Fred Ellero con la pietra creata dal padre Peter

Peter Ellero, maestro intagliatore di pietra, emigrato a Greater Sudbury nell'Ontario, costruendo anche tutti i macchinari necessari, aveva cominciato la produzione delle caratteristiche stones della disciplina sportiva: fu fermato solo da una leggera imperfezione del granito della cava locale. Ma l'attività della famiglia è proseguita e ora sta subentrando la sesta generazione

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di ROBERTO ZANNI
Lo scorso febbraio in Italia, all'improvviso, è scoppiata la curling-mania. Merito soprattutto di Stefania Constantini e Amos Mosaner che a Pechino 2022 hanno vinto l'oro olimpico del doppio misto. E dire che nella penisola sono appena 333 i praticanti di questa disciplina sportiva, anche se gli inizi risalgono a quasi un secolo fa, tra il 1925 e il 1930 a Cortina d'Ampezzo, ma per vedere l'esordio della nazionale si è dovuto attendere il 1973. Ma cos'è il curling? Una specie di gioco delle bocce sul ghiaccio, anche se qui ci si aggiunge la 'scopa' con la quale i giocatori cercano di alterare le caratteristiche della superficie mentre le pesanti pietre di granito levigate, chiamate sassi o appunto pietre, stones, scivolano verso l'area di destinazione. Si pensa che sia stato inventato in Scozia, nel Medioevo e oggi la regione dove è maggiormente conosciuto e praticato è l'Ovest del Canada, portato da emigranti scozzesi, e il Royal Montreal Club è anche l'associazione più antica del Nord America, fondato addirittura nel 1830. Ma proprio nel Canada, nell'Ontario, c'è una storia italiana che parla di curling. Se attualmente le stones, le pietre utilizzate per le competizioni internazionali, dalle Olimpiadi ai campionati del mondo, provengono esclusivamente da due posti, Ailsa Craig, isola rocciosa che si trova al largo delle coste della Scozia occidentale e la cava di Trefor, nel Galles del Nord, anche Greater Sudbury, città nel nord dell'Ontario, ha prodotto stones di granito nero per il curling. Una storia che va indietro agli anni '60 e parla italiano. Peter Ellero in Italia era un maestro intagliatore di pietra, emigrò nel Canada nel 1962 con la sua famiglia e si stabilì a Sudbury, prima cominciò a lavorare per aziende del settore della pietra che si trovavano nella zona e poi, quasi all'improvviso, gli fu data l'opportunità di progettare e scolpire le stones del curling. Lo ha raccontato a CBC Canada Fred Ellero, il figlio che poi ha rilevato l'azienda di famiglia 'Ellero Monuments'. "Mio padre - ecco la storia - non sapeva nulla del curling, ma conosceva tanto la lavorazione della pietra". La famiglia Ellero poi si trasferì a River Valley, a nord-est di Greater Sudbury, dove c'era una cava che forniva il granito per le pietre. "Mio padre - ha continuato - costruì anche tutti i macchinari necessari per la realizzazione delle pietre, i trapani, la sega per tagliare e anche due differenti tipi di tornio per farli girare, modellarli e infine lucidarli". Un lavoro profondo e le pietre soddisfacevano anche tutti i requisiti richiesti. C'era però un solo problema: il granito aveva una fessura sottile, invisibile alla vista fino a quando la pietra non veniva levigata e quando si raggiunge questo punto tutto il lavoro è fatto". Poi l'amara scoperta, quella invisibile fessura. "Una pietra quando ne colpiva un'altra - ha spiegato ancora Fred Ellero - si sarebbe potuta spezzare a metà". Una delusione, anche perchè non c'erano possibilità di trovare un granito differente, in quanto nella cava si poteva solo estrarre pietra dalla superficie. Ma quello stop non ha fermato l'attività di famiglia: lasciate da parte le stones del curling, Peter Ellero ha continuato la sua attività, creando la propria azienda che poi è stata presa dal figlio Fred e tra non molto anche il nipote del fondatore porterà avanti l'attività di famiglia che va ancora più indietro nel tempo: "Sono circa sei generazioni che lavoriamo in questo settore". Curling oppure no.