di FRANCO ESPOSITO

Più di un pasticcio, un pasticciaccio. Cucinato e servito da Rai3, il più classico degli autogol. Franco Di Mare, giornalista di livello, direttore di Rai3, cancella dal palinsesto “Hammamet”. La decisione a poche ore dalla messa in onda del film di Gianni Amelio che racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi morente in esilio ad Hammamet, in Tunisia. 

Il direttore prova a spiegare il motivo del rinvio del film a novembre. Ci prova, ma non convince. I segni dell’infortunio giornalistico sono presenti nella decisione a sorpresa di Franco Di Mare. “Si tratta di una normale attività di modulazione del palinsesto”, informa la Rai. Il direttore vorrebbe essere più esplicito, senza però riuscire a convincere i familiari di Bettino Craxi, tantomeno gli abbonati Rai che pagano il canone, in attesa di poter godere del bel lavoro di Gianni Amelio. “Ci sono le elezioni”, condensa e sintetizza il direttore Di Mare. 

No al film sugli ultimi sei mesi di Craxi ad Hammanet. Motivi di opportunità sarebbero alla base della sconcertante decisione. “Ci troviamo in piena campagna elettorale, in pieno regime di par condicio, e il film sarebbe andato in onda a due giorni dal voto”. Quindi meglio soprassedere, dal punto di vista della Rai. “Si è deciso di rinviare la programmazione di una pellicola così fortemente politica per evitare polemiche”. 

Il bidone è servito. Anche se in una lista a sostegno di Roberto Gualtieri, a Roma è candidato il figlio del fu leader del Partito Socialista. Bobo Craxi definisce “un’imbarazzante censura le decisione del direttore di rete grillino, Di Mare pensa di essere al timone dell’Eiar”. Incavolato duro, arrabbiatissimo, Bobo Craxi. “Ma forse Di Mare non sa che la censura è una prassi da regime sovietico o franchista”. Il figlio di Bettino ha affidato protesta e risentimento personali ai social. “Si vede che mio padre fa paura anche da morto”. Stupita anche la sorella di Bobo, Stefania Craxi. “Decisione strana, inspiegabile, inconcepibile: è stata proprio la Rai a co-produrre questo bellissimo film”. 

Ma non c’è solo il fantasma di Bettino Craxi, morto nel gennaio del 2000, ad agitare il sonno del direttore di Rai3. Di Mare è in forte fibrillazione, in questi giorni. Prima la decisione dell’ad Carlo Fuertes di riportare in video, a “Cartabianca”, Mauro Corona. Si ricorda in proposito il braccio di ferro con la conduttrice della trasmissione, Bianca Berlinguer, in aperto contrasto con il direttore Di Mare. La figlia del fu mitico numero del Pci, Enrico, chiedeva di riavere in trasmissione Corona. 

Di Mare ha dovuto digerire anche la marcia indietro della Rai sulla querela a Fedez, annunciata proprio da lui stesso in occasione di una riunione della Vigilanza, in coda allo scontro tra l’azienda e il cantante, dopo il tentativo di censura all’intervento dell’artista al concerto del Primo Maggio 2021. 

Rospi che Di Mare ha ingoiato, suo malgrado. Proprio Fedez è stato ospite ieri, domenica, da Fabio Fazio su Rai3. Al direttore, evidentemente, gli gira male. Un periodaccio. Il film sugli ultimi mesi di Craxi ad Hammamet doveva andare in onda venerdì alle 21:20, in prima serata su Rai3. La messa in onda rinviata all’improvviso al 26 novembre. Sulla vicenda è intervenuto, tra gli altri, anche il leader del Psi, Riccardo Nencini. “L’Italia rigurgita di saluti fascisti, di gente che inneggia a Hitler, i moralisti della Bestia si scoprono peccatori, e la Rai che ti combina? Censura un bel film”. 

Riccardo Nencini annuncia un’interrogazione in Vigilanza. Ma è quasi niente rispetto all’intervento del deputato di Italia Viva, Michele Anzaldi. Durissime le sue parole: “Si tratta dell’ennesimo caso di sciatteria da parte della tv pubblica”. Praticamente al contrario silente, la Rai, sullo scandalo dei fondi neri denunciato da Fanpage, su presunti finanziamenti irregolari a Fratelli d’Italia. “La macchina del fango si è messa in moto con la solita eccezionale tempestività, a pochi giorni dalle elezioni amministrative”, si è lamentata la leader di FdI, Giorgia Meloni. 

L’inchiesta coinvolge in pieno Roberto Jonghi Lavarini, il “Barone nero”. Uno che conta e pesa nell’ambito della Destra, come tiene a precisare lui stesso. “Non sono uno qualunque”. La frase accompagnata dalla spedizione di un pizzino a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, via Instagram. “Sono un indipendente, ma nessuno faccia finta di non conoscermi – scrive Roberto Jonghi Lavarini, esibendo anche le foto con i leader di Lega e Fratelli d’Italia – il cinque per cento dei voti della destra radicale fa gola a tutti ed è indispensabile per vincere”. 

Capito, gente? Magari Jonghi Lavarini esagera, la dice un po’ grossa. Ma chi lo conosce bene e quelli che le cose le sanno per filo e per segno avvertono che “il Barone nero sa come muovere migliaia di voti tra Milano e dintorni”. Ne è pienamente consapevole Carlo Fidanza, eurodeputato appena autosospeso che gli ha dedicato molto più di una serie di strizzatine d’occhi durante la campagna elettorale delle elezioni amministrative milanesi. 

Domani ne sapremo di più. Mentre per Bettino Craxi in Hammamet, interpretato da Piefrancesco Favino, dovremo aspettare fino al 26 novembre. Rassegniamoci, questa è la Rai.