Di Matteo Forciniti

 

È un fine settimana di grande attesa a Montevideo che in questi giorni si è trasformata nella capitale del calcio sudamericano: la Conmebol, la confederazione calcistica sudamericana, ha scelto infatti la capitale dell’Uruguay come sede per le finali dei suoi tornei monopolizzate dalle squadre brasiliane.

Un primo assaggio di questo grande spettacolo si è avuto nei giorni scorsi con la finale della Coppa Sudamericana vinta dall’Athletico Paranaense contro il Bragantino e poi nella Libertadores femminile conquistata dal Corinthians. I riflettori però adesso sono puntati sull’ultimo grande appuntamento, la finale della Coppa Libertadores che vedrà sfidarsi domani, sabato,  alle ore 17 Flamengo e Palmeiras.

I preparativi per questo grande evento internazionale hanno coinvolto principalmente il palcoscenico principale, vale a dire lo Stadio Centenario che è stato profondamente riformato in un’operazione costata sei milioni di dollari e che potrebbe servire anche in futuro per lanciare la candidatura per i Mondiali del 2030. Monumento storico del calcio mondiale dichiarato dalla Fifa, il mitico Centenario è stato migliorato in una serie di aspetti tra cui: illuminazione led, bagni, tribuna vip e tribuna stampa oltre che gli spogliatoi e il nuovo terreno di gioco con sistema di irrigazione e un drenaggio nuovi.

Secondo le previsioni della Intendencia di Montevideo che ha organizzato per l’occasione diverse attività, le partite della Conmebol porteranno un guadagno totale di 20 milioni di dollari. La finale di oggi rappresenta soprattutto una grande opportunità per gli operatori del settore che nutrono una grande aspettativa. Questi giorni infatti sono il primo vero banco di prova dopo la riapertura delle frontiere avvenuta il primo novembre e si attende l’arrivo di 60mila persone con 240 aerei e più di 200 pullman. 

“Per gli alberghi e i ristoranti questi numeri sono molto, molto positivi. Daranno una spinta molto importante e cercheranno di mitigare l’impatto economico che abbiamo dal 2020” ha affermato ad AFP Agustín Maddocks, segretario generale di AHRU (Asociación de Hoteles y Restaurantes de Uruguay).

Da un mese a Montevideo e nei dintorni non si trova più un posto per dormire: la capacità di alloggi ha fatto registrare il tutto esaurito, per il turismo è un dato estremamente incoraggiante dopo la terribile crisi avuta con la pandemia.

Sulla finale della Libertadores c’è grande speranza, ancor di più dopo la delusione lasciata la scorsa settimana dalla Sudamericana, il torneo continentale di minor prestigio. “Le vendite sono state nulle. Sapevamo che sarebbero venute poche persone ma non così”, ha affermato lunedì Daniel Fernández, ex presidente e attuale consigliere di Cambadu (Centro de Almaceneros Minoristas, Baristas, Autoservicistas y Afines de Uruguay).

Anche se la Conmebol non ha diffuso i numeri dei biglietti venduti, la finale della Sudamericana giocata sabato scorso ha visto l’apertura solo di due curve dello Stadio Centenario con meno di 20mila spettatori. Fernández ha ammesso di non essere “così ottimista” da credere ai “numeri molto alti” diffusi dal governo in riferimento ai 60mila arrivi previsti, “ma anche se ne arriverà la metà, questa cifra potrà essere determinante per molte imprese che sono in una situazione molto critica”.

Il grande evento sportivo sarà accompagnato anche da un forte operativo di sicurezza organizzato dalla Polizia uruguaiana con 4.000 militari sparsi in tutto il paese che agiranno insieme alle autorità di frontiera per controllare tutti i punti di accesso dei temutissimi tifosi brasiliani.

“Stiamo intensifichiamo i controlli in modo che tutte le persone che sono nelle liste nere non possano entrare nel nostro paese per provocare incidenti, cosa che non siamo disposti assolutamente a tollerare”, ha affermato martedì in conferenza stampa il ministro dell’Interno Luis Alberto Heber.