Si è svolta  la riunione tecnica del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero con la Consigliera d’Ambasciata, Valentina Setta, riguardo la promozione della lingua e della cultura italiane all’estero che è servita ad esprimere il parere obbligatorio del Cgie per la proposta della nuova circolare redatta dalla Direzione Generale Diplomazia Pubblica e Culturale della Farnesina, che è stato, in ultima analisi, negativo. Un parere negativo dovuto a diverse perplessità fuoriuscite durante il confronto, anche se il Cgie si è detto ancora pronto a collaborare per migliorare questa circolare, nonché soddisfatto delle discussioni avute in questo anno.
La riunione ha preso il via con una premessa curata dal Segretario Generale del Consiglio Italiani all’Estero, Michele Schiavone, che ha realizzato una panoramica su come sia arrivati a questo momento. “Gli studenti italiani all’estero sono cittadini a pieno titolo, portatori di diritti e di doveri” ha spiegato Schiavone, prima di spiegare come si articolare il sistema di formazione italiana nel mondo. Ma tutta la sua permessa, è stata utile soprattutto per definire e capire che “la questione è una questione normata. Ci sono leggi, e queste leggi vanno applicate, non solo evocate. Ma devono avere un’applicazione continua negli ambienti dove si propone e si promuove la lingua e la cultura italiana, affinché tutti i nostri connazionali, scolari e adulti, possano avere la possibilità di formarsi. Si tratta di uno dei capisaldi dei diritti contenuti nell’articolo primo della Costituzione, e negli Art. 33 e 34, che ne indica le prerogative. E questi - ha concluso la sua premessa Schiavone - sono articoli primari che nessuno può alienare”.
È stata poi la volta dell’intervento di Valentina Setta, che ha illustrato i capisaldi della nuova circolare, definito “un miglioramento della circolare 3”. Non è una “nuova” circolare, a quanto spiegato dalla Consigliera d’Ambasciata, quanto piuttosto “di una circolare migliorata sulla base dell’esperienza fatta sulla prima applicazione della circolare 3. Ci è sembrato opportuno - ha aggiunto - apportare correttivi, che vengono fuori dalle discussioni fatte con il Cgie, con gli enti gestori e con i dirigenti scolastici, oltre che ai colleghi di ambasciate e consolati. Si tratta di miglioramenti sulle iniziative per gli enti gestori, che si chiameranno non più progetti, ma attività. Inoltre vengono definire 4 attività in cui possono essere incanalate le attività degli enti gestori, ossia: corsi curriculari, extra curriculari, materiali didattici e progetti finalizzati”. Ma quella della divisione per attività e non per geografia, non è la sola problematica su cui si è intervenuti per queste migliorie: “anche la percentuale di contribuzione sarà differente tra le differenti attività. Questo è in linea con le nostre priorità” e lo si è fatto per “andare incontro agli enti gestori”. “Per i corsi curriculari - ha aggiunto Setta - ci saranno minori risorse. Non abbiamo inserito le percentuali, che verranno inserite poi nel decreto. In questo modo potremo mantenere un approccio più flessibile e potremo mantenere questo testo più a lungo”. Anche riguardo la modulistica interverrà la nuova circolare: “sarà più semplice perché prevederà Pdf compilabili e predefiniti”, in modo da semplificare i contributi da erogare. Inoltre, “nella circolare abbiamo specificato meglio le scadenze. Tutto l’impianto proposto tende a dare la certezza di erogazione del contributo, permettendo agli enti di presentare le loro richieste con largo anticipo. Con il calendario che proponiamo con questo nuovo testo, vengono riunificati gli enti australi e boreali. Si farà una graduatoria unica degli enti e l’assegnazione delle risorse sarà fatta all’inizio dell’anno, che permetterà agli enti di contare con certezza sui contributi prima dell’inizio dell’anno scolastico”. E infine, è stato reinserito il “parere obbligatorio, anche se non vincolante, dei Comites di riferimento”.
Di seguito, è intervenuto il presidente della IV commissione tematica - Lingua e Cultura - del Cgie, Fernando Marzo: “se oggi il cgie si è riunito per emettere un parere, è perché esiste una necessità, ricordata anche da Mattarella: l’italiano è una lingua viva, e questo ha un significato, perché riesce a influenzare altre lingue, ad evolversi, anche in giro nel mondo. E per questo, l’apporto delle comunità all’estero è chiaro e importante”. Come primo approccio, Marzo ha spiegato che sarà necessario nel prossimo futuro “affinare alcuni aspetti che ancora non vanno nella giusta direzione”. Anche perché serve poi un decreto attuativo, “che spesso nasconde sorprese e difficoltà”. Ma nonostante tutto, “l’approccio fatto in questi momenti è stato molto costruttivo”, secondo Marzo. “Purtroppo, le modifiche presentano delle incongruità, ossia: la tempistica, non c’è l’impegno per rispettare un calendario in modo certo. Sembra esserci un aumento del carico amministrativo. Logica ispettiva: non siamo contrari contro il fatto di professionalizzare il lavoro degli enti gestori, ma questo non deve caricare l’ispezione per l’ente gestore”. Altri temi che presentano problematiche più o meno grandi sono, secondo Marzo, la flessibilità, che quest’anno ha dato buoni frutti, l’albo consolare, per il quale “serve un confronto per vedere chi c’era e chi ci dovrebbe essere”, i ritardi, per i quali “bisogna fare qualcosa”, le spese ammesse, che invece necessita di un chiarimento per “capire fin dove può arrivare l’ente gestore”. Insomma, diversi aspetti salienti che meritano di essere chiariti. E inoltre è necessario anche “garantire continuità”.
