Gentile Direttore,

Risiedo a Zurigo, ma seguo con interesse e attenzione l'edizione online di Gente d'Italia, che rimane, secondo me, una preziosa fonte di informazione sugli italiani residenti in America e non solo.

Nella edizione corrente, la mia attenzione è stata attratta dal servizio dedicato al Comites di Londra, che starebbe organizzando, a quanto riferisce Gente d'Italia, una festa telematica ad uso dei bambini, col fine di  ''divertirsi con il racconto delle maschere di carnevale''.

Saranno  in scena perciò Arlecchino, Pulcinella, Balanzone, Colombina, ossia le tradizionali maschere dell'accattonaggio nazionale, le maschere, come noto, di un Paese  già povero e, anzi poverissimo, quello, per esempio, dei migranti di un tempo,  poveri sì, ma non privi tuttavia  di furbizia e  di astuzia, abilmente, come si conveniva,  mascherate di tutto punto, doti inferiori, queste, non c' è dubbio, ma che erano  pur sempre  l'unico modo per difendersi dalle prepotenze dei potenti. 

Voglio dire con ciò che le maschere di Arlecchino e di Pulcinella, pur così importanti nella storia della commedia dell'arte, non si limitano soltanto a intrattenerci con le loro  graziose birichinate, ma ci propongono  anche l'immagine  drammatica della povera gente, capace delle più sottili furbizie pur di sopravvivere  in un mondo abitato da prede. Altro che festa!

Nel contesto odierno, meno povero di un tempo, ma non meno precario,  viene naturale domandarsi quali azioni viene conducendo il Comites di Londra, a parte le feste, s'intende, per dare una risposta alla condizione spesso tragica in cui si trova la collettività residente  nel Regno Unito, che non ha quasi più accesso, a quanto si legge sui giornali della Penisola, ai servizi consolari - colpa del Covid, naturalmente - ed è condannata a lunghe, estenuanti  attese davanti agli schermi dei computer- è inutile infatti presentarsi di persona davanti agli uffici consolari-  nell'attesa che  misteriosi algoritmi ne facciano l'appello. I tempi di attesa, come è risaputo,  possono arrivare tranquillamente  fino ad un anno ed oltre, una situazione  di fatto intollerabile,  ma che non sembra togliere il sonno ai consoli e agli alti dirigenti del ministero degli esteri, adusi a compiti ben più gravi, specialmente in tempi di Covid e di Pnrr,  e, perciò, in tutt'altre faccende affaccendati, come ebbe a dire, pressappoco, il celebre  autore dei Promessi sposi.

La colpa, secondo le fonti consolari, è della carenza di personale in servizio, ma, soprattutto, dei troppi richiedenti. Nonostante  infatti il vistoso calo demografico, gli italiani, soprattutto fuori dall'Italia, continuano ad essere troppi!

La questione, ad essere giusti, non sembra riguardare soltanto Londra, ma , più o meno, tutti gli uffici consolari, benché a Londra la situazione sia sicuramente più grave per via del grande numero di connazionali residenti. Cosa dice dunque il Comites in proposito?  Purtroppo non sembra dire nulla, ma l'impressione è quella di un Comitato che preferisce  affidarsi  ai pensosi  onorevoli, ai rappresentanti cioè della collettività italiana eletti nel Parlamento nazionale, i  quali reclamo a gran voce nuove risorse per i Consolati, come se il pozzo di San Patrizio non bastasse mai.

Ecco, sarebbe forse più auspicabile rispondere alla pressante  domanda di migliori servizi consolari chiamando a raccolta - se è consentito un modesto suggerimento-   i migliori ingegni della collettività - ingegneri,  scienziati, manager di aziende private -  con lo scopo di  affiancare  sul campo il  lavoro dei consoli. I Comites diano prova, per una volta , di maggiore immaginazione formulando infine qualche proposta concreta. : Intanto, però, sarebbe meglio accantonare, se possibile,  le feste di carnevale.

Con molti cordiali saluti,

Maurizio Raviola