di Guido Petrangeli

 

Mentre il Governo è impegnato nella corsa alla somministrazione delle terze dosi, qualcuno lavora nell’ombra per organizzare campagne di disinformazione sulle dosi booster. Parliamo di una nuova ondata di fake-news che ha messo nel mirino la casa produttrice di vaccini Pfizer. Tutto nasce da un sito “The Conservative Beaver” che ha pubblicato i primi di novembre una storia inventata secondo cui Bourla - amministratore delegato di Pzifer - era stato arrestato dall’FBI a causa della falsificazione dei risultati sul vaccino anti-covid. Cinque giorni dopo, un’altra storia inventata, sosteneva che la moglie di Bourla fosse morta per complicazioni dovute al vaccino Pfizer. Da allora entrambi gli articoli sono stati cancellati e il sito web non è più accessibile. Infatti nel pomeriggio del 24 novembre la testata è andata offline, ma solo quando l’ondata disinformativa si era già propagata seminando dubbi e incertezze nell’opinione pubblica digitale.

Gli analisti del DFRlab sono riusciti però a monitorare l’incidenza sui social di questa campagna no-vax, volta a terrorizzare le persone sulle terze dosi. La falsa storia del CEO di Pfizer è stata infatti amplificata su vari social media, tradotta  in diverse lingue e ha ricevuto un importante coinvolgimento su Facebook. Iniziamo a vedere chi c’era dietro questo sito web. Il Conservative Beaver ha iniziato la sua storia editoriale nel 2020, pubblicando articoli su sport canadesi, meteo, e celebrità varie. Una volta ottenuta la popolarità online ha virato su storie false e disinformazione scientifica.

Il sito in questione ha stretto poi una sinergia editoriale con i media di stato russo,  ripubblicando  articoli originariamente condivisi da piattaforme russe come Sputnik e Russia Today. Nel caso di quest’ultima esiste almeno un copia e incolla di una sua storia pubblicata sul Conservative, inclusi collegamenti promozionali sui vari social.

Passando all’analisi dei dati i ricercatori del DFRlab ci dicono che l’articolo inventato sull’arresto di Bourla ha ricevuto 64.100 interazioni sui social media, con il maggior livello di coinvolgimento ottenuto su Facebook. Questo articolo è risultato alla fine la storia più virale pubblicata da Conservative Beaver, seguito al terzo posto dalla fake-news secondo cui la moglie di Bourla era morta per complicazioni del vaccino.

Il giornale sembra essere specializzato in questo tipo di fake: altri articoli diffamatori riportavano che papa Francesco e Joe Biden erano in stato di arresto. La bufala sull’arresto del CEO di Pfizer per frode è stato tradotto in diverse lingue, tra cui quella italiana. L’ondata disinformativa si è particolarmente diffusa in vari gruppi e pagine Facebook. Alcuni di questi gruppi si presentano come nuclei di “resistenza” verso le politiche sanitarie dei rispettivi governi.  A questo punto viene facile il collegamento con il mio ultimo approfondimento sulla rete complottista italiana dei V_V, un gruppo no-vax che usa la retorica e i simboli nel nazifascimo per aizzare gli animi “contro le forze oppressive del “nazismo medico”. Che si tratti di un’ennesima alleanza complottista lo dimostra il fatto che una delle pagine facebook coinvolte nella diffusione della bufala su Pzifer è il “Fronte della Resistenza Popolare”: un gruppo che ha spinto su facebook un propaganda anti-vaccinazione, invitando i membri a resistere alle politiche di vaccinazione del governo Draghi. Su questo gruppo, dove si possono leggere una sfilza senza fine di contenuti sulla mortalità delle terze dosi di vaccino, sono iscritti circa 1430 utenti. La pagina ha cambiato più volte nome e oggi si chiama “PATRIOTI ITALIANI RIBELLI”, ma la strategia digitale è sempre la stessa: organizzare e diffondere campagne online contro l’utilizzo dei vaccini. Addentrandomi nei meandri di questo gruppo ho trovato e pubblicato sulla fanpage del SocialPolitico una serie di immagini proveniente da post che non era possibile esportare fuori. Un ultimo dettaglio ha confermato un mio sospetto: la parola che richiama questo gruppo, “patrioti”, è uno slogan molto spesso utilizzato dagli esponenti di Fratelli d’Italia. E guarda caso in questo gruppo mi sono proprio imbattuto in messaggi e contenuti che inneggiano alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.