di James Hansen

Il "monumento" è sempre un problema per chi lo disegna. La struttura—qualunque sia—deve essere imponente, colpire l'occhio di chi lo guarda, corrispondere ai gusti del suo tempo e, insieme, vivere nei secoli e in qualche modo arricchirsi dell'ammirazione delle generazioni che lo vedranno. I francesi sono i maestri riconosciuti dell'arte architettonica monumentale—con l'Arc de Triomphe, la Tomba di Napoleone, la Tour Eiffel e altro ancora—ma non gli va sempre bene...

Il Mémorial National de la Victoire de la Marne che appare qui sopra vuole ricordare i militari francesi che si sacrificarono sul fronte occidentale nella Prima battaglia della Marna del 1914, durante le fasi iniziali della Grande Guerra. L'esercito tedesco, impegnato nella grande offensiva generale prevista dal piano d'attacco, era arrivato a una sessantina di chilometri da Parigi. Il Governo aveva già abbandonato la capitale per trasferirsi a Bordeaux quando l'esercito francese, che sembrava in ritirata, fece inaspettatamente dietrofront contrattaccando e fermando i tedeschi. La mossa costò alla Francia 85mila morti e dispersi. Fu un miracolo militare e al tempo stesso un tremendo bagno di sangue.

Il monolito in cemento, costruito negli anni Trenta ma inaugurato solo nel 1951 a causa dell'intervenuta Seconda guerra mondiale, è frutto della collaborazione dell'architetto Paul Bigot e dello scultore Henri Bouchard. È alto 35,5 metri e, dalla sua posizione su una collina già alta 209 metri, domina la valle della Marna e tutto il campo della battaglia. Si trova a Mondement-Montgivroux, un "comune rurale" di soli 26 abitanti nel département de la Marne, nella Francia centro-settentrionale.