L’economia italica, come ben risaputo, ha reagito tutto sommato bene alla pandemia, anche per via del fatto delle azzeccate mosse fatte dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma la situazione resta estremamente delicata per via del fatto che il Coronavirus è purtroppo sempre al nostro fianco. Ma ora, per aiutare i conti del BelPaese, bisogna sfruttare al massimo i soldi che arriveranno dall’Europa grazie all’oramai famoso Recovery.

E ieri il capo dello Stato Sergio Mattarella, ospite della Corte dei Conti, è tornato a battere proprio su questo punto. “Le ingenti risorse attualmente destinate all'Italia del Next geneation Ue – ha detto - vanno utilizzate in modo responsabile, con la consapevolezza di essere in una situazione senza precedenti ed irripetibile. Si tratta di cogliere e non perdere un'opportunità per l'Italia e l'Europa. Non è rilevante soltanto quanto le risorse a nostra disposizione ci consentiranno, nell'immediato, di realizzare, ma lo sono, in misura ancora maggiore, le prospettive aperte da questa coraggiosa e inedita forma di collaborazione tra gli Stati europei”.

Per Mattarella, il futuro dell’Italia passerà tramite questo fondamentale passaggio: “Attraversiamo tempi straordinari e le risorse del Pnrr prevedono un volume consistente di investimenti che incideranno sulla stessa idea di società, basti pensare alla transizione ecologica e digitale. Il Piano traduce anche una particolare attenzione ai riflessi che le scelte attuali avranno sulle future generazioni”. Mattarella, dal punto di vista prettamente economico, ha ricordato che già a partire da quest’anno “i documenti di finanza pubblica indicano l'obiettivo di una riduzione del debito pubblico, obiettivo ineludibile se intendiamo rendere la ripresa stabile e duratura”.

Approfittando della sua presenza alla Corte dei Conti, l’inquilino del Quirinale ha approfittato per lanciare un messaggio ai magistrati, spesso nell’occhio del ciclone per questioni che esulano dai propri compiti che li portano a invadere campi non consoni: “Si tratta di partire dai fondamentali, dall'essenza delle vostre funzioni – ha detto il capo dello Stato a loro rivolgendosi -. Il filo rosso che deve caratterizzare ogni presa di posizione del magistrato è il senso profondo di un'etica della professione, serve onestà intellettuale, equilibrio, e impone di rifuggire da logiche corporative che snaturano e deprimono la vostra funzione”