Nel giorno dell’arrivo di Giuseppe Conte a Napoli per la presentazione dei candidati M5S alle elezioni comunali, scatta l’offensiva legale contro il voto che lo ha eletto leader del Movimento lo scorso 6 agosto attraverso la piattaforma Skyvote.

Secondo l’Adnkronos, un gruppo di attivisti della prima ora ha impugnato anche il nuovo statuto redatto dall’ex premier.

Per i promotori dell’azione, l’iniziativa “nasce a seguito della deriva verticistica che ha portato ad accantonare le regole e i principi fondanti del M5S, con conseguente sospensione della democrazia interna”. A sostegno dell’impugnazione ci sarebbero diversi argomenti: durante il voto non è stato raggiunto il quorum della ‘metà degli iscritti’, necessario per l’approvazione del nuovo statuto. Conte, lamentano poi gli scontenti, non era iscritto al Movimento, dato che il reggente Vito Crimi “avrebbe chiesto all’Associazione Rousseau di effettuare l’iscrizione dell’ex premier al Movimento lo scorso 17 luglio, poco prima del voto”, ma la stessa Associazione non avrebbe perfezionato la procedura.

Tra gli attivisti, che hanno deciso di presentare il ricorso a Napoli, spicca l’avvocato Lorenzo Borrè, noto per aver già seguito oltre settanta contenziosi tra attivisti e il Movimento. Ma non c’è solo lui. L’azione coinvolge anche militanti provenienti da diverse parti d’Italia. Gli stessi attivisti hanno lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofoundme intitolata “Attivisti vs dirigenti del M5S” per sostenere le spese legali.