Il film con la regia dei Manetti Bros
di ROBERTO ZANNI
Diabolik ed Eva Kant, l'ispettore Ginko. Hanno scritto una pagina indimenticabile nella società italiana. Dal 1962 a oggi ha venduto oltre 150 milioni di copie. Un successo clamoroso dovuto all'ingegnosità di Angela Giussani, l'autrice che poi è stata affiancata quasi subito dalla sorella minore Luciana. Un successo della casa editrice Astorina che dopo oltre mezzo secolo ne continua la pubblicazione. Soprattutto chi si è inoltrato da un po' negli 'anta', non può non ricordare quel fumetto tascabile, quella copertina, quella dicitura 'per adulti' che accompagnavano le avventure del ladro spietato, che poi alla fine rubava ai ricchi, a chi aveva fatto i soldi in maniera poco lecita, per avere una vita agiata. Insomma un Robin Hood ma per se stesso. E la Jaguar E-Type? Nera come la tuta che lo inghiottiva per le sue azioni criminali.
Il fumetto uscì per la prima volta l'1 novembre 1962
Un fenomeno di costume dell'Italia del boom economico, studiato da sociologi ed esperti di comunicazione per capirne i segreti del successo che diedero poi il via al genere del 'fumetto nero italiano'. E al cinema? Viste le dimensioni del fenomeno Diabolik, le trasposizioni sul grande schermo, almeno finora, non hanno seguito lo stesso percorso, non sono state accolte con lo stesso entusiasmo: una prima volta nel 1968 con la regia di Mario Bava, il maestro dell'horror italiano e l'anno scorso sotto la direzione dei Manetti Bros. (Marco e Antonio). Ma proprio da quest'ultima iniziativa, che non ha trovato enormi incassi nelle sale italiane (2,8 milioni di euro), ma comunque undici candidature al David di Donatello, ha visto nascere invece un 'rumoroso' tam tam internazionale che porterà Diabolik in tutto il mondo.
Infatti sono state annunciate le vendite dei diritti di distribuzione in quasi tutti i continenti. Si va ovviamente dall'Europa a cominciare da Spagna, Francia, Portogallo poi l'Asia, Corea del Sud e Taiwan, ma anche l'America dal Canada per finire a tutto il Sudamerica. E proprio l'interesse americano ha fatto salire la febbre del film anche per i due sequel, con un avvicendamento nel ruolo del protagonista. Infatti Diabolik è passato dal volto di Luca Marinelli a quello notissimo di Giacomo Gianniotti. Nato a Roma, ma naturalizzato canadese (la famiglia si trasferì a Toronto quando era ancora giovanissimo), Gianniotti è un attore ormai famosissimo, tante le interpretazioni anche se quella più conosciuta è senza dubbio legata al Dr. Andrew DeLuca, il personaggio che dal 2015 al 2021 lo ha visto protagonista nella celeberrima serie tv statunitense Grey's Anatomy, il medical drama che in tutto il mondo, dal 2005, tiene incollati decine di milioni di spettatori davanti alla tv.
Giacomo Gianniotti sulla copertina di Esquire
E in un'intervista uscita su 'Esquire Italia' Gianniotti ha spiegato che cosa significa l'ultimo Diabolik: "È come quando James Bond è stato interpretato da un nuovo attore". E le differenze tra il Diabolik numero uno e gli altri due con il suo volto, anche se spesso nascosto