Fiume Po a Torino (Depositphotos)

Franco Esposito

Senza acqua, il Po rischia di finire assiderato. Il gigante malato è alla prese con una pesante crisi, la peggiore da 30 anni. Potrebbe non essere sufficiente ad agricoltura, energia, industria. Sarebbe un dramma assoluto e sarebbe oltretutto la prima volta nella sua storia. 

Senza neve né pioggia, il letto del Po si svuota. La terra inaridisce. "Mai visto nulla di simile", disperati quelli che da sempre abitano sulle sponde del più grande fiume italiano. Il gigante che assiste impotente alla fuga dei suoi abituali frequentatori. Le motonavi che lo solano sono in vendita, non riescono più a navigare, si incagliano. Il grande fiume è stato come un parente, per tutti quelli che lo hanno frequentato. 

"Noi diciamo così, vado a trovarlo, e tutti capiscono di chi stai parlando", sospiri e lacrime di marinai, cavatori di sabbia, comandanti d motonavi. "Vai al Po, a controllare la portata, vai a perlustrarne le sponde. Vuoi sapere come sta: Ecco, il Po sta malissimo", dolente è la riflessione di Carlo Alberto Fasanelli, comandante della motonave passeggeri Beatrice, nata in un cantiere navale d Mantova e varata nel 2016. Il nome in onore della figlia del comandante. Progettata sul modello delle imbarcazioni fluviali del Reno per navigare in poca acqua, a pieno carico pesca al massimo settanta centimetri. Trecentomila euro il costo di questo battello destinato a navigare sul Po. A seguire e risalire la corrente fino alla zona di Piacenza. E portare i turisti in nome di quella promessa fatta al padre che aveva sempre vissuto sul fiume. "Ma lo vedete oggi il Po?". 

Domanda retorica, la risposta la conoscono un po' tutti. Il Ticino alla cofluenza ha quaranta centimetri d'acqua. Dove andiamo?". Appunto dove va in queste condizioni il gigante rimpicciolito dalla mancanza di pioggia e neve? Da nessuna parte. "Al Ponte De Gasperi l'idrometro segna due metri e dodici centimetri. Record negativo di sempre". IL comandante Favarelli sta lasciando il Po, ma in realtà è il grande fiume che sta lasciando tutti noi.

Il segnale della grave crisi è reperibile nelle condizione del bacino del Po. A Pontelagoscuro il livello è meno quaranta, ovvero quasi alla soglia di allerta. La catena di approvvigionamento è unica. Senza la pioggia, la neve, l'umidità, la nebbia, il Po si svuota. Le attuali condizioni del fiume raccontano una storia che non esiste più. L'idrometro al Ponte della Becca, all'altezza d Pavia, dice qualcosa come se si trattasse di un clamoroso errore. Proprio lì, dove il fiume arrivava una volta. Mai lo avevano visto così basso. "Peggio di così si muore". 

In certi tratti si vede chiaramente il fondale. Le piccole imbarcazioni non navigano, stanno ormeggiate all'imbarcadero, con la loro chiglia piatta e metallica. Laddove nei giorni di bel tempo e di acqua abbondante da qui è possibile navigare fino a Venezia. 

Il Po è oggi protagonista di un caso limite, suo malgrado. Siccità e e alluvioni lo hanno stravolto, non solo nella fisionomia. C'è sempre meno acqua. Ma c'è pure una domanda che bisogna farsi: cosa è stato fatto negli ultimi cinquant'anni? Il fiume sembra non interessare a nessuno, non ci sono più punti di attracco, non c'è cura, non esistono progetti". 

Toni e contenuti sono quelli classici della denuncia. Il gigante soffre anche di abbandono da parte degli uomini. Se qualcuno si azzarda a fare qualcosa, viene punito, mai incoraggiato. Il Po muore infatti anche di progetti bloccati. Non uno a due, la lista è ampia, lunghissima. "Nessuno se ne prende cura". 

Lungo il fiume viene coltivato ogni tipo di verdura, dal radicchio al pomodoro, dalla barbabietola alla cipolla. In Italia non c'è altra zona a una così alta concentrazione di biodiversità. Gli asparagi, il frumento, il riso, l'aglio, le ciliegie: forme di vita che dipendono dall'acqua. E proprio dal Po che taglia l'Italia da ovest a Est che si vede il futuro. Inevitabile quindi la domanda: il fiume è alla quarta emergenza negli ultimi dieci anni, basterà la sua acqua per tutti? Ogni anno vengono prelevati dal Po venti miliardi di metri cubi d'acqua per l'industria, l'energia, per l'agricoltura.  "Sì, è vero, siamo preoccupati. Anche la falda sotterranea è scarica. Quanto durerà la scorta d'acqua del Po?". Risponde alla domanda con un'altra domanda lo studioso Andrea Gavazzoli. "Sono andato parlare del problema Po ovunque, ti ascoltano per cortesia, poi nessuno fa niente". 

Lo studioso è sconsolato. Intanto, in Piemonte il Po è a secco; soffrono Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, costrette a fare a meno del bene primario. É così che cambiano i destini delle persone, non solo la geografia.