Fu firmato da Franklin Delano Roosevelt il 19 febbraio 1942, preceduto dalle Proclamation 2525, 2526 e 2527 che seguirono l'attacco giapponese a Pearl Harbor: destinatari individui di origine giapponese, tedesca e italiana che vivevano negli USA. Furono FBI e le altre agenzie deputate alla sicurezza interna a limitarne la libertà, tra i bersagli anche il padre dell'idolo Joe Di Maggio
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di ROBERTO ZANNI

"Oltre a evacuare con la forza 120.000 americani di origine giapponese dalle loro case sulla costa occidentale degli Stati Uniti verso campi di prigionia circondati da filo spinato, EO 9066 chiese anche il trasferimento obbligatorio di oltre 10.000 italoamericani limitando inoltre i movimenti di altri 600.000 a livello nazionale". Lo ha raccontato lo Smithsonian Magazine, in occasione di uno degli anniversari dell'Executive Order (EO) 9066 che fu firmato il 19 febbraio 1942 dall'allora presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt. Quest'anno si ricordano gli ottant'anni da quel giorno che qualche mese prima era stato preceduto dalle Proclamation 2025, 2026 e 2527 (quest'ultima dedicata specificatamente agli italiani) arrivate dopo l'attacco giapponese di Pearl Harbour (7 dicembre 1941). Era la Seconda Guerra Mondiale, l'entrata nel conflitto degli Stati Uniti, ma quelle decisioni, per quanto riguarda in particolare gli italiani e italoamericani, rappresentano un capitolo poco conosciuto, sempre controverso anche se specialmente per i nippo-americani le sofferenze e le punizioni inflitte loro in quel periodo hanno rappresentato un capitolo oscuro della storia statunitense. "Gli italiani - ha raccontato Tom Guglielmo, docente alla George Washington University i suoi corsi vanno da razza & razzismo ai diritti civili, fino all'emigrazione e la Seconda Guerra Mondiale - avevano subito pregiudizi per decenni prima dell'ordinanza del 1942. Sono stati il più grande gruppo di immigrati passati da Ellis Island. Tra il 1876 e il 1930 furono 5 milioni gli italiani arrivati negli USA, non senza contraccolpi: negli anni '20 pseudoscienziati e polemisti resero popolare l'idea che fossero una razza differente dagli anglo-americani. Non c'è dubbio che quelle convinzioni esistessero ancora nel 1942". Così con le Proclamation e l'Executive Order 9066 cambiò all'improvviso anche la vita di tanti italiani e italoamericani che vivevano negli States. L'Italia era un nemico e di conseguenza, pur senza colpe, lo erano anche loro. C'erano agenti dell'FBI e dello Strategic Services, il predecessore della CIA, in azione: per sorvegliare, arrestare, prendere sotto custodia (termine dall'ampio significato che poteva anche dire detenzione in centri di internamento) immigrati italiani classificati come 'stranieri nemici' e chi mostrava comportamenti sospetti e sovversivi che potevano minare la sicurezza e la difesa della nazione. EO 9066 non solo consentiva di arrestare e spedire in galera senza accuse oppure processi, ma consentiva anche la messa sotto sequestro, in maniera sommaria, di case e attività commerciali. Ci fu un generale, John DeWitt, che insistette affinchè il padre del celeberrimo Joe DiMaggio, idolo degli Yankees, venisse arrestato. Giuseppe, così si chiamava il papà, pur vivendo da oltre quarant'anni negli USA non aveva mai chiesto la cittadinanza. E se l'FBI non arrivò fino alla detenzione richiesta, a Giuseppe e la moglie Rosalia, come tanti vicini di casa italiani, fu imposto di portare sempre con loro documenti di identificazione con l'obbligo di chiedere il permesso per spostamenti oltre gli otto chilometri da casa. A Giuseppe poi fu sequestrato il suo peschereccio e vietato di andare al porto dove aveva lavorato per decenni. E come alieni nemici gli oltre 600.000 americani nati in Italia furono soggetti al coprifuoco, dovevano rimanere in casa dalle 8 di sera alle 6 del mattino. Tanti furono gli episodi contro gli italiani anche se poi nell'autunno del 1942 in un discorso radiofonico alla nazione FDR, Franklin Delano Roosevelt riconobbe gli italoamericani come patrioti, togliendo loro l'etichetta di nemici stranieri con le restrizioni rimosse il 12 ottobre, per il Columbus Day. Ma nonostante ciò FBI e le altre agenzie continuarono a violare i loro diritti e limitarne la libertà. E nel 2001 c'è stato anche un rapporto, destinatario il Congresso degli Stati Uniti, denominato 'Review of Restrictions of Person of Italian Ancestry During World War II' sulle restrizioni subite dagli italiani negli USA durante la Seconda Guerra Mondiale che seguiva la legge del 7 novembre 2000 'Wartime Violation of Italian Civil Liberties Act', riconoscimento ufficiale delle ingiustizie subite dagli italiani.

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