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Come il petrolio e il gas anche il prezzo del grano balza e raggiunge i massimi da 14 anni a un valore di 33,3 centesimi al chilo che non si raggiungeva dal 2008, ma su valori alti si collocano anche le quotazioni di mais e soia necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti.

È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti alla manifestazione dei giovani sugli effetti economici della guerra che hanno determinato un balzo delle quotazioni mondiali al Chicago Board of trade, punto di riferimento per le materie prime agricole.

A far volare i prezzi del grano e degli altri prodotti agricoli è la sospensione a causa della guerra delle spedizioni commerciali dai porti sul mar Nero dell’Ucraina che insieme alla Russia rappresenta quasi un terzo del commercio mondiale di grano (29%), ma anche il 19% delle forniture globali di mais per l’allevamento animale e ben l’80% delle esportazioni di olio di girasole.