Dopo l’intervento di Marzo, è stata poi la volta dei vari consiglieri Cgie che hanno espresso i loro pareri, le loro perplessità e anche i ringraziamenti per il confronto alla Consigliera d’Ambasciata Setta. Primo a parlare è stato dall’Argentina Marcelo Romanello, che ha parlato per diversi colleghi residente nel paese sudamericano, che ha dato un giudizio piuttosto tranchant rispetto alla politica di diffusione di lingua e cultura italiana nel mondo, che, secondo loro “di fatto non esiste”. In America-Latina, ha spiegato Romanello, “gli italo-discendenti, senza alcun distinguo, non parlano la lingua italiana. Le famiglie italo-discendenti non hanno avuto e non hanno accesso a corsi di lingua. Nonostante ci sia una circolare di 20 anni, il termine di famiglia viene citato solo 1 volta. Per questa ragione, il parere che diamo a questo nuova circolare non è positivo”. Dicendolo, Romanello ha chiesto “di rivedere in particolare l’esclusione dei corsi per adulti” e “di creare una programmazione di diffusione, dando attuazione all’art. 34 della Costituzione”.
Ha preso parola poi il consigliere Fabio Ghia, che è stato ancora più severo di Marcelo Romanello e dei colleghi dall’Argentina, con cui però ha spiegato di trovarsi d’accorso. A suo parere non si sta tenendo bene conto di quello che succede nel mondo, per questo il suo giudizio “è fallimentare”. “Se vogliamo parlare della diffusione - ha aggiunto -bisogna chiudere completamente questa parentesi e guardarsi intorno”.
Anche per Franco Papandrea, consigliere dall’Australia, “la circolare va assolutamente migliorata. Abbiamo speso un anno per trovare un punto di miglioramento e ancora non siamo in grado di portarla avanti. E c’è ancora lavoro da fare”. Papandrea ha battuto specialmente sulle tempistiche: “i corsi vanno avanti, il ministero si deve rendere conto che gli enti promotori non si possono caricare il 100% delle spese. Non sono in grado di procedere perché non si sa se e quale sarà il contributo del MAECI. Gli enti in Australia non vogliono essere cavie. Non ripetiamo quello che abbiamo fatto l’anno scorso, dove gli enti non avevano nessuna certezza. È giusto migliorare la circolare, ma per il momento, perché non si può continuare con l’attuale dando così certezza alle scuole? Rischiamo - ha concluso - di rimanere nel vuoto che si è creato, che è un limbo.
Meno tranchant, invece, il giudizio di Nello Gargiulo, che ha spiegato quanto sia necessario “pensare alle nostre comunità e ai corsi per italo-discendenti, dandogli la possibilità di accedere a qualcuno di questi corsi”. Gargiulo ha poi sottolineato il problema rappresentato dal 2022, facendo una proposta: “adeguare un po’ i progetti approvati quest’anno, senza fare istruttorie che ci potrebbero portare a ottobre, e fare come nel 2021”. 
Il Consigliere Tony Mazzaro, ha, dal canto suo, evidenziato l’importanza del concetto di partenariato espresso in maniera più marcata in questa circolare e delle possibilità di realizzare insieme le norme, sottolineando anche lui le difficoltà delle tempistiche sull’erogazione delle risorse. “Per lavorare bene - ha detto - serve un’intesa, perché c’è in gioco la vita dei corsi e la propria immagine. Serve una seria riflessione. Dobbiamo dare certezze, perché incertezze per incertezze non vanno bene a nessuno”. Inoltre ha sollevato la questione anche degli interessi passivi, e della suddivisione in 4 aree, che “è una buona cosa”. Ma la rimodulazione dei fondi, secondo Mazzaro, “deve essere temporalmente adeguata”.
Prendendo parola, Norberto Lombardi, ha sottolineato come la situazione sia complessa. “Stiamo dialogando da parecchio tempo con i funzionari dell’Ufficio V, e ringraziamento per la disponibilità e la pazienza che abbiamo incontrato, però, persistono problematiche e motivi d’allarme, sia da un punto di vista geografico, che da uno temporale e burocratico”. “Il Cgie - ha spiegato - oggi non può esprimere un parere positivo, ma può verificare i miglioramenti e verificare che questo sia un lavoro work in progress, continuando a migliorare sul campo”.
