di Stefano Casini

Come abbiamo scritto piú di una volta, lo Stato Italiano ha "quasi" abbandonato i propri connazionali all'estero. Indubbiamente, uno dei paesi più difficili da gestire, per quanto riguarda la comunità italiana, è, senza dubbio, il Venezuela. Una dittatura in atto da molto tempo, la chiusura - sul cartaceo - di uno dei quotidiani italiani all'estero più importanti, La Voce d'Italia, un 80% di persone al di sotto del limite di povertá, ecc. 

In ogni caso, le nostre ultime autorità diplomatiche, si sono date molto da fare (non come in Uruguay) per mantenere, anche in un regime autoritario come quello del Venezuela, ben alto l'orgoglio italiano.

Uno dei tanti esempi. che si possono leggere sulla pagina dell'Ambasciata d'Italia di Caracas, è stata, nel mese di gennaio la III Edizione del Concorso di Cortometraggi "Fare Cinema-El Inmigrante Italiano", sempre più apprezzato da produttori e cineasti. 

Dallo scorso 9 marzo sono state aperte le iscrizioni fino al 10 maggio 2022. Si premieranno i migliori cortometraggi dedicati alla "Cultura italiana nella realtà venezuelana: l'arte, cucina e scienza".

Il concorso patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ideato per premiare l'industria cinematografica nel mondo, é stato organizzato dall'Ambasciata d'Italia in Venezuela, dal Consolato Generale d'Italia a Caracas, dal Consolato d'Italia a Maracaibo, dall'Istituto Italiano di Cultura di Caracas, dal Comitato degli Italiani all'Estero (COM.IT.ES), dall'Agenzia ICE (Agenzia per la Promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane), la Camera di Commercio Italo-Venezuelana (CAVENIT), la Società Dante Alighieri di Maracay e il Centro Trasnocho Cultural. 

É anche vero che, come Ambasciatore, a Caracas, c'é uno dei diplomatici italiani più preparati , come il carissimo amico Dott. Placido Vigo, ex Console Generale di Buenos Aires, nel periodo più difficile dell'Argentina, attorno al 2002. Fu lui, che scelse il momento ideale per acquisire la sede del Consolato d'Italia di Buenos Aires, facendogli fare, al nostro paese, uno dei più grandi affari della storia. Con meno di 1.5 milioni di dollari, compró, nel 2002, un palazzo a 6 piani, con 24 posti macchina che apparteneva alle Assicurazioni Generali, in pieno centro della capitale argentina. 

Ma tornando a "Fare Cinema", questo concorso vuol rendere omaggio a uno dei movimenti migratori più importanti del mondo, e in particolare a quello che ha maggiormente influenzato la cultura venezuelana, in particolare dal XX secolo. La nostra emigrazione in Venezuela, ha svolto un ruolo cruciale nella storia italiana attraverso flussi temporanei o permanenti, con storie che hanno lasciato tracce profonde, che vanno molto più in là del "semplice spostamento della popolazione". Il molto laborioso e onnipresente in tutte le associazioni italiane del Venezuela Placido Vigo, in occasione della terza edizione del concorso, gli ha dato un nome emblematico: "Cultura italiana nella realtà venezuelana: arte, cucina e scienza". Questa rappresenta una stupenda occasione per dare uno sguardo da vicino al difficile fenomeno sociale a cui hanno partecipato tanti connazionali che hanno scelto il Venezuela come residenza. Come il resto dei cittadini venezuelani, anche i nostri stanno soffrendo le drammatiche conseguenze di una dittatura lunga e sanguinosa, ma, le nostre autorità diplomatiche, non si sono mai arrese e mai fermate. 

UN PO' DI STORIA

Gli italiani giunti in Venezuela, dove si è prodotta, molto più di recente che in altri paesi sudamericani, la grande ondata emigratoria, non erano solo mercanti, imprenditori, specialisti o fornitori di servizi, ma anche artigiani e inventori con una estrema sensibilità e un grande bagaglio scientifico e culturale, che ha permesso loro di operare in simbiosi con il Paese di residenza, migliorando le proprie condizioni di vita e contribuendo allo sviluppo del Venezuela.

Una parte della storia degli emigranti italiani in Venezuela è composta dai contributi di innumerevoli personaggi noti – e meno noti – che si sono distinti come creatori di differenti espressioni artistiche, artigiani, intellettuali, accademici, scienziati e amanti dei "frutti della Terra", che aiutarono a costruire quello che oggi è il Venezuela.

Come partecipare al Concorso

Le iscrizioni per la Terza Edizione del concorso "Fare Cinema-El Inmigrante Italiano" sono state aperte dal 9 marzo e resteranno disponibili fino a martedì 10 maggio 2022. Sono invitati a partecipare i professionisti dell'area audiovisiva, produttori, registi, sceneggiatori e studenti di cinema, nonché appassionati delle attività audiovisive come mezzo di espressione artistica.

Il regolamento del concorso di quest'anno, prevede che i cortometraggi, documentari o di finzione, debbano avere una durata compresa tra i sei e gli otto minuti. Il film in concorso dovrà essere pubblicato sulla piattaforma YouTube, in modalità nascosta e in formato HD (1920 x 1080 px). I cortometraggi che non si attengano a quanto predetto saranno squalificati.

