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di Alessandro Camilli

Fusione nucleare, quel che avviene nel processo fisico che alimenta le stelle, quel che avviene nel Sole. Ed è l'energia del Sole che, letteralmente, tiene e alimenta la vita di noi umani e di ogni altro organismo vivente sul pianeta Terra. Il tipo, la modalità di energia dunque che può essere pensata come l'energia più naturale che c'è, nel senso che conditio sine qua non di ogni forma di energia e di ogni forma di vita.

Cinque secondi di questo tipo di energia sono stati prodotti in un laboratorio per mano umana. Vuol dire che è possibile, anzi probabile, che tra qualche decennio la specie umana possa disporre su larga scala di questa energia per alimentare le sue attività e, letteralmente, la sua sopravvivenza.

Fusione nucleare non è fissione - L'energia nucleare finora realizzata e sfruttata è quella da fissione. Per dirla molto alla buona e con estrema semplificazione, l'energia che viene dalla rottura (fissione) delle componenti dell'atomo. È l'energia delle centrali esistenti, quella delle armi nucleari, soprattutto quella che lascia nel processo scorie letali se disperse nell'ambiente e più che ingombranti nello stoccaggio. La fusione nucleare non "spezza" l'atomo, realizza per così dire il passaggio da atomo ad atomo liberando energia (ovviamente qui si fa violenza alla precisione terminologica e scientifica per voluto eccesso di semplificazione divulgativa).

Nucleare pulito - Pulito in doppia accezione, quando mai sarà. Pulito nel senso che potrà essere energia che non disperde gas serra nell'atmosfera. Quindi a tutto titolo fonte di energia sostenibile. sostenibile nel senso che non concorre alla mutazione climatica e quindi di habitat in senso peggiorativo per gli insediamenti umani. Pulita poi nel senso che, quando sarà, sarà nucleare senza scorie nucleari. L'enorme notizia, l'enorme accaduto che dà corpo ad enorme speranza almeno per i nostri figli e nipoti è che quel sarà è possibile sia tra 30/40 anni.

Stigma e fatwa - Ma nucleare ha nella coscienza e percezione collettiva uno stigma. È l'energia di Hiroshima, l'energia degli arsenali nucleari, l'energia di Three Mile Island, di Chernobyl, di Fukushima, dei disastri, delle mutazioni cellulari, delle radiazioni incontrollabili. Uno stigma di morte purtroppo meritato e appropriato. Che però viene fanaticamente esteso ad ogni nuova possibile scienza e tecnologia.

Allora lo stigma diventa fatwa, cioè anatema e il nucleare diventa divinità maligna. Molta parte della pubblica opinione condivide questa fatwa, questo "deve morire" comminato al nucleare qualunque esso sia. Già c'è ed emergerà con forza negli anni e decenni a venire questo panico rifiuto della scienza, questo mobilitarsi contro la ricerca e le tecnologie che aprono le porte trescano con il maligno.

Qualcosa di molto simile e soprattutto di molto culturalmente e ideologicamente imparentato con il sospetto, la diffidenza, l'ostilità e il rifiuto dei vaccini. La stessa specie umana capace di riprodurre l'energia che dà vita al cosmo è quella capace di bruciare, in effigie e non solo, biblioteche e laboratori. Nati non fummo infatti solo per seguir canoscenza, siam fatti anche per temerla e odiarla la conoscenza.