Continua "l'appeasement" della stampa britannica nei confronti del premier italiano Mario Draghi. Dopo "L'Economist" che nei giorni scorsi ha scelto il nostro come paese  dell'anno per il 2021 proprio grazie all'azione del governo capitanato dall'ex "numero uno" della Bce, anche il Financial Times si è adeguato al "riconoscimento tricolore", strizzando l'occhio a Draghi. In un editoriale a firma Bill Emmott, saggista ed ex direttore (guarda caso) proprio dell'Economist, il prestigioso giornale finanziario sottolinea come "sarebbe più utile all'Italia se Draghi diventasse presidente" della Repubblica "che non se restasse presidente del Consiglio", perché, viene fatto ancora notare, "la priorità è che le riforme che ha avviato come premier vedano effettivamente la luce". Nell'editoria si sottolinea anche che "come economista Draghi conosce la teoria del 'second best', il secondo miglior risultato. In uno scenario perfetto, resterebbe presidente del Consiglio per i cinque anni del Pnrr", ma "se lo scenario perfetto non è possibile, è giusto optare per la scelta imperfetta migliore, ovvero che Draghi sia eletto presidente della Repubblica a fine gennaio per sorvegliare l'esecuzione delle riforme per i prossimi sette anni".