ROMA - La lotta alle reti criminali internazionali rende indifferibile una sempre più penetrante cooperazione tra le Forze di polizia dei diversi Paesi.

La minaccia non proviene, infatti, più soltanto dalla singola organizzazione mafiosa ma da complessi sistemi criminali internazionali che operano a livello globale, spartendosi territori, attività imprenditoriali, mercati finanziari e narcotraffici. Questo il senso della missione in Sudamerica del vice capo della Polizia Vittorio Rizzi, in Argentina e Uruguay, insieme al direttore del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) Fabio Cairo, volta al potenziamento della strategia operativa del progetto I-Can contro la 'Ndrangheta, promosso dall'Italia insieme a Interpol.

In Argentina, Paese con la più importante comunità italiana all'estero e una fratellanza che nasce dalla condivisione di radici storiche, culturali e da una comunanza di valori e passioni, gli incontri si sono svolti al massimo livello strategico e operativo, rispettivamente con il ministro della Sicurezza Anibal Domingo Fernandez e con il capo della Polizia federale argentina Juan Carlos Hernandez, nonché con l'ambasciatore d'Italia in Argentina Fabrizio Lucentini.  

 Analogamente, in Uruguay, la delegazione italiana ha incontrato il ministro dell'Interno Luis Alberto Heber e il capo della Polizia nazionale Fernández Vallarino, oltre all'Ambasciatore italiano a Montevideo, Giovanni Battista Iannuzzi. Di cruciale importanza per l'analisi delle dinamiche criminali oltreoceano, il passaggio attraverso la "Triple Frontera", la striscia di confine tra Argentina, Brasile e Paraguay.