai Maronti, Ischia. Novanta per una coppia l'ingresso al Negombo, con due lettini e un ombrellone.Al Poseidon non c'è un posto libero neppure a pagarlo oro. "Ripassate a metà settembre, non prima", ammonisce la direzione.

Caro mare, affari d'oro. 

Franco Esposito