Il concorrente è tenuto a compilare il modulo del concorso, disponibile sui siti web degli enti organizzatori: www.ambcaracas.esteri.itwww.cavenit.com o www.trasnochocultural.com, nel quale deve essere inserito il link YouTube (in modalità nascosta) del cortometraggio che si intende candidare e accettare le condizioni generali, nonché il regolamento del concorso. Non saranno accettate applicazioni fisiche tramite dispositivi di archiviazione (pen drive, hard disk esterni, compact disc, ecc.). Da quest'anno il regolamento prevede che i vincitori delle precedenti edizioni potranno partecipare di nuovo solo dopo che siano trascorsi due anni. Tale regola sarà valida per i vincitori a partire dalla prima edizione del concorso.

Il tema: arte, cucina e scienza in un paese dove l'Italia ha cambiato la storia

Sin dai primi anni di vita della Repubblica venezuelana abbondano storie leggendarie di europei giunti nel Paese per lavorare la terra perché attratti da progetti di colonizzazione agricola, in differenti parti del territorio, promossi dai governi venezuelani nel XIX secolo. Grazie a grandi imprenditori italiani come Filippo Sindoni, giunto in Venezuela dalla Sicilia nel 1949 il marchio Made in Italy si è fatto fortissimo. 

Grazie al Gruppo Sindoni e il ricordato Giuseppe Sindoni, figlio di Filippo, sequestrato e ucciso dalla mala vita locale una quindicina d'anni fa, il Venezuela, per esempio, é, dopo l'Italia, il secondo paese al mondo in consumo di pasta: Giuseppe Sindoni, residente a Maracay era appunto figlio di Filippo che giunse a Maracay nel 1949 con una mano davanti e l'altra di dietro, ma riuscí a costruire un vero e proprio impero industriale. Non ha soltanto fondato la più grande fabbrica di pasta dell'America Latina, ma giá, con la visione di Giuseppe, la Sindoni Group costruí due grandissimi Shopping Centers, nonché ha fondato il più importante canale televisivo locale, un quotidiano ed una emittente radio di Maracay. Giuseppe è stato uno dei primi Presidenti del COMITES e rappresentante del CGIE. Nato in Sicilia, aveva la piú grande fabbrica di pasta del continente sudamericano. Per la RAI lo intervistammo pochi mesi prima di essere stato ucciso.

A prescindere dal fatto che molti di questi progetti non hanno dato i risultati sperati, oggi è possibile trovare molte aziende affermate nel settore del caffè e del cacao, fondate da italiani, che, grazie al loro ingegno sono riuscite a conquistare i palati dei loro clienti in ogni angolo del mondo. Inoltre, in diversi periodi storici, sono arrivati in Venezuela tecnici agricoli specializzati che hanno contribuito a rivitalizzare i campi e le comunità rurali. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l'immigrazione europea trovava in Venezuela un Paese disposto ad accogliere i nuovi arrivati a braccia aperte. Soprattutto durante il governo di Marcos Pérez Jiménez. Questo Presidente, con vari progetti di sviluppo industriale, infrastrutturale, dell'edilizia abitativa e urbanistica, diede la possibilità a molti immigrati dei quali la metá italiani, di trovare lavoro. Erano soprattutto architetti, geometri, topografi, artisti, pittori e scultori, tutti o quasi tutti professionisti che riuscirono a mettersi in mostra e a contribuire allo sviluppo del Paese. Una buona parte del paesaggio urbano della capitale Caracas é stato costruito a metà del secolo scorso, opera di italiani che progettarono e realizzarono i principali e più importanti palazzi e opere pubbliche, non solo nella capitale ma anche in diversi stati del Paese. I nostri emigranti hanno svolto un ruolo fondamentale nella trasformazione di varie aree e città in Venezuela, come Maracay o Maracaibo, grazie alle diverse attività economiche, proponendo nuovi prodotti e innovazioni delle tecniche lavorative, che furono adottate dal popolo venezuelano, consentendo l'inserimento nei mercati locali di prodotti importati e stabilendo nuove reti commerciali e di trasporto.

Nei '50, secondo statistiche ufficiali venezuelane, gli italiani formavano la più grande comunità di immigrati in Venezuela, portando con sé le proprie tradizioni alimentari, con la pasta quale piatto principale. Fu appunto in quell'epoca che esplose la fabbrica di Pasta Sindoni. Anche se i primi pastifici italiani nel Paese risalgano alla fine dell'800, a Caracas e nelle Ande la diffusione di questo piatto nella dieta dei venezuelani è arrivata con la grande ondata migratoria dall'Italia a metà del secolo scorso, facendo diventare il Venezuela, dopo l'Italia, il maggior consumatore mondiale di pasta.

