di Stefano Casini

Juan Manuel Ferrari nacque il 21 maggio del 1874 a Montevideo e morí il 31 ottobre 1916 a Buenos Aires. I suoi nonni furono fra i primi italiani a metter piede in questo paese a principio del XIX secolo.

É stato uno scultore uruguaiano riconosciuto come autore di importanti monumenti pubblici come quelli dedicati a Juan Antonio Lavalleja, la Battaglia di Las Piedras e l'Esercito di Liberazione del Generale San Martín. Il suo spirito artistico ha cominciato a manifestarsi fin dalla tenera età, forse perché aveva al suo fianco uno scultore, il suo miglior maestro, suo padre Juan Ferrari, che svolse un ruolo fondamentale nella vita dell'artista, perché, all'inizio fu lui a guidare suo figlio ed ha anche contribuito alla sua educazione.

Dopo aver studiato a Montevideo e Buenos Aires, il governo uruguaiano gli concesse una borsa di studio per studiare in Europa restando molto tempo in Italia. 

L'ultimo anno in Europa fu fondamentale. Parigi fu la sua città per un anno ma decise, dopo aver terminato gli studi artistici, di tornare in Uruguay dove stabilí, in poco tempo, il proprio laboratorio d'arte.

La sua solida formazione artistica e alcuni lavori già svolti a Parigi aiutarono Ferrari a essere rapidamente non solo riconosciuto, ma anche ammirato e servito come riferimento nel suo paese di origine. Ferrari, oltre a scolpire monumenti famosi e rilevanti in Uruguay, realizzò diversi pezzi anche in altri paesi. Alcuni dei suoi monumenti più noti sono: la sua scultura a Prometeo si trova nel centro di Montevideo, il monumento a Juan Antonio Lavalleja situato nella città di Minas e il monumento al Paso de los Andes del generale San Martín che si trova nelle vicinanze della città di Mendoza, in Argentina. 

Iniziò i suoi studi a Montevideo e Buenos Aires, con suo padre, che come lui era scultore, Juan Ferrari. Fu l'autore del monumento in commemorazione dell'indipendenza nazionale inaugurato nella cittá di Florida nel 1879.

Come dicevamo sopra, nel 1890, Juan Manuel ottenne una borsa di studio dall'allora governo uruguaiano per tre anni, per studiare in Europa, che sarebbe poi stato prorogato per altri tre anni. Si stabilì a Roma, dove studiò con lo scultore Ettore Ferrari ed Ercole Rosa al Regio Istituto di Belle Arti della capitale. Nel 1892 ottenne dall'Istituto romano il Primo Premio per la Scultura. Sempre nel 1892, inviò in Uruguay un bozzetto per l'erezione di un monumento a Cristoforo Colombo, che, purtroppo, non venne mai realizzato.

Nel maggio del 1893 giunsero a Montevideo le sue prime opere inviate dall'artista: "Artigas" e "Roman Pugilist", a cui sarebbe seguito il "Prometeo incatenato", che avrebbe costituito il campione del Museo Nazionale di Belle Arti. Tornò in Uruguay nel 1896 e fondò il proprio laboratorio. Fondatore del corso di plastica presso la Facoltà di Matematica, è stato per tre anni professore onorario. Andò poi a vivere a Buenos Aires, dove aprì un laboratorio in un luogo lontano dal centro della città. Ottenne il secondo premio al concorso organizzato per erigere un monumento all'indipendenza argentina. Invitato dal governo dell'Uruguay, ha partecipato con un bozzetto per la realizzazione di un monumento a José Artigas. La giuria ha assegnato il Primo Premio alle opere di Ferrari e Zanelli (scultore italiano), consigliando di chiamare entrambi gli artisti a una nuova prova. Il governo respìnse tale decisione e una nuova giuria scelse come vincitore il bozzetto di Zanelli. 

Nel 1915 tornó a Roma. Fu invitato dal governo dell'Uruguay a realizzare il monumento a Garibaldi, a causa della morte dello scultore spagnolo Querol che aveva vinto il concorso. Tra le sue opere più note vanno ricordate: monumento a Juan Antonio Lavalleja, inaugurato a Minas (1902), monumento alla Battaglia di Las Piedras, inaugurato nell'omonima città (1911), monumento all'Esercito di Liberazione del generale San Martín, realizzato su commissione del Governo della Provincia di Mendoza, inaugurato nel Cerro de la Gloria, nelle Ande nel 1914. Realizzò anche numerosi monumenti funerari, busti e ritratti, come "Diógenes Hequet", "El cafetero San Román", di piccolo formato. Le sue opere avevano, come caratteristica un modellato nervoso, in cui il ruolo della luce era fondamentale in quanto da energia a tutte le figure grazie al trattamento e modellamento delle superfici.