“Più alta sarà la partecipazione a queste elezioni, più si potrà esigere quanto agli italiani nel mondo spetta: rispetto, tutela e protagonismo. Varie forze politiche vorrebbero estendere l’inversione dell’opzione anche alle elezioni per il Parlamento: una sciagura che seppellirebbe la partecipazione politica".

Di GIOVANNA CHIARILLI

Mentre sono in pieno svolgimento le operazioni che porteranno al rinnovo dei Comites, presso la Commissione Esteri della Camera si è parlato della legge di riforma di questi organismi… si può dire meglio tardi che mai? Il Direttore generale della DGIT del MAECI, Luigi Maria Vignali, ha riconosciuto che “la riforma dei Comites è un tema attuale e urgente” anche alla luce dei numeri che riguardano la presenza degli italiani all’estero che nel 2003, anno di costituzione dei Comitati, erano meno della metà degli attuali (6 milioni e 400 mila). Sempre Vignali, durante un’audizione alla Commissione Esteri del Senato, cui ha partecipato anche il Sottosegretario Benedetto Della Vedova, in merito all’entrata in funzione dei nuovi Comites ha affermato che ad oggi non c’è ancora una data, così come non c’è una data che segna le elezioni del CGIE, ma, indicativamente tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo del prossimo anno, si pensa possa iniziare il corso del “nuovo” CGIE. E intanto continuano gli appelli affinché il maggior numero di elettori possa iscriversi all’albo e poter votare per il rinnovo dei Comites (tutte le informazioni sono reperibili sui siti dei Consolati). Una corsa anche per scongiurare lo spettro della scarsa partecipazione che aleggia su queste elezioni, perché, come in molti “addetti ai lavori” da noi intervistati hanno sottolineato, la scarsa partecipazione nasconde la volontà “politica” di affossare, delegittimare questi organismi di rappresentanza. L’appello all’iscrizione all’Albo degli elettori, entro il 3 novembre, arriva anche da Luciano Vecchi, Responsabile per gli Italiani nel Mondo del Partito Democratico. La prima domanda che rivolgiamo, è per conoscere in che modo il PD sta operando per informare gli elettori all’estero. “Mi permetta innanzitutto di ringraziare Gente d’Italia per lo straordinario lavoro di informazione e dibattito che caratterizza il vostro giornale sin dalla sua fondazione. Per quanto riguarda il nostro impegno per queste consultazioni, la rete del PD nel Mondo sta producendo – nei limiti delle sue possibilità – un grande sforzo per promuovere la partecipazione alle prossime elezioni dei Comites. Lo abbiamo fatto promuovendo tante liste ampie e plurali in molte circoscrizioni consolari e i nostri militanti lo stanno facendo per spiegare come e quando ci si iscrive alle liste degli elettori. Non vi è dubbio, però, che le campagne istituzionali siano state, finora, insufficienti. Mancano pochi giorni al 3 novembre, data ultima per iscriversi a votare. Colgo l’occasione per lanciare un appello a tutti gli italiani residenti all’estero: iscrivetevi e votate, fate sentire la vostra voce, scegliete i vostri rappresentanti. È una occasione importante per promuovere i vostri diritti e per avere un peso nelle scelte che l’Italia deve compiere anche verso le proprie comunità all’estero. In questi difficili anni, anche attraverso il lavoro del CGIE e di tanti Comites si sono fatte cose importanti. Ma, lo sappiamo, molto resta da fare. Ho avuto modo di denunciare, anche attraverso Gente d’Italia, come una parte del sistema politico ed istituzionale italiano stia sottovalutando o persino ignorando la straordinaria realtà rappresentata dagli italiani e dagli italo-discendenti in larghe parti del mondo. Il Partito Democratico è l’unica forza politica italiana che riconosce piena “cittadinanza” agli italiani all’estero, anche attraverso una ampia rappresentanza nei propri organismi dirigenti. Ma per quasi tutti gli altri così non è. C’è quindi bisogno di un nuovo, forte, protagonismo delle nostre Comunità per cambiare una situazione che non è soddisfacente.” Come Partito Democratico, avete presentato liste o chi sono i candidati che pensate di appoggiare? “Il Partito Democratico è l’unica forza politica nazionale che sia effettivamente organizzata all’estero, con oltre 100 circoli e circa 5.000 iscritti. L’unica forza realmente radicata nelle nostre comunità nel mondo. Proprio per questo non presentiamo, da nessuna parte, “liste di partito”. Mi spiace che altre forze politiche (come la Lega o il MAIE) abbiano deciso di farlo. I militanti del PD hanno promosso la formazione di liste ampie, progressiste, con candidati di qualità sia politica che morale. Per noi le