di Mimmo Carratelli

Roma-Napoli, secondo big-match degli azzurri dopo Napoli-Juventus (2-1), è anche il ritorno di Spalletti nella capitale di quattro secondi posti, due Coppe Italia e una Supercoppa italiana con la squadra giallorossa, ma anche dell'1-7 col Manchester United appena replicato dalla Roma giovedì scorso con l'1-6 a Bodoe. La Roma è a pezzi, Spalletti ritorno sul luogo del relitto.​

Battute a parte, come sta la Roma, nove punti sotto al Napoli e due confronti diretti già persi, 0-1 contro la Juve, 2-3 contro la Lazio? Il club gode di ottima salute e degli imminenti 250 milioni di euro di aumento di capitale da parte del presidente californiano Dan Friedkin nella nuova Roma a stelle e strisce.​

La squadra, invece, sembra in subbuglio. Mourinho non è più il guerriero del triplete interista e i giocatori sembrano spaccati tra quei dodici-tredici considerati titolari da Mou e gli altri non all'altezza e reduci dalla bassezza in Norvegia.​

Se Mourinho non ha perso la vecchia grinta di supremo motivatore saprà usare il confronto "ad alto livello" col Napoli per scuotere la squadra e rilanciarla. Rimette in campo i titolari e del disastro di Bodoe giocheranno solo Rui Patricio e Ibanez. I rincalzi tornano nell'ombra e nel dissapore.​

C'è ovviamente questa differenza chiamiamola psicologica fra un Napoli pimpante e una Roma comunque abbacchiata. Però il Napoli stia attento a non illudersi di trovare un avversario in gramaglie e disponibile. Dagli spalti dell'Olimpico, il tifo romanista (40mila) sa ruggire e trascinare i suoi beniamini benché deluso da loro. E il ritorno di Spalletti, considerato dagli ultras giallorossi come il boia di Totti, accentuerà il tifo contro il Napoli.​

I cronisti che hanno seguito la Roma in Norvegia sottolineano come le seconde linee giallorosse (nove i cambi di Mourinho) hanno ceduto 1-2 al Bodoe e i cinque titolari subentrati nella ripresa hanno beccato 0-4. Molti si chiedono che cosa potrà fare la Roma contro Osimhen e Insigne dopo essere stata spazzata via dai ventenni norvegesi Botheim (due gol) e Solbakken (due gol).​

Il Napoli non deve chiedersi nulla, ma fare la sua gara al meglio delle mutevoli possibilità tattiche che finora, bene attivate da Spalletti, hanno offerto soluzioni vincenti contro avversari diversi.​

La Roma (4-2-3-1) ha la sua forza nel centrocampo, Cristante e Veretout davanti alla difesa, Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan a sostegno dell'attaccante Abraham (1,90), costato 40 milioni. È un centrocampo più abile nell'azione offensiva, meno pronto in copertura. Contro il Napoli, però, Mourinho l'avrà educato a una fase passiva più attenta sia nelle marcature che nei movimenti.​

Il Napoli deve aspettarsi un inizio "a testa bassa" dei giallorossi che vorranno imprimere subito al match il marchio di casa. Ma la Roma, attaccando generosamente, dovrà anche preoccuparsi di non offrire praterie favorevoli a Osimhen. Il Napoli viene giudicato abile nel giocare basso sfruttando il campo aperto e nel giocare alto grazie al palleggio di qualità. È l'ormai leggendario Napoli "fluido" che sa affrontare qualsiasi situazione tattica.​

A centrocampo la partita potrà prendere il suo corso e Mourinho punta a una superiorità numerica in zona. Nel Napoli sarà determinante la prestazione di Anguissa, stella polare della formazione azzurra, incontrista elegante, veloce nel giocare palla. Rientra Fabian Ruiz, altra garanzia, sorretto dal compagno camerunese. Rientra Zielinski dopo la supplenza di Elmas, il macedone che fa impazzire l'avversario se non impazzisce lui stesso col suo gioco anarchico e frenetico.​

Il confronto fra i due attacchi pende a favore del Napoli per l'eccezionale dinamismo di Osimhen capace di mandare in crisi una intera difesa e ora anche capace di "legare" il gioco e aprirlo per i compagni. Un Insigne rilanciato dal gran gol al Legia è atteso tra i protagonisti del match. Col rientro di Mario Rui, dopo la squalifica europea, Lorenzo può entrare nel campo ed essere più imprevedibile.​

Ma, attenzione, c'è anche la Roma che ha bisogno di ripartire dopo la sconfitta a Torino contro la Juve e la batosta di Bodoe. Partita aperta. Se il Napoli verrà fuori bene dal prevedibile inizio tumultuoso dei giallorossi ha la capacità di prendersi il match.