Giuseppe Conte (foto depositphotos)

È stata assicurata "la piena continuità dell'azione di governo", "indotto al ritiro Silvio Berlusconi" ed evitato "compromessi al ribasso": il presidente del M5S, Giuseppe Conte, rilegge la partita per l'elezione del presidente della Repubblica e non nega che abbia lasciato gli strascichi dentro al Movimento.

"Non ho mai lavorato per procurare scissioni. È evidente che questo è il momento di un chiarimento. Una comunità di donne e uomini, anche nella diversità di opinioni, deve perseguire un'azione politica in modo coerente e compatto".

L'ex premier è duro nei confronti del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: 

"Dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità".

L'ex premier spiega che con Letta e Speranza ci si è "sempre puntualmente aggiornati". E che nei colloqui di venerdì con Salvini erano stati fatti i nomi della direttrice del Dis Elisabetta Belloni e di Paola Severino, "sullo sfondo c'era anche quella di Casini". Poi, "nel tardo pomeriggio Salvini aveva sciolto positivamente la riserva su Belloni, confermando la disponibilità di Giorgia Meloni".

Ma ricorda che la sera nessuno aveva fatto pubblicamente il nome: "Ho rivisto le dichiarazioni. Né io né Salvini, né ancor prima Letta a Sky, avevamo fatto il nome di Belloni. Anche se era già ampiamente circolato sulla stampa". E il tweet di Grillo? "Con Beppe ho parlato io e abbiamo convenuto che la direttrice del Dis sarebbe stata un'ottima figura per la Presidenza della Repubblica. Ma bando all'ipocrisia, questa uscita non ha avuto influenza su una partita giocata da vari politici. Penso a Matteo Renzi. Ma non solo".

Poi però, aggiunge Conte, "nel Pd non c'era più la disponibilità su Belloni", "non entro nelle motivazioni del Pd. C'è stato un blocco trasversale". Infine, sabato si è appreso "dell'atto di generosità di Mattarella. Poco prima Salvini aveva aperto al suo secondo mandato. Così abbiamo concordato tutti su quella opzione". Lei si fida ancora di Letta? "Io mi fido di Letta", conclude.