Per la consigliera Silvana Mangione, “gli Enti attuatori devono confrontarsi con le normative locali”, dunque per le “occorre privilegiare quelli che hanno accordi con le comunità locali che sottopongono la permanenza del loro contributo alla certezza di quello degli Enti stessi”. “Ad essere penalizzati - ha aggiunto - sono gli enti più piccoli, quelli che hanno avuto 20/30mila euro di contributo”, che “amministrativamente non ce la fanno”. Negli Usa, ha riportato la consigliera Cgie, sono stati chiusi 3 enti: “grazie alla Console generale di Boston è stato risanato lo storico Casit”, mentre a Toronto “è ancora in pericolo lo storico ente di Toronto”.
Quanto ai Piani Paese, per la vice segretaria per i paesi anglofoni extra Ue occorre “affrontare la questione una volta per tutte. Chiedo al Cgie che nel parere si includa la necessità di definire chi partecipa alla predisposizione dei Piani Paese per le parti relative alle comunità italiane all’estero, in tutte le espressioni per cui Cgie è chiamato in causa”. 
È poi intervenuto, prima della replica della Consigliera d’Ambasciata Setta, Marcelo Carrara anche lui dall’Argentina e anche lui ribadendo - come fatto precedentemente da Marcelo Romanello - la difficoltà di trovare persone che parlano italiano in Argentina nonostante la quantità di italo-discendenti. “Una politica, quella di diffusione della lingua, che non esiste”. E dunque, anche lui ha dato un parere negativo, specie riguardo l’esclusione dai contributi per i corsi per adulti. “Ma serve ancora di più, una pianificazione globale”, ha concluso. 
Concludendo il dibattito, Setta ha spiegato che “andare avanti con la circolare così com’è, significa andare avanti con gli stessi contributi, cosa che gli enti non riescono a fare. Per questo riteniamo che la strada migliore sia andare avanti con questi emendamenti che vi abbiamo presentato. Da parte nostra - ha aggiunto - l’idea è che gli enti devono piano piano vivere di vita propria, non possono sopravvivere solo con i fondi del ministero. Devono diventare partner e non essere dipendenti dal contributo ministeriale. È chiaro che sarà una progressione graduale, che dipenderà dalle condizioni generali. Ma è chiaro anche che l’intenzione è lavorare insieme a voi”. Rispondendo poi ad alcune delle questioni sollevate dai consiglieri Cgie, ha risposto: “interessi passivi: ci impegniamo a dare certezza del contributo, però non possiamo impegnarci per pagare gli interessi”. Sui contributi: “la gestione è autonoma, vogliamo verificare l’impatto del nostro contributo sulla promozione della lingua italiana. Se dopo tanti investimenti dati negli anni passati, in tanti paesi si dice che c’è un problema nella diffusione, bisogna fare una riflessione su ciò che è stato fatto e capire come migliorare”.
“Di fatto - ha concluso prima di rispondere ad altre domande prettamente tecniche -, stiamo uscendo dalla pandemia, quindi non avremo più la flessibilità che abbiamo avuto l’anno scorso. Ma come stiamo modificando questa circolare, si potrà modificare ancora”. 
Infine, Fernando Marzo, coadiuvato dal Segretario Generale Schiavone, ha presentato il parere ufficiale richiesto al Cgie riguardo questa modifica.
Nel parere, il Cgie sottolinea l’apprezzamento per “l'intenzione di dialogo per risolvere le difficoltà emerse nella fase applicativa della circolare” e ricorda di aver “fatto proposte specifiche e argomentate, riportando direttamente anche le istanze degli enti gestori e promotori rispetto all'impianto generale della circolare. Alcuni punti specifici in essa contenuti, così come alcune proposte che - formulate e trasmesse alla Direzione generale l’8 Febbraio 2022 - vengono allegate al presente parere”. Posto che “nessuna circolare può produrre i suoi effetti positivi e operativi senza che a monte vi sia una struttura adeguata, sia per quanto riguarda la dotazione di personale, sia per quanto riguarda le procedure di lavoro”.
Procedure che dovrebbero “rispettare i tempi necessari per la vita e la sussistenza degli enti gestori – promotori, delle loro attività e degli impegni assunti”. Ribadita la costatazione del generale deperimento dei “diritti elementari” degli italiani all’estero “n materia di formazione scolastica” e “del fatto che, salvo aspetti marginali quale la formazione della graduatoria dei progetti, non sussiste la convinzione da parte del Maeci di modificare in termini sostanziali e specifici i punti della circolare”, il Cgie “non può esprimere un parere positivo sulla circolare sottoposta al nostro esame”. 
Il Consiglio generale si dice “convinto che ci siano i margini per migliorare e rendere più pragmatica e fruibile la politica di promozione culturale e linguistica, partendo dalla valorizzazione dei soggetti che da anni sono impegnati in queste attività”; persone “che hanno dato lustro all'immagine del nostro Paese, formando milioni di nostri connazionali residenti all'estero”, ma anche “nuovi soggetti che si intitoleranno progetti innovativi” per la promozione della lingua.
Il parere, su cui diversi consiglieri hanno consigliato piccole modifiche nella premessa, è stato votato all’unanimità.