Il reddito di cittadinanza fu istituito dal primo governo Conte, a trazione grillo-leghista, con tanto di annuncio trionfale dal balcone di Palazzo Chigi: “Abbiamo abolito la povertà”, tuonava Luigi Di Maio, all'epoca ministro del Lavoro e oggi agli Esteri. Oggi, davanti agli scandali dei sussidi a boss, imbroglioni e criminali, lo stesso ex leader dei 5 Stelle corregge la rotta e ammette: “È giusto modificare il reddito di cittadinanza, come tutti gli strumenti vanno collaudati e messi a punto. In Italia ci sono i furbetti che ne abusano”. Ma di abolirlo, per Di Maio non se ne parla proprio perché, dice, “adesso trova concordi tutte le forze politiche”. Proprio vero? Pare di no. “Una montagna di danaro sottratto a chi ne aveva bisogno davvero e soprattutto alle imprese che creano veri posti di lavoro. Adesso basta, bisogna abolire il reddito di cittadinanza e impegnare queste risorse per sostenere le imprese che assumono e le persone veramente in difficoltà”, dice il senatore di Fratelli d'Italia Alberto Balboni. E lo stesso concetto è ribadito dal coordinatore di FdI in Campania, Antonio Iannone: “Questa misura così come è va abolita e le risorse risparmiate destinate alle famiglie e alle imprese in difficoltà”. Per il Ministro per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, di Forza Italia, il reddito di cittadinanza “ha dimostrato tutte le sue falle”. Ma con la legge di bilancio proposta dall'attuale Governo “si rafforzano i controlli preventivi, con l'incrocio delle banche dati anche anagrafiche e sui patrimoni all'estero, si rendono più stringenti le sanzioni e si stabilisce il sacrosanto principio che alla seconda offerta di lavoro rifiutata, si perde il sussidio”.

Lo stesso partito che era al Governo con i 5 Stelle quando il provvedimento fu approvato pare essere tornato decisamente sui suoi passi: “L'ennesimo caso dei furbetti dimostra che questa misura, così com'è, non funziona e anzi comporta un danno erariale di milioni di euro per lo Stato. Il Paese ha bisogno di utilizzare al meglio le proprie risorse, non regalarle a finti poveri con la Ferrari”, dice il senatore della Lega Claudio Durigon.