DI MATTEO FORCINITI​

Mentre la metà della popolazione del mondo attende ancora la prima dose del vaccino anti Covid in Uruguay si sta pensando già alla quarta dose. Un po’ come sta succedendo in Israele e in pochissime altre nazioni anche qui sta prendendo piede l’idea che il vaccino dovrà essere una sorta di richiamo periodico per proteggere la popolazione dal virus. Un’ipotesi, questa, di cui stanno iniziando già a parlare apertamente diversi esperti nel paese sudamericano.

È in quest’ottica che il governo ha appena annunciato l’accordo di un acquisto di altre 3,7 milioni di dosi di Pfizer nel 2022. Come ha informato il segretario di Presidenza Álvaro Delgado, queste dosi serviranno tra le altre cose anche per proseguire nella somministrazione della terza dose, per vaccinare i bambini se arriverà l’autorizzazione e infine destinare la parte restante ai turisti.

Quasi il 74% della popolazione ha ricevuto al momento le due dosi in maggioranza con il vaccino cinese Sinovac. Al 34% è invece la somministrazione della terza dose, questa con Pfizer, l’azienda statunitense che è stata scelta del governo per portare avanti la prossima campagna di vaccinazione “perché è quella che consiglia oggi la comunità scientifica” ha spiegato Delgado al settimanale Búsqueda.

Non è chiaro ancora quando inizieranno a essere distribuiti questi nuovi vaccini anche se appare probabile che possa accadere sei mesi dopo le somministrazioni delle terze dosi. Nel dibattito che si sta generando a livello mondiale la grande incognita è rappresentante dall’evoluzione del virus oltre che dalla durata dell’efficacia di questi vaccini. In Uruguay così come altrove oggi il 100% dei casi positivi corrisponde alla variante Delta.

Turisti e bambini tra i 5 e i 12 anni sono due delle categorie speciali previste nel nuovo accordo tra il governo e Pfizer. Da tempo la Comisión Nacional Asesora en Vacunaciones sta studiando la possibilità di autorizzare la vaccinazione nei confronti dei minori di 12 anni ma per procedere attende il parere delle autorità sanitarie statunitensi della Fda (Food and Drug Administration) e di quelle europee dell’Ema.

Dal 18 ottobre, infatti, l’Agenzia europea del farmaco ha avviato la cosiddetta “rolling review” sulla domanda presentata da Pfizer-Biontech che prevede, per la fascia di popolazione più piccola, un siero con una nuova formulazione e con una quantità inferiore. Secondo alcune previsioni l’autorizzazione europea potrebbe arrivare entro la fine dell’anno.

Un discorso molto diverso è invece quello dei “vaccini rimanenti” che saranno offerti ai turisti in quanto “non utilizzati dagli uruguaiani” come ha voluto sottolineare Delgado. A partire da questo lunedì riapriranno le frontiere e a breve verrà definita la quantità disponibile da offrire agli stranieri che potrà essere una terza dose come nel caso dei più anziani o una prima dose agli adolescenti provenienti da paesi dove il vaccino non è disponibile per questa categoria.