(foto archivio depositphotos)

Sale, di ora in ora, la tensione al confine tra Russia ed Ucraina. Secondo l'intelligence usa, i comandanti delle forze armate russe avrebbero ricevuto gli ordini di procedere con un'invasione del Paese. Lo ha riferito il corrispondente della Cbs. Secondo la Cnn il 75% delle truppe di Mosca sarebbero addirittura già posizionate per sferrare l'attacco.

MA MOSCA SMENTISCE: NON C'E' MOTIVO PER ATTACCARE
Mosca, tuttavia, smentisce. "Non c'è alcun motivo per la Russia di attaccare nessuno" ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, invitando i partner occidentali a "tornare a essere ragionevoli". Lo scrive il Guardian online. "Vi esortiamo a porvi la domanda: che senso ha che la Russia attacchi qualcuno?", ha detto Peskov in un'intervista trasmessa dall'emittente statale Rossia 1.

AMBASCIATA USA: "C0NNAZIONALI LASCINO LA RUSSIA"
Resta il fatto, però, che in queste ore l'ambasciata Usa a Mosca ha comunicato agli americani residenti in Russia di "dotarsi di piani di evacuazione" da attuare in caso di attacco russo all'Ucraina. Tale avvertimento segna un ulteriore deterioramento delle relazioni tra Washington e Mosca. Nella comunicazione si fa anche riferimento a "minacce di attacchi contro centri commerciali, stazioni ferroviarie e della metropolitana".

ZELENSKY INVOCA IL CESSATE IL FUOCO
Intanto, dal canto suo, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo una conversazione telefonica con il premier francese Macron, ha fatto sapere di essere favorevole a un "cessate il fuoco immediato" nella regione separatista del Donbass, nell'est dell'Ucraina zona al centro di una vera e propria escalation militare.

BOMBARDAMENTI SU DONETSK
Questa mattina, infatti, l'agenzia di stampa russa Tass ha riferito, infatti, di violenti bombardamenti d'artiglieria su Donetsk, la più grande città dell'autoproclamata filorussa Repubblica popolare di Donetsk. Ma bombardamenti, secondo i primi rapporti, avrebbe preso di mira anche altre città del Donbass come Aleksandrovka, Dokuchayevsk, Oktyabr, Sosnovskoye, Spartak oltre ai villaggi di Petrovskoye, Staromikhailovka e Kommunarovka.

Le due regioni del Donbass ucraino, nell'Est del Paese, "contese" dai filorussi (foto depositphotos)

I FILORUSSI CHIAMANO LA MOBILITAZIONE GENERALE
Dal canto loro, i separatisti filo-russi di un'altra autoproclamata Repubblica popolare del Donbass, quella di Lugansk, hanno chiamato la popolazione alla mobilitazione generale, evacuando - come già fatto in precedenza da Donetsk - migliaia di residenti, in particolare donne e bambini (si parla di oltre 40mila i profughi giunti nell'area di Rostov, in Russia), e denunciando che le forze di Kiev sono "in piena allerta da combattimento".

LA PREOCCUPAZIONE DI JOHNSON (GB)
Intanto, in Europa e nel mondo, cresce la preoccupazione per un'escalation del conflitto. "Le prove suggeriscono che la Russia stia pianificando la più grande guerra in Europa dal 1945" ha detto il primo ministro britannico, Boris Johnson, secondo il quale "il piano è già iniziato". Negli Usa, il presidente Joe Biden ha convocato una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale sulla crisi ucraina. Secondo la Casa Bianca, "la Russia potrebbe lanciare un attacco contro l'Ucraina in qualsiasi momento".

LA DIPLOMAZIA DI DI MAIO
A casa nostra, secondo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, quella del dialogo "è la strada maestra da seguire, non ci sono alternative". L'Italia, ha sottolineato il capo della Farnesina "darà il massimo per favorire il dialogo tra le parti". Questa linea, tra l'altro, è stata ribadita anche nel comunicato finale della riunione di Monaco, tenutasi ieri, tra i ministri del G7 in cui si la Russia è stata invitata a "ritirare in modo sostanziale le forze militari dai confini dell'Ucraina".