Secondo i dati dell'Istat, nell’anno della pandemia crollano gli ingressi di cittadini non comunitari. Nel corso del 2020 sono stati rilasciati in Italia 106.503 nuovi permessi di soggiorno, il numero più basso di nuovi ingressi degli ultimi 10 anni: quasi il 40% in meno rispetto a quelli emessi nel 2019.

Già tra il 2018 e il 2019 era stata rilevata una netta diminuzione (-26,8%) dei nuovi permessi emessi, ma la limitazione degli spostamenti dovuta alla pandemia da Covid-19 ha comportato una ulteriore sensibile diminuzione; a questo si deve aggiungere che la pandemia ha comportato anche un ritardo nella lavorazione delle pratiche che potrebbe aver contribuito al basso numero di permessi concessi.

Nella seconda metà del 2020, infatti, il Ministero dell’Interno ha registrato un aumento notevole degli sbarchi sulle coste italiane che solo in parte si è tradotto in una crescita dei permessi di soggiorno rilasciati, probabilmente per il ritardo nel disbrigo delle pratiche. Anche l’esame delle richieste di regolarizzazione avanzate è risultato più lento rispetto a quanto avvenuto per le precedenti regolarizzazioni (pochissimi i casi esaminati entro il dicembre 2020) e verosimilmente saranno i flussi del 2021 a risentire del procedimento di regolarizzazione.

Nel generale calo degli ingressi, alcuni paesi di cittadinanza hanno fatto registrare decrementi particolarmente evidenti: è il caso di Stati Uniti (-51,0%), Cina (-46,8%) e Ucraina (-46,4%). Per Nigeria (-24,9%) e Pakistan (-29,3%) le riduzioni dei flussi sono state invece più contenute. Il decremento era largamente atteso, vista la politica di chiusura attuata da molti paesi per contrastare la pandemia, ad esempio gli Stati Uniti che, tradizionalmente, alimentano un rilevante flusso di studenti verso il nostro Paese.