MARCO FERRARI
Il suo volto e il suo sorriso hanno fatto il secondo Novecento italiano: Vittorio Gassman, uno dei personaggi italiani più amati, ha messo a nudo vizi e virtù del Belpaese con le sue interpretazioni cinematografiche, televisive e teatrali. A 100 anni dalla nascita, per la prima volta una mostra all'Auditorium Parco della musica di Roma celebra il grande Vittorio Gassman (Genova, 1 settembre 1922 - Roma, 29 giugno 2000). L’esposizione, curata da Alessandro Nicosia insieme alla vedova Diletta D'Andrea Gassman e al figlio Alessandro, composta da materiali inediti, video, fotografie e oggetti, dopo la simbolica chiusa proprio il 29 giugno, andrà in trasferta a Palazzo Ducale di Genova, sua città natale, dal 6 luglio e probabilmente seguiranno anche tappe all’estero. Tra gli oggetti che maggiormente rappresentano un’epoca, ecco in mostra la mitica Lancia Aurelia B24S del film “Il sorpasso” diretto dal Dino Risi nel 1962, simbolo del boom economico e dell’euforia di quel periodo.
“Abbiamo lavorato per una mostra che non fosse funerea, ma viva come lui era un uomo vivo, pieno di energie - ha raccontato all’inaugurazione il figlio Alessandro. - Sono convinto sia importante anche per far scoprire ai giovani non solo Vittorio Gassman, ma tutta quella generazione di talenti che superò la guerra e ha avuto poi la capacità straordinaria di rilanciare il paese attraverso la cultura, il cinema, il teatro e la letteratura".
In oltre mille metri quadrati espositivi, "Vittorio Gassman - Il centenario" ripercorre l'intera parabola umana e artistica del Mattatore, con materiali dall'Accademia Silvio d'Amico, dall'Istituto Luce e dal Centro sperimentale di cinematografia, dalla Rai e anche il grande cavallo di legno realizzato da Mario Ceroli per il memorabile Riccardo III di Luca Ronconi. Difficile contenere in una mostra l’intera attività di Gassman composta di ben 130 pellicole, decine di spettacoli teatrali e televisivi, tra cui il principale è “Il Mattatore” del 1959 che gli salve quel soprannome. Tra le curiosità ecco il baule di scena dell’attore, simbolo di un’esperienza teatrale che non esiste più. E poi i costumi e le fotografie scattate sui set dei principali film, da “La grande guerra” a “L’armata Brancaleone”, da “I soliti ignoti” a “I mostri”, gli abiti di scena di “Macbeth” e “Otello”, gli scatti della moglie durante le lunghe tournée. Fu proprio lui a interpretare l’opera che maggiormente incarna l’emigrazione italiana in Sud America, “Il gaucho” del 1964, regia di Dino Risi.
Un vero istrionico talento per versatilità, perfezionismo e carisma, Gassman è stato, oltre che attore, anche regista, scrittore, maestro, innovatore dotato di una cultura smisurata, eccellente tanto sul versante drammatico quanto nella commedia. In lui si sono concentrate doti differenti di carattere drammatico e umoristico, coniugando la cultura alta con lo spettacolo popolare, una esperienza di vita contenuta nel titolo della sua autobiografia: “Un grande avvenire dietro le spalle”. La sua faccia ha segnato quel luogo periodo della Commedia all’Italiana assieme a Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni e Monica Vitti.
“Prediligo la parte familiare, era un padre delizioso, ma lo ha scoperto tardi - ha confessato la moglie Diletta. - Abbiamo avuto una vita straordinaria insieme. Non smetterò mai di ringraziarlo. Quando se n'è andato io vi devo dire che non se n'è andato mai, è ancora qui con me, io lo sento, ci parlo. E so che presto questa nostra energia che si trasforma si unirà di nuovo”. Nello shop della mostra è possibile acquistare molti oggetti con l'effigie del Mattatore, ma soprattutto il bellissimo catalogo edito da Skira, con molti saggi di persone vicine a Gassman, dalla figlia Paola al “figlio acquisito” Emanuele Salce, a critici come Fabrizio Corallo, Alberto Anile e Gloria stata e scrittori quali Erri De Luca, Maurizio Di Giovanni e Sandro Veronesi.