Specie in via di estinzione…oppure già morte bianca? Ogni anno gli enti interessati compilano l’elenco delle specie animali in via di estinzione in Italia e nel mondo. Anche la specie umana è formata da “animali”, viventi o protetti o a loro volta in via di estinzione. Non è raro, infatti, leggere della sparizione di qualche tribù spersa nella foresta amazzonica o in luoghi non toccati dalla cosiddetta civiltà: consumistica, politicamente corretta, pseudo ecologica, piena di parole e scarsa di sostanza, propagandata come il perfetto stile di vita per tutti. Per ora nessuno ha avuto il coraggio di evidenziare la verità della morte bianca del “Genere Umano, Specie Italiani all’estero”. Intendiamoci, non si tratta di morte fisica: ci sono ancora gli sbandierati 6.5 milioni di iscritti all’AIRE e gli esaltati 150 milioni di italodiscendenti/italici/estero-italiani, definiti in base a nuove ed eleganti nomenclature inventate ogni giorno che Dio manda in terra. I latini dicevano “promoveatur ut amoveatur”, vale a dire affibbiamo loro un incarico nominale sempre più importante per toglierceli dai piedi e dalle stanze in cui si decide delle loro vite. Nel suo “Terrore e miseria del Terzo Reich” Bertolt Brecht offre un quadro della crudele quotidianità delle dittature attraverso il dialogo di vittime e carnefici. L’obliterazione del mondo degli italiani all’estero non è stata cruenta. Non abbiamo visto scorrere il sangue di individui o comunità. No, è stata molto più sottile, costruita attraverso l’illusione e la mancata realizzazione di ogni promessa; attraverso l’escalation logica di presenze e riconoscimenti, puntualmente frustrati dalle loro mancate implementazioni; attraverso la nascita e lo sviluppo di linguaggi scientificamente ineccepibili, sostenuti da racconti siderei, privi di qualunque concretezza o verità dimostrabile. Trentasette anni fa nacquero i Co.Em.It. (poi Com.It.Es.) osannati e coccolati dai Consoli di tutto il mondo. Oggi sono stati trasformati in piccoli organismi clientelari, dal 2015 in poi eletti da ridicole percentuali di votanti, per cui non rappresentano più la comunità che li esprime, ma soltanto le spropositate ambizioni allo scranno parlamentare di qualche deus-ex-machina/cicero-pro-domo-sua che, nella maggior parte dei casi, non possiede intelligenza o cultura reale o politica di alcun genere. Nella scorsa consiliatura, una manciata di Com.It.Es. ha ottenuto finanziamenti megagalattici per attività tanto inutili quanto insultanti, per lo spreco di soldi del contribuente italiano oppure come meri trasferimenti di fondi da enti pubblici a enti privati per pagare incomprensibili pubblicità alla debacle delle elezioni del 2021. Trent’anni fa si è insediato il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, come strumento superiore di raccordo e sintesi, cosa che ha fatto per decenni, affiancato dal lavoro di diplomatici che credevano davvero nell’utilità di questa sorta di CNEL dei concittadini nel mondo. Sedici anni fa, il sogno di Mirko Tremaglia si è concretizzato con l’ascesa a Camera e Senato della riserva indiana di 12 deputati e 6 senatori. Tranne pochissimi effettivamente preparati e capaci, questa consorteria al vertice della rappresentanza si è dimostrata inane, litigiosa, tesa soltanto a farsi rieleggere e “servire” il paese per un lasso di tempo sufficiente a guadagnarsi vitalizi (fin che c’erano), pensioni e prebende per la vecchiaia. A questo fine la maggior parte di loro ha opportunisticamente messo – e continua a mettere – il carro dove vuole il padrone. Tanto, anche i più illuminati, e magari inizialmente sinceri, hanno visto sgonfiarsi, come un palloncino bucato, la speranza di poter “fare” davvero qualcosa per i rappresentati. Come se non bastasse Governo e Parlamento hanno messo in atto pesanti tagli, prima di fondi, poi dell’elettorato attivo dei Com.It.Es., poi del numero di Paesi presenti nel CGIE, infine degli eligendi nella circoscrizione Estero. Il mondo dell’emigrazione è stato sostituito dall’archetipo, assoluto e autonomo, della “nuova mobilità” men-che-quarantenne, plurilaureata e, in realtà, del tutto disinteressata alle comunità, le quali hanno importanti contributi da dare all’Italia e diritti che la Costituzione conferisce a tutti i cittadini. I manovratori – dichiarati o occulti – di tutto ciò appartengono al mondo clientelare insieme alla genia dei grand commis d’etat, bravissimi nel creare e sfruttare le situazioni utili a piani generali, che mutano con le maggioranze di turno. Unico solacium migrantibus sta nella frase di saluto del Presidente Mattarella che ribadisce la dignità degli italiani fuori dai confini con il ringraziamento, appunto, “per il contributo che danno alla promozione dell’identità italiana nel mondo”, davvero cruciale per la resilienza e il rilancio dell’Italia. Peccato che non si siano uniti nemmeno a questo applauso i parlamentari di Fratelli d’Italia che, con totale mancanza di sensibilità, hanno inchiodato con disdegno il coperchio sulla tomba dei sogni del loro antesignano Tremaglia, protettore e portabandiera degli emigrati. Sic transit gloria mundi.