Caro Direttore,
Farò' tutto il possibile per promuovere la vostra petizione.
Con l'occasione invio, attraverso il vostro giornale,  la mia replica finale a Carlo Cattaneo (???) che mi attacca senza metterci la faccia, che tristezza. L'ho visto solo ieri, ecco la mia risposta:
In questa domenica di pioggia e quindi di relax, leggo, solo oggi, un articolo apparso qualche mese fa, sul vostro quotidiano, cui mi sembra comunque giusto rispondere.
Sarà perché la scelta di far politica è legata alla convinzione che sia un dovere civico impegnarsi in favore della collettività, sarà perché così mi hanno insegnato i miei genitori, sta di fatto che, da sempre, io sono abituata a metterci la faccia e non uso pseudonimi quando scrivo. 
Mi pare, a parte puerile, un po' vigliacco soprattutto quando si utilizza questo stratagemma per dire falsità, attaccare senza basi chi la pensa in modo diverso denotando, tra l'altro, poca tolleranza ed una scarsa dose di esercizio democratico. Sta di fatto, però, che tutto coincide quando chi si firma utilizza il profilo, storico, di un personaggio con il quale nulla coincide rispetto agli atteggiamenti esposti nei propri scritti usurpando, senza diritto, un nome che, per lo meno, non era disinformato.
Sorprende, di questo redivivo Carlo Cattaneo, la metamorfosi culturale che traspare in questo ultimo scritto pubblicato da Gente d'Italia. Ricordo infatti, e non vi è alcuna confusione possibile (poiché nella firma si indicano le date di nascita e morte) che questo straordinario patriota, ricordato per la sua visione federalista, viene anche indicato per la sua attitudine politica disincantata, liberale e laica e totalmente contraria alla violenza. Una violenza verbale, senza peraltro fondamento, che caratterizza viceversa questo scritto, dal titolo “Una photo op ed un comunicato stampa non si negano a nessuno”.
Dubito che Cattaneo, da convinto liberale quale era, avrebbe accettato l'imposizione di un “diritto supremo” in un mondo dove, piaccia o non piaccia, sono vigenti le regole di mercato. L'ho detto e l'ho scritto, ritengo che lo sport non debba essere “condannato” ad una sottomissione totale alle logiche del commercio, ma così è. Dal mio canto, quale rappresentante di quei connazionali che vorrebbero continuare a godere di un servizio che, al momento, viene considerato un privilegio, devo e voglio fare il mio dovere, ovvero cercare un compromesso, una soluzione e, in qualità di parlamentare, uso lo strumento che mi è dato: la parola.
Se poi è una colpa documentare le mie attività, faccio notare a questo strano ed ingordo Cattaneo, che non solo è indispensabile che gli italiani all'estero conoscano le azioni di chi hanno eletto e li rappresenta ma che fra tutti i colleghi io sono certamente la più discreta nell'uso dello strumento informativo. Tutto il resto è un insulso ed inutile attacco personale che si qualifica da se.
Fucsia Nissoli
Deputata Estero