di Matteo Forciniti

A un anno e mezzo dall’inizio dell'emergenza sanitaria in Uruguay, gli ospiti delle case di riposo potranno tornare a uscire e a riprendere alcune delle attività che erano state sospese. A stabilirlo è il nuovo protocollo del Ministero della Salute che è entrato in vigore la settimana scorsa e che consentirà agli anziani di poter tornare gradualmente alla vita precedente alla pandemia pur con il rispetto delle precauzioni.

Ad agosto del 2020 risaliva l’ultima ordinanza ministeriale che raccomandava di evitare le uscite non necessarie e sospendeva le attività ricreative o terapeutiche di gruppo.

Seppur ampiamente necessarie le misure di apertura lasciano grande incertezza per i centri coinvolti come testimonia la Casa di Riposo Italiana di Montevideo, la struttura che accoglie -tra gli altri- connazionali e discendenti sulla avenida 8 de Octubre a pochi passi dalla Casa degli Italiani.

Dopo la speranza della vaccinazione completata, e con una situazione sanitaria nel paese oggi decisamente migliore rispetto al passato, per gli anziani si apre adesso un nuovo scenario accompagnato da speranza e rischio.

“Queste misure sono assolutamente comprensibili perché gli ospiti stanno soffrendo enormemente una chiusura che dura ormai da troppo tempo” racconta Claudio Rasner, responsabile della Casa di Riposo che sta progressivamente ritornando alla vecchia normalità. “I danni psicologici che la pandemia sta provocando sono enormi e si riflettono anche nello stato di salute fisica che in questo periodo è notevolmente peggiorato. Con tutte le precauzioni abbiamo ripreso le nostre tradizionali attività come la ginnastica o la musica che aiutano in qualche modo a completare una giornata che altrimenti si faceva troppo lunga. Sono tornate anche le visite individuali all’interno della struttura che devono comunque rispettare un rigido protocollo con mascherina, distanza, una durata ridotta e con un solo turno alla volta”. Ma nonostante questo, la situazione resta ancora difficile come confessa Rasner: “Ci troviamo in una fase ancora molto delicata perché si sente una certa tristezza. Alcuni soffrono per non poter abbracciare i propri familiari, altri ad esempio hanno problemi di udito che rendono difficile poter mantenere il distanziamento. Insomma, le difficoltà sono tante”.

Tra le novità stabilite dal nuovo protocollo del Ministero quello dell’autorizzazione delle uscite è un tema abbastanza delicato che avrà bisogno di un po’ di tempo per entrare pienamente in vigore: “Queste aperture erano necessarie ma ovviamente serve estrema cautela perché c’è ancora tanta paura del virus e non sappiamo quali conseguenze potranno sorgere. In questa prima settimana non abbiamo avuto ancora nessuna richiesta ma prevediamo che a breve con l’inizio della primavera e del bel tempo si possa cominciare. Noi lo ripeteremo sempre, durante le uscite si dovranno continuare a mantenere le stesse misure di prevenzione che ci sono qui come la mascherina e il distanziamento. Il protocollo stabilisce poi altre cose, ad esempio che gli incontri vengano fatti solo con persone vaccinate ma noi chiaramente non possiamo controllare tutto questo” ammette Rasner pur lasciando un messaggio ottimista: “Abbiamo fiducia nel comportamento delle persone, che ci sia responsabilità e che si possano seguire le nostre raccomandazioni per poter tornare a vedere i propri familiari nelle condizioni più opportune”.