Ucraina, le regioni contese del Donbass, nell'Est del Paese (foto depositphotos)

di Riccardo Scarpa

Il discorso di Vladimir Vladimirovič Putin va innanzitutto capito. La stampa, molto semplicista, parla in gran parte solo del riconoscimento delle due autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, nel Donbass. Quando però il presidente della Federazione Russa dice che l'Ucraina è parte della storia russa e la sua configurazione come Stato è una invenzione – sottintende arbitraria, di Lenin – pochi ricordano come il più grande romanziere della letteratura russa del secolo scorso, quel Michail Afanas'evič Bulgàkov del "Il maestro e Margherita", di "Cuore di cane" o delle "Uova fatali" fosse di Kiev, e fosse un suo zio Sergej Nikolaevič Bulgàkov, grande ma in alcune dottrine discusso teologo russo, ritratto mentre discute con Pavel Aleksandrovič Florenskij, il più grande teologo cristiano del secolo scorso, oltre che matematico, da Michail Vsil'evič Nesterov, il caposcuola del simbolismo russo.

Storicamente la Rus' nasce a Kiev. L'origine è nei Variaghi, commercianti e pirati scandinavi che servirono come mercenari gli Imperatori romani di Costantinopoli. Si costituì, nel IX secolo, la Rus' di Kiev, come risultato dello stanziamento di queste tribù vichinghe svedesi in mezzo a tribù slave. Successe quanto accadde coi Franchi nelle Gallie. Essi, Carlo Magno in testa, non parlavano "francese", ma un dialetto germanico simile a quello dell'attuale Franconia e poi, immersi tra gallo-romani, latinizzarono la loro parlata. Così, verso l'880, Re Rjurik istituì uno Stato a Novgorod, spostata, come capitale, dai successori a Kiev e i Variaghi, minoranza, mutuarono la lingua dalle tribù slave ivi stabilite. Così è nata la Rossija o Russia.

Una principessa di Kiev fu Olga, nel X secolo, la cui vita può essere divisa in due fasi: nella prima restò vedova del marito, assassinato da principi concorrenti, prese la reggenza del figlio e lo vendicò in modo truce, in una vera saga nibelungica; poi, nel 957, si recò a Costantinopoli, venne battezzata dal Patriarca Polieucte ed ebbe come padrino l'Imperatore Costantino VII Porfirogenito. Dopo la conversione divenne una santa, la prima santa russa. Il nipote, San Vladimir I, nel 988 battezzò la Russia. A Kiev fu fondata una Metropolia dal Patriarcato di Costantinopoli. Nei secoli XI a XII vi furono invasioni di popoli asiatici e alla fine ci fu il dominio dei Tartari, i quali resero tributari i principi russi. Svedesi e Cavalieri Teutonici cominciarono a premere a Occidente, fino a quando vennero sconfitti nel XIII secolo dal signore di Novgorod, San Aleksandr Nevskij.

Nel secolo successivo crebbe il Granducato di Mosca, che sconfisse i Tartari nella battaglia di Kulikovo ed ebbe una vera rinascita spirituale a opera di San Sergio di Radonež. In questi frangenti la Metropolia dovette spostarsi da Kiev a Vladimir e a Mosca. Nel 1453 cadde Costantinopoli, e la Russia rimase l'unico Stato cristiano nell'Oriente eurasiatico. Tommaso Paleologo, fratello di Costantino XI, ultimo Imperatore dei Romani in Costantinopoli, condusse a Mosca quanto rimase della Corte, e la figlia di Tommaso, Zoe o Sofia Paleologa, sposò Ivan III e portò in dote il titolo di Cesare, Czar. Così nacque Mosca, Terza Roma, e l'emblema dell'Impero Romano d'Oriente, l'aquila bicipite, divenne quello dello Stato successore.

Dopo il rifiuto dei rappresentanti del popolo nella Chiesa russa di accattare l'unione di Firenze con Roma, nel 1441, e nel 1448 la proclamazione dell'autocefalia del Metropolita di Mosca e di tutta la Russia, il Patriarca di Costantinopoli, Geremia II Tranos, nel 1589, riconobbe al Metropolita Giobbe il titolo di Patriarca di Mosca e di tutta la Russia. Nel mentre in Ucraina, nel secolo XV, vi fu un'immigrazione di profughi ortodossi, definiti "kozak", Cosacchi, cioè nomadi, e una parte subì l'aggressione e la dominazione del Granducato di Lituania e della Confederazione lituano-polacca, mentre la Rutenia transcarpatica fu occupata dall'Ungheria asburgica, e una zona sudoccidentale dal Principato di Moldavia, tributario dell'Impero Ottomano. Nel XVIII secolo, ristabilite le frontiere dell'Impero Russo, entrarono a far parte: della Piccola Russia i governatorati di Kiev, Carkov, Poltava e Černigov; della Russia Meridionale i governatorati di Ekaterinoslav, Cherson, Tauride e parte della Bessarabia; della Russia Occidentale i governatorati di Volinia e Podolia.

Fra il 1917 e il 1922 queste province russe vennero coinvolte pesantemente nella guerra civile. Nel 1918 la Repubblica popolare di Kiev fu il centro politico operativo dell'Armata Bianca, a cui venne contrapposta la Repubblica socialista sovietica di Ucraina, e fu questa l'invenzione dell'Ucraina attribuita a Lenin da Vladimir Vladimirovič Putin. Come si vede, non è solo una storia completamente russa, ma la stessa storia russa comincia con la Ros' di Kiev. Una narrazione Ucraina nasce dalla rivoluzione e dalla guerra civile, e il nazionalismo antibolscevico ucraino venne sfruttato dalle forze di occupazione dell'Asse, tra il 1941 e il 1944, quando trentamila ucraini si arruolarono nelle Waffen-Ss e operò un Esercito insurrezionale ucraino contro l'Armata Rossa. A fine guerra ne fecero le spese i Cosacchi, mentre l'Unione Sovietica cercò anch'essa di coccolare un nazionalismo ucraino, scorporando dalla Federazione Russa la Crimea per annetterla all'Ucraina sovietica nel 1954.

Ora, si giudichi come si vuole, ma questo è il quadro che sta dietro il discorso del presidente della Federazione Russa di lunedì 21 febbraio 2022.