Emergenza Covid: in piena quarta ondata, spunta l’incubo della variante sud africana. Gli scienziati l'hanno battezzata “B.1.1.529” e, a quanto pare, è capace di molte mutazioni e per questo potenzialmente resistente agli anticorpi ma anche ai vaccini attualmente in circolazione. Inutile dire che molti Paesi, tra cui l’Italia, sono immediatamente corsi ai ripari, anche in seguito all'appello lanciato, in tal senso, dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen la quale ha anche invitato le case farmaceutiche ad adattare quanto prima i loro sieri alle nuove mutazioni del virus (Pfizer ha annunciato che sta studiando la nuova mutazione e conta di avere i primi risultati "entro due settimane”).

Per quanto concerne le misure difensive, spicca quella adottata da Roma dove, con un'ordinanza del ministro della Salute, è stato vietato l'ingresso a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico Namibia, Eswatini. Stessa decisione è stata poi presa anche da Regno Unito, Israele, Spagna e Germania. Che il caso sia grave lo dimostra il fatto che la temuta “sudafricana”, dopo essere approdata in Israele, sia già arrivata anche nel Vecchio Continente.

Il primo caso europeo, infatti, è stato registrato ieri in Belgio in una donna che ha sviluppato i sintomi 11 giorni dopo aver viaggiato in Egitto attraverso la Turchia. Al momento della diagnosi la paziente - che non era vaccinata né già guarita dalla malattia – presentava una carica virale elevata. Il timore, manco a dirlo, è che da lì il contagio possa diffondersi in tutto il Paese. Da qui, dunque, l'esigenza di chiudere le frontiere con quell’area australe dell’Africa ritenuta a serio rischio e dove, secondo i medici locali, si sta verificando una vera e propria impennata di contagi.

Intanto, sul fronte della ricerca, l'Italia si muove: saranno infatti gli scienziati dello Spallanzani di Roma ad indagare su questo nuovo ceppo. L’istituto capitolino ha istituito un'apposita “task force” che si occuperà del sequenziamento e dell'analisi della variante. Si tratta della prima “risposta immediata” da parte “dello Spallanzani e dell'intero sistema Paese – come ci ha tenuto a sottolineare il direttore dell’Istituto Francesco Vaia – alla preoccupazione che insorge nei cittadini rispetto a questa variante. Il segnale che lanciamo è: facciamo attenzione, osserviamo prima, studiamo e poi verifichiamo quali sono le azioni per combatterla”.