di Matteo Forciniti

Il primo evento post Covid della comunità italiana di Carmelo ha avuto una forte impronta culturale: la Società Italiana e il Circolo Trentino hanno realizzato g un omaggio allo scrittore uruguaiano José Enrique Rodó nell’ambito delle celebrazioni per il 150esimo anniversario della sua nascita. 

L’iniziativa si è inserita all’interno delle attività organizzate nel fine settimana per il Día del Patrimonio volte a promuovere sotto diversi ambiti il patrimonio culturale della nazione.

L’evento ospitato dalla Società Italiana è stato molto variegato con due conferenze, una della professoressa Marta Novaro sull’influenza dell’opera di Rodó e un’altra di Pierina Vanni sulla diffusione delle parole italiane in Uruguay. La professoressa Graciela Colotta ha curato invece una mostra pittorica con riferimenti a personaggi e luoghi di spicco della comunità tra cui il signor Chinatti, la Cappella San Roque e la Jaboneria Colotta. La serata è stata chiusa da un piccolo spettacolo musicale che ha visto la partecipazione di Luján Caquías e la proiezione di un video sull’opera “Ariel” di Rodó preparato dal Carmelo Cine Club.

“Un primo incontro con il pubblico molto significativo” ha commentato a Gente d’Italia Miguel Bombaci, presidente della Società Italiana Vittorio Emanuele II. “Questo è stato il nostro primo evento dopo un anno e mezzo di una pandemia che ha colpito tutti. C’era tanta voglia di tornare e la gente ha risposto molto bene alla nostra proposta anche se in tanti hanno preferito non assistere per precauzione. In ogni caso siamo estremamente soddisfatti per questo ritorno che era assolutamente necessario”.

Insieme alle associazioni italiane di San José e Florida, Carmelo è stata tra le uniche a partecipare al Día del Patrimonio, una grande occasione di visibilità che a Montevideo invece è stata completamente sprecata. Secondo Bombaci sono le caratteristiche di questa cittadina del dipartimento di Colonia che la rendono speciale: “Noi siamo un piccolo centro di 20mila abitanti dove la sfera culturale riveste un ruolo determinante. Questa attività ci è stata proposta dalla Casa della Cultura (un’istituzione municipale) che cerca di coinvolgere sempre tutte le istituzioni e da parte nostra ci è sembrato opportuno essere presenti, a maggior ragione in un periodo come questo dove stiamo lentamente tornando alla normalità”. “Un altro motivo che ci ha spinti a partecipare è stata l’importanza di una figura come quella di José Enrique Rodó” ha spiegato il presidente della Società Italiana. “Forse pochi lo sanno ma lui è stato lo scrittore uruguaiano più pubblicato all’estero nonostante sia morto abbastanza giovane a Palermo nel 1917”.

Carmelo è un modello anche per quanto riguarda l’unità tra le diverse realtà italiane che operano sul territorio: “Con il Circolo Trentino collaboriamo da tempo sulle più diverse iniziative, tra di noi c’è un ottimo rapporto. Collaboriamo anche con l’associazione italiana della vicina Colonia Estrella. Cerchiamo sempre di poter fare qualcosa insieme per diffondere la cultura italiana perché solo attraverso l’unione possiamo raggiungere i nostri obiettivi. Questo atteggiamento dovrebbe essere replicato in tutto l’Uruguay”.