Green Pass obbligatorio alla Camera, è deciso. Senato seguirà. Si attendono sceneggiate senza...Paragone. E piene di...Sgarbi. È sicuro che qualche onorevole giocherà al: tenetemi in quattro che tre non mi fermeranno! È di fatto già in cartellone la recita di chi venderà l'entrare senza Green Pass come fosse scavalcare il Muro di Berlino. Copertura mediatica garantita, un tantino divertita ma in fondo succube.

La sceneggiata è la cifra di molta politica e di molta attività parlamentare. È penoso e sconfortante, non di rado urticante. Ma c'è di peggio. C'è una ostinata, tetragona e ottusa insensibilità. Che stavolta assume una forma anche economicamente pezzente: il tampone ai parlamentari che non si vaccinano sarà pagato con i fondi del Fondo interno...Sempre soldi pubblici sono.

Ma il principio inderogabile, l'autonomia suprema, la salvaguardia della funzione sono e si esprimono e si realizzano nel mai scucire un centesimo. Vanno in Parlamento dal martedì al giovedì, massimo due tamponi a settimana, neanche 40 euro. Nell'ipotesi fuor di reale pratica di presenza costante, poco più di 100 euro al mese. Con redditi reali sopra i diecimila netti. Farseli pagare dal Fondo interno dicono non sia un privilegio, infatti è una scelta civilmente ed economicamente pezzente.