Sindacati spaccati. Divisi sullo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per il prossimo 16 dicembre ma non dalla Cisl che, anzi, si è dissociata, bollando tale iniziativa come inutile dal momento che "rischia di isolare il mondo del lavoro". Addirittura, con una nota, la confederazione di via Po ha annunciato una propria contro-manifestazione programmata per la giornata di sabato 18 dicembre "per impegnare il Governo senza incendiare i rapporti". Una manifestazione "per lo sviluppo, il lavoro, la coesione" che sia "responsabile e costruttiva" e che punti "a migliorare i contenuti della manovra e ad impegnare il governo sulle stringenti priorità economiche e sociali senza incendiare i rapporti sociali e industriali". L'iniziativa si svolgerà in Piazza Santi Apostoli a Roma, e fungerà, sostanzialmente, da contraltare rispetto allo sciopero generale voluto e invocato, invece, da Cgil e Uil e rispetto al quale le due sigle non hanno mostrato alcuna intenzione di voler fare dietrofront ("al momento ci sono zero possibilità che si possa ritirare la sciopero, non ci sono confronti avviati" ha detto a Rai Radio1, ospite di "Un Giorno da Pecora", il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri). "Scioperiamo perché quella del governo è una manovra socialmente ingiusta e vogliamo cambiarla: ignora la condizione in cui vive la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e il punto di vista di chi li rappresenta" ha spiegato, ancora ieri, in un'intervista a la Repubblica, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. "Draghi ha tentato di proporre un punto di mediazione avanzando l'idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza", che "pensano più alle proprie bandierine elettorali che agli interessi dell'Italia" ha rincarato la dose Landini. Una posizione, la sua, che rischia di accendere una nuova battaglia a sinistra mettendo sotto accusa anche il Pd, che di quella maggioranza, fino a prova contraria, è una delle componenti più rappresentative. Com'è noto, storicamente, la Confederazione Generale Italiana del Lavoro è sempre stato uno dei punti di riferimento della sinistra italiana. Ora, dal momento che dal ministro Andrea Orlando allo stesso Enrico Letta, passando per Stefano Fassina, mugugni e critiche di marca Dem e LeU nei confronti del sindacato "rosso" non sono mancati, a causa dello sciopero generale, tutto lascia presagire che a quelle latitudini stia per spirare aria di tempesta.