La pasta con i suoi sughi e le varietà di dolci italiani, presero un posto previlegiato sulle tavole dei venezuelani e anche sui menù dei ristoranti e caffè di tutto il Paese.. Durante questo periodo sorsero anche panifici e pasticcerie, molti dei quali, purtroppo, con l'avvento del chavismo e le drammatiche crisi economiche, sono scomparse come il tessuto produttivo di tutto il paese. Anche l'arepa, uno dei piatti principali del Venezuela, ha subito una specie di talianizzazione: nostri connazionali, titolari di ristoranti, hanno cominciato a farcire le Arepas con salumi come  la mortadella, il salame e la salsiccia. Dal punto di vista gastronomico, fino dai primi decenni del '900, esistono centinaia di  testimonianze di immigrati italiani che commercializzavano bibite e sciroppi artigianali. Anche la prima fase dell'industrializzazione della produzione birraria venezuelana fu fatta da imprenditori italiani, che diedero un impulso decisivo allo sviluppo di opere importanti di ingegneria associate alla produzione di questa bibita popolarissima nel paese.

Comunque, non tutto si concentra nel settore enogastronomico. Sono stati importantissimi, per non dire fondamentali, i maestri marmorari che allestirono laboratori e alcuni dei quali diventarono vere e proprie fabbriche, Poi gli artigiani dell'arte murano, nonché tanti musicisti che si sono dedicati all'insegnamento e che hanno fondato bande e orchestre. Questi hanno composto brani indimenticabili; la "Voce" del giornalismo; I marchi e l'abbigliamento in stile "Made in Italy" che fanno parte della cultura popolare venezuelana e della vita quotidiana, hanno la loro origine nei nostri immigrati che, con le loro virtú, arti, abilità e mestieri, sono giunti in Venezuela per integrarsi agli usi e costumi locali.

L'immigrazione italiana ha contribuito in modo essenziale anche alla ricerca scientifica e al miglioramento del settore accademico e universitario del Venezuela, possibile grazie ai piani di modernizzazione dell'agricoltura, la medicina e le scienze della comunicazione. Il contributo scientifico risale a tempi antichi. Sono stati i grandi nomi che poi hanno marcato a fuoco la storia del paese, come Agostino Codazzi, che avevano già percorso questa strada, donando passione e conoscenza al Venezuela e dedicandosi, per molti anni alla realizzazione di una mappa e di un atlante del Paese, partecipando militarmente alle campagne militari, sviluppando come ingegnere alcuni dei primi progetti di difesa, concepiti nel periodo repubblicano e sostenendo il progetto di colonizzazione di Colonia Tovar.

Sono dunque innumerevoli le storie che raccontano i contributi della comunità italiana in Venezuela, in ambiti come la cultura, l'arte e la cucina, alcuni elementi ai quali punta il concorso "Fare Cinema". 

QUELLE ILLUSIONI CHE MANCANO IN URUGUAY

Questo concorso, alla sua terza edizione, ha giá messo in mostra queste meravigliose storie degli italiani in Venezuela: allora, perché non imitarli? Perché i diplomatici a Montevideo, in un paese molto più "italiano" del Venezuela, non appariscono da nessuna parte? Perché l'Italia ha lasciato morire la Camera di Commercio, la Dante Alighieri, la RAI, l'Ospedale Italiano e stanno anche scomparendo storiche associazioni italiane in Uruguay? Chi ci potrebbe rispondere? La parte diplomatico-consolare.....niente, ma vediamo che, in un paese distrutto nel secolo XXI dal chavismo, ancora mantiene ben alto il nome dell'Italia.

Tornando al Concorso, come nelle prime due edizioni, le opere audiovisive ammesse sono valutate da una giuria qualificata, composta da membri delle Istituzioni italiane, che annuncerà il proprio verdetto il 4 giugno 2022. I primi tre premi saranno assegnati a cortometraggi realizzati dai partecipanti di età superiore a 18 anni, di qualsiasi nazionalità, con residenza in Venezuela da almeno due anni.

Quest'anno c'é anche una categoria "Giovani Talenti", per i partecipanti con un'età compresa dai 14 ai 18 anni, di qualsiasi nazionalità residenti in Venezuela. Il Primo Premio sarà assegnato dall'Ambasciata d'Italia a Caracas, al Miglior cortometraggio "El inmigrante italiano" con un premio pari a 3.000 USD. Che, per il Venezuela, sono qualcosa come comprarsi un appartamento a Roma. Il secondo posto, sponsorizzato da CAVENIT e COM.IT.ES, riceverà un premio di 2.000 USD. La Società Dante Alighieri de Maracay e COM.IT.ES assegneranno il premio per il Terzo Posto equivalente a 1.000 USD. La Categoria "Giovani Talenti" é  promossa dal Consolato Generale d'Italia a Caracas e prevede un premio di 1.000 USD. La giuria qualificata potrà conferire attestazioni speciali a cinque cortometraggi. Queste opere potranno essere inserite nelle candidature presentate dall'Ambasciata d'Italia a concorsi e festival cinematografici internazionali. 

Peccato che in Uruguay, un paese molto piú tranquillo e democratico del Venezuela, purtroppo, la comunità italiana, grazie all'incompetenza di molti dei nostri rappresentanti, nonché personaggi che vogliono soltanto le poltrone di COMITES o CGIE, l'Italia è sparita.

STEFANO CASINI