di STAFANO CASINI

Delmira Agustini nacque a Montevideo il 24 ottobre 1886 in una famiglia borghese, figlia di Santiago Agustini e María Murtfeldt. Santiago era figlio di Vittorio Agostini, un emigrante veneto giunto in Uruguay al principio del Secolo XIX, ma, all’anagrafe fu iscritta come Agustini.

Delmira era una giovane sola, educata nella sua stessa casa e i genitori, di classe benestante la fecero studiare francese, musica e pittura con insegnanti privati. La madre di Agustini aveva un carattere autoritario che segnò la personalità della giovane poeta. Aveva un carattere eminentemente docile ma allo stesso tempo sviluppò la sua vera personalità di poeta, in poche parole, di nascosto. Scriveva versi di un erotismo allo spasimo ma trionfante allo stesso tempo. Aveva sedici anni quando le sue poesie ei suoi racconti furono pubblicati su note riviste dell'epoca: Rojo y Blanco e La Pètite Révue; anche in Apolo (rivista d'arte e sociologia, curata da Manuel Pérez y Curis A sedici anni scriveva anche colonne su La Alborada. Ha anche collaborato a una sezione intitolata "La legione eterea" che ha firmato con lo pseudonimo di Joujou. In questa sezione ha scritto ritratti di donne di spicco della borghesia di Montevideo soprattutto nella vita culturale e sociale. Erano ritratti in stile modernista, tra cui spicca quello di María Eugenia Vaz Ferreira. Divenne un personaggio della vita culturale, sempre accompagnata da mamma Maria. Nel 1907,a  20 anni, pubblicò il suo primo libro intitolato Il Libro Bianco e nel 1910 Cantos de la Mañana. Nel 1912 Rubén Darío, il creatore del Modernismo, arrivò a Montevideo e andò a trovare Delmira, qualcosa che la stupí profondamente. Sul prologo del libro del grande poetaLas Calles Vacias Ruben Darío scriveva: «Di tutte le donne che oggi scrivono in versi, nessuna Ha impressionato il mio spirito come Delmira Agustini... è la prima volta che un'anima femminile appare in lingua spagnola nell'orgoglio della sua innocenza e del suo amore, se non per essere Santa Teresa di Gesù nella sua esaltazione... se questa bella ragazza continua nella rivelazione lirica del suo spirito come ha fatto fino ad ora, stupirà il nostro mondo di lingua spagnola ... perché perché è una donna, dice cose squisite che non sono mai state dette ».

Matrimonio e tragedia

Delmira si sposò con Enrique Job Reyes, un commerciante giovane e bello, il 14 agosto 1913 ma, cinquantatré giorni dopo, tornò a casa dei suoi genitori perché voleva divorziarsi.  Nel mezzo del processo di divorzio, visitó il marito varie volte perché non era convinta e sempre attribuì la causa del del divorzio alla madre. É vero, perché, l'influenza che Maria Murtfeldt esercitò su di lei, fu terribile.

La decisione di sciogliere il matrimonio fu il 5 giugno 1914. Enrique, nel pomeriggio del 6 luglio la convocò in una stanza in affitto, le sparò due colpi alla testa, e poi si suicidò. Questa tragedia, inquadrata poi nel carattere di femminicidio, subito fece scoppiare una bomba mediatica, presentando, la stampa come entrambi vittime di un amore irrazionale.  Secondo la testimonianza di alcuni amici, la stanza di Reyes era piena di ricordi e fotografie della poetessa.

La sua era un’opera della corrente modernista dell'epoca e fu cosí che il sentimento sepolto che la stimolava per esprimersi, spesso anche un po’ volgarmente, trasformó le sue parole in una dimensione più autentica che diede origine alle sue poesie piú famose e significative come "Esplosione" , "Intimo "," L'ineffabile "," Visione " o " Preghiera ".

Con una forte carica erotica, le sue poesie sono piene di femminismo, simbolismo, sensualità e soprattutto sesso. La sua anima "senza filtri o condizionamenti", la troviamo nella raccolta di poesie “Los cálices vacíos”. L'opera è anche un invito a ripercorrere la sua vita tormentata ed erotica. Nelle sue prime poesie il suo erotismo si sviluppava con immagini di cigni e laghi, fiori di loto e giardini profumati in cui risplendeva il marmo. Ma la sua poesia si è evoluta e ha cantato l'amore in modo più autentico, trasformando il discorso modernista con immagini audaci e non convenzionali per l’epoca. É stata una vera pioniere di un linguaggio erotico concepito da una donna. Al principio della sua fama “sessuale” fu ammirata, ma più tardi provocò lo sconcerto dei contemporanei.

IL MITO DI DELMIRA 

Anche se il suo talento fosse riconosciuto anche fuori frontiera, la forte carica erotica della sua poesia fece sì che i critici ponessero maggiormente l'accento sulla sua bellezza e sulla sua parte eterea. Nasce così il «mito di Delmira», dal valore ambivalente: da un lato c'era la «ragazza vergine» e, dall'altro, l'«indovino di Eros».

Questo metteva enfasi sulla sua scrittura piena di istinto sessuale. Con la pubblicazione de I calici vuoti, nel 1913, lo scandalo fu piú grande perché non si capiva se, alla fine, la donna fosse un oggetto di desiderio. Nei Calici Vuoti Delmira parla delle sue esperienze come donna da una prospettiva modernista.

Il Libro Bianco (1907). Canzoni del mattino (1910). I calici vuoti (1913). Edizioni postume: Il rosario di Eros (1924) Le stelle degli abissi (1924). Corrispondenza sessuale (1969). La sua ultima opera postuma fu pubblicata anche nel 1969 e si chiamava Corrispondenza intima

La città di Montevideo ha uno spazio commemorativo dedicato a Delmira Agustini e a tutte le vittime della violenza di genere che troviamo nella via Andes 1206, dove Agustini fu uccisa dal suo ex marito. Si tratta di un'opera di Martín Sastre ed è stata inaugurata nel 2014 in occasione del centenario del femminicidio della poetessa.

STEFANO CASINI