Ottimo per qualità e quantità, arriva il nuovo extravergine d’oliva italiano: l’annata 2021 di cui in questi giorni parte la raccolta e la spremitura, registra caratteristiche eccellenti e una produzione superiore del 15 per cento rispetto al 2020. Secondo i dati e le stime di Coldiretti, Unaprol e Ismea, la produzione di olio in Italia potrebbe attestarsi intorno ai 315 milioni di chili, in aumento rispetto ai 273,5 milioni di chili della scorsa annata, in media con le statistiche delle ultime campagne ma con un risultato inferiore alle attese.

A influenzare negativamente la stagione, l’assenza di piogge e la siccità che hanno colpito il polmone olivicolo del Paese, la Puglia, regione che produce la metà del prodotto italiano. Nonostante un possibile incremento produttivo a doppia cifra rispetto allo scorso anno, frutto di un miglioramento di alcune aree (punte del +40 per cento) compensato al ribasso da altre zone, la produzione pugliese resterà ben distante dagli standard tipici delle annate di carica (200 milioni di chili).

Apre, dunque, con gli auspici e i sentori migliori la lunga e gustosa stagione dell’olio nuovo per autunno brillante d’oro verde, naturalmente profumato anche di funghi, tartufi e castagne e che vuole premiare, soprattutto, il lavoro che gli agricoltori hanno portato avanti nonostante le difficoltà dovute alla pandemia

In questi giorni è iniziata la raccolta e la frangitura delle olive, un rito antichissimo che si ripete da migliaia di anni. Oggi (29 ottobre) in tutto il Belpaese inizia Frantoi Aperti, la manifestazione nazionale che da quasi un quarto di secolo, ogni anno celebra il nuovo olio extravergine di oliva con oltre un mese di degustazioni, tradizioni, spettacolo e cultura nei borghi e nelle campagne d’Italia più vocate.

Dalla Lombardia alla Sicilia cuore dell’evento, naturalmente, sono i frantoi dove vivere l’esperienza della spremitura delle olive e assaggi d’olio nuovo in compagnia del frantoiano, spesso davanti ad un focolare, fra pane bruscato condito appena con un filo d’oro verde da degustare in tutto il suo “pizzicore” caratteristico della prima spremitura.

Fra le regioni che quest’anno registrano l’eccellenza dell’extravergine brilla la Toscana che fino al 28 novembre ogni weekend invita a visitare frantoi e dintorni nel pieno rispetto delle normative anti Covid e proprio una delle piante più antiche di tutta Europa si trova in un borgo della Maremma. L’olivo, infatti, è nella campagna toscana, insieme ai cipressi e ai vigneti disegnati sulle dolci colline, l’elemento dominante di paesaggi (e assaggi) da meditazione. Nei fine settimana di Frantoi Aperti sono previsti percorsi tematici legati agli ulivi millenari, ai castelli medievali, alle chiesette romaniche e alle abbazie in linea con lo scopo principale di quello che vuole essere uno degli eventi precursori del turismo esperienziale e dell’extravergine, alimento “principe” della dieta mediterranea, soprattutto da quando è stata inserita nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco.

Per provare al meglio le esperienze intorno all’oro verde c’è un nuovissimo experience resort in Toscana che si propone di far vivere agli ospiti esperienze a 5 sensi alla scoperta del territorio, impostando uno tra i suoi percorsi esperienziali proprio sull’olio extravergine d’oliva: The Sense, immerso in un parco di 5 ettari di pineta, nell’alta Maremma (provincia di Grosseto) è affacciato su una spiaggia riservata, nel golfo di Follonica. L’essenza del resort è offrire agli ospiti molteplici situazioni ed emozioni da vivere all’interno e anche all’esterno, guidati dall’experience specialist: dalle passeggiate ammirando ulivi secolari e osservando le operazioni di raccolta delle olive, in questa zona eseguita principalmente a mano, e magari partecipando attivamente al rito manuale; proseguire con la visita in uno delle tante aziende produttrici delle dop (in Toscana si producono quattro tipi di olio con denominazioni d’origine protetta: Chianti Classico dop, Terre di Siena dop, Lucca dop e Seggiano dop) per conoscere e approfondire caratteristiche e virtù di varie tipologie di evo “fresco” di frantoio. 

La cultivar che più caratterizza il territorio della Maremma è quella dell’olivastra seggianese, che si trova nel comprensorio del Monte Amiata. Ma non mancano in Toscana altre varietà pregiate come il Leccino, il Frantoiano, il Pendolino, il Maurino, il Moraiolo e il Raggio, presente quest’ultimo, solo nei vecchi oliveti, uno dei quali nel borgo antico di Seggiano, che da solo vale la visita.

“Spremute di olive” da gustare nelle trattorie tipiche e nel resort stesso dove lo chef Franco Manfredi esalta su piatti classici toscani come la “fettunta” o su ricette contemporanee di mare e di terra condite solo con un filo gentile di extravergine a crudo. E ancora dopo aver appagato il gusto, la vista e il tatto, lo specialista esperienziale accompagna anche a scoprire percorsi sensoriali da ascoltare (udito) fra suoni della natura e concerti in chiese e cortili. Annusando (olfatto) magari qualche fungo porcino o un tartufo appena raccolti nella loro stagione migliore.