elezioni dei Comites non devono essere l’occasione di una “conta” partitica ma lo strumento per portare negli Organismi di rappresentanza il meglio delle nostre Comunità. Per questo, a seconda delle diverse circostanze, le Liste a cui i nostri militanti partecipano hanno caratteristiche diverse nei vari Paesi perché riflettono le specificità delle varie situazioni. L’elemento omogeneo è rappresentato dai contenuti: vera rappresentanza dei nostri concittadini, tutela dei loro diritti, valorizzazione delle loro potenzialità, adesione ai principi democratici e costituzionali. Per quel che riguarda l’Uruguay, so che si è raccolta, nella Lista numero 1 “RINNOVO per una collettività unita” una rappresentanza ampia e plurale della società civile italiana nel Paese. Mi auguro che abbia un grande successo.” Come ha già accennato, per votare si dovrà manifestare l’intenzione di voto, parliamo della tanto discussa “inversione dell’opzione”, al di là delle difficoltà riscontrate per iscriversi all’Albo, per molti rappresenta un ulteriore deterrente alla partecipazione… “Il Partito Democratico è assolutamente contrario alla sciagurata ‘inversione dell’opzione’. Abbiamo cercato di superarla ma – anche in questo caso – nessuna altra forza politica ci ha sostenuto. È evidente che tale modalità rappresenta un ostacolo ad una ampia partecipazione. E, soprattutto, si corre il rischio di manipolazione della volontà e degli orientamenti delle nostre Comunità da parte di forze che rappresentano poco ma investono molte risorse nella competizione elettorale. Bisogna ritornare alla universalità del voto, adottando tutte le misure necessarie per evitare brogli. Segnalo che varie forze politiche – a cominciare dal MAIE – vorrebbero estendere l’inversione dell’opzione anche alle elezioni politiche per i rappresentanti nel Parlamento italiano. Sarebbe una sciagura che seppellirebbe la partecipazione politica degli italiani all’estero.” Già nel 2015 la partecipazione al voto, sempre per il rinnovo dei Comites, ha registrato un drammatico crollo, anche per queste consultazioni le previsioni sono piuttosto preoccupanti: si tratta di segnali allarmanti che screditano il voto degli italiani all’estero o quali possono essere le cause di questa scarsa attenzione? “Si tratta di un grande problema che ha molteplici cause. Alcune sono contingenti, come le difficoltà portate dalla pandemia. Altre sono più strutturali. Ne sono prova anche le difficoltà crescenti di una parte dell’associazionismo. Non vi è dubbio che i Comites vadano riformati. Noi abbiamo depositato in Parlamento una proposta di Legge di riforma – in sintonia con quanto proposto dal CGIE – che rafforzi i Comites, dia certezze su competenze e risorse, ne valorizzi il ruolo sia nei servizi ai cittadini che nella definizione delle strategie dell’Italia verso le varie aree geografiche del mondo. Sappiamo che molti li vorrebbero abolire. Il PD, di fronte a questi problemi, aveva proposto un rinvio di qualche mese delle elezioni, sia per avere migliori condizioni sanitarie che per cercare di adottare la riforma prima delle elezioni, come richiesto da gran parte delle nostre Comunità. In Parlamento ci siamo trovati da soli…” Una novità di queste elezioni, è data dalla sperimentazione del voto elettronico, potrebbe essere una valida alternativa anche per le prossime elezioni politiche, in modo che non si ripetano storie di brogli che purtroppo pesano sul voto estero? “Si sperimenta il voto elettronico solo in alcune circoscrizioni elettorali. Vedremo se e come funziona. E, soprattutto, se eviti eventuali manipolazioni del voto stesso. Credo che, almeno ancora per un po’, non possa essere una alternativa generalizzabile al voto postale. Esistono altri modi per evitare i brogli. Iniziando col punire penalmente chi li compie!” Non è raro sentire che la presenza dei parlamentari eletti all’estero finirà per vanificare la presenza degli organismi di rappresentanza come Comites e CGIE, è d’accordo? “Assolutamente no. Sono cose diverse, entrambe molto importanti. Peraltro la riduzione del numero complessivo dei parlamentari – compresi quelli eletti all’estero – deve portare ad un rafforzamento di altre istanze di partecipazione, tra cui Comites e CGIE. Per questo è importante che, pur nella difficile situazione attuale, utilizzando questi ultimi giorni disponibili, tanti nostri connazionali si iscrivano alle liste degli elettori e partecipino alla scelta dei loro rappresentanti. Più alta sarà la partecipazione a queste elezioni, più forza avremo per esigere quanto agli italiani nel mondo spetta: rispetto, tutela e protagonismo.