Jorge Castiglia

di Matteo Forciniti

Sono davvero tanti i meriti che avrebbe Jorge Castiglia per arrivare ad essere nominato membro cooptato del Comites di Montevideo. Il suo nome, insieme a quello di Nery Pinatto, è saltato fuori durante l'ultima seduta dell'organismo che ha votato per far nominare queste due persone prima ancora dell'autorizzazione dell'Ambasciata.

Oltre ai consiglieri eletti, tra i membri del Comites possono far parte anche i cooptati che sono cittadini stranieri di origine italiana fino al quarto grado che non hanno potuto partecipare alle elezioni: la loro candidatura deve essere inviata dalle associazioni e deve passare poi sotto il voto della seduta.

In una decisione anomala, il Comites ha già nominato questi due cooptati senza aspettare il parere dell'Ambasciata che verifica l'esistenza o meno dei requisiti. D'altronde in tutti i processi elettorali prima di candidarsi una persona deve presentare la propria richiesta e una volta verificati i requisiti si ottiene l'autorizzazione a presentarsi. È stato così per le ultime elezioni del Comites ma non per i cooptati per cui si è agito al contrario. La questione non era urgente dato che c'era tempo fino a metà aprile per procedere alle nomine. E allora perché il Comites ha avuto tutta questa fretta a nominare i cooptati?

Tra un paio di mesi si svolgeranno le elezioni del Cgie, il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, e a decidere il nome del rappresentante uruguaiano saranno i membri del comitato insieme ad alcune associazioni. Bisogna ricordare che il presidente del Comites Aldo Lamorte - pardon L' Innominabile come ci impone la Fiscale...- fa ancora parte dell'attuale Cgie grazie a una nomina ottenuta dal precedente governo e oggi continua a mantenere il doppio incarico nonostante l'incompatibilità del doppio mandato stabilita dall'articolo 5 della legge istitutiva del Cgie e il diktat dell'Ambasciata

L'urgenza di nominare i cooptati del Comites servirà per garantire questa volta i voti necessari a Lamorte per arrivare al Cgie dopo la sconfitta del 2015? Alla continua ricerca di una poltrona tra Italia e Uruguay, tra il Partido Nacional, il Maie e il Maiu,  il deputato supplente del Parlamento uruguaiano sta facendo di tutto per cercare di mantenersi l'incarico considerato anche che al ministero degli Esteri non c'è più il leader del suo partito, Ricardo Merlo: non contento di aver ottenuto il controllo assoluto del Comites con la sua lista adesso prova ad aggiungere altre due persone al suo gruppo e con quali meriti?

Jorge Castiglia è il suo impiegato tuttofare, il portiere del suo ufficio ma anche il responsabile della campagna elettorale del suo partito uruguaiano, la minuscola Unión Cívica. A Castiglia -che si definisce "psicologo quantico" di professione- si devono indimenticabili scritte apparse sui muri di Montevideo durante le tornate elettorali, tanto per l'Italia come per l'Uruguay. Lui stesso ha partecipato alle ultime elezioni uruguaiane del 2019 venendo inserito al settimo posto tra i candidati della lista 80 presentata dall'Unión Cívica che ha sostenuto l'attuale presidente Luis Lacalle Pou.

I meriti dello psicologo quantico per arrivare al Comites non finiscono qui: secondo un'inchiesta del 2020 realizzata dal portale Sudestada, Castiglia è stato anche un prestanome negli affari immobiliari dell'architetto Lamorte. A lui è intestata la società anonima Monte Platino che ha comprato quattro terreni nella zona di Carrasco Norte a Montevideo dal valore di 306.850 dollari. In base a quanto si racconta nell'articolo, il progetto dello studio Lamorte & Asociados prevede la costruzione di un mega quartiere semi-privato ma per poter realizzare l'opera è necessario procedere prima allo sgombero di 200 famiglie che si trovano su quei terreni: l'atto della domanda giudiziaria contro queste famiglie è stato firmato da Rosario Lamorte, sorella di Aldo e candidata alle ultime elezioni politiche con il Maie.

A proporre formalmente l'ingresso di Castiglia al Comites è stata l'Associazione Emiliano-Romagnoli Emigrati in Uruguay (Aereu) la cui richiesta desta enormi sospetti. Ad accezione della partecipazione con uno stand alla festa "Calabria celebra Italia" del 2020, l'ultimo evento organizzato da questa associazione risale al 2015 con la presentazione di un libro. Fino a poco tempo fa alla guida di Aereu c'è stato Claudio Melloni, ex presidente del Comites della lista Maiu tra il 2015 e il 2017, oggi sua figlia Costanza si ritrova consigliere del Comites all'interno della maggioranza. 

Perché un'associazione pressoché inattiva ritorna misteriosamente a mobilitarsi per sostenere la candidatura di un membro del Comites? E soprattutto, con quale credibilità un'associazione controllata dagli amici di Aldo Lamorte interviene nella vicenda dei membri cooptati?

La segreteria del Comites sostiene di aver inviato la richiesta per la segnalazione dei cooptati a tutte le associazioni della collettività ma alcune di queste -come la Calabrese- dicono invece di non aver ricevuto alcun messaggio.

Nonostante la dura opposizione degli 8 consiglieri di minoranza che hanno denunciato una "chiara violazione della legge", il Comites ha votato a maggioranza i due membri cooptati grazie anche alla complicità indiretta dell'Ambasciata che ha preferito mantenere il silenzio come spesso accade. "La legge non specifica i tempi per quanto riguarda le candidature. Normalmente, in Italia prima di andare al voto vengono previamente verificate le candidature. Quello che abbiamo è una sentenza del Consiglio di Stato dove si stabilisce che, in caso venga scoperta un'irregolarità, ciò comporterebbe la nullità delle operazioni elettorali": queste le uniche parole pronunciata dal capo della cancelleria consolare Alessandra Crugnola durante la seduta. Un modo diplomatico per lavarsi le mani ed evitare ogni responsabilità.