Se sarà fatta giustizia e se la politica italiana ritroverà un po’ credibilità lo capiremo mercoledì 1° dicembre. Già, perché proprio nel corso di questa giornata ci sarà l’ultimo atto della vicenda legata ai brogli elettorali in merito all’elezione di Adriano Cario quando arriverà il responso dell’Aula del Senato.

Lo scorso 10 novembre la sua posizione fu convalidata dal voto dei colleghi presenti alla seduta pubblica della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, l’organismo parlamentare che interviene sia quando ci sono elezioni contestate, sia quando una procura della Repubblica chiede l’arresto di un senatore. Nei confronti di Cario, nello specifico, era stata avviata una contestazione per brogli e firme falsificate nell’elezione che nel 2018 lo aveva fatto diventare senatore per la circoscrizione Esteri, ma la Giunta aveva appunto di respingere le accuse.

Ma il voto della Giunta è solo indicativo e dovrà essere ratificato dall’aula del Senato, che potrà decidere anche di ribaltare la decisione. E dunque eccoci arrivare alla data del prossimo mercoledì. Come sapete, questo giornale ha preso una posizione ben decisa e anche per una questione d’opportunità sarebbe doveroso far decadere l’elezione di Cario. Lo ripetiamo nuovamente: la nostra non è una ‘battaglia’ personale nei confronti di questa persona eletta alle elezioni politiche del 2018 nella circoscrizione estera dell’America meridionale, candidato con il partito dell’Unione Sudamericana Emigrati Italiani (USEI) e poco dopo approdato al Maie di Ricardo Merlo.

Cario che in sua difesa assume la votazione del 9 novembre e se la prende con la stampa per aver detto che lui è un imprenditore calabrese quando invece è un semplice impiegato pubblico. E sulle perizie della Procura della Repubblica che testimoniano i voti fasulli? Nemmeno una parola. Solo una smentita dove giura che non é mai stato legato al MAIE.... Un attentato alla nostra intelligenza: basta aprire la pagina del Senato per dimostrare l’esatto contrario: difatti si legge che “dal 3 maggio 2018 al 3 giugno 2018 appartiene alla componente PSI-MAIE e che dal 4 giugno 2018 al 25 gennaio 2021 appartiene alla componente MAIE (dal 15 gennaio 2021 la componente assume la denominazione MAIE-Italia 23). Ma affinché la politica resti davvero qualcosa di serio, c’è la necessità di far vedere che gli sbagli si pagano (sarà poi la magistratura a fare i doverosi distingui del caso). Non è possibile che brogli accertati finiscano dimenticati, come se falsificare le firme (almeno 10mila) fosse un qualcosa di normale laddove c’è bisogno di democrazia e di far valere davvero le volontà di chi vota, in questo caso gli italiani all’estero. E sono proprio loro a chiedere la verità dei fatti.

E lo stanno facendo anche con la petizione che noi de ‘La Gente d’Italia’ abbiamo messo in piedi sulla piattaforma change.org: un vero appello per la legalità del voto e la dignità dei connazionali residenti nel mondo che a oggi ha raccolto 5.000 firme. Mica bruscolini. E quindi... ai posteri (all'Aula del Senato) l'ardua sentenza... C’è bisogno di chiarezza e di verità. Ma soprattutto di ridare dignità agli italiani che votano all’estero. Fate sentire la vostra voce... E continuate a firmare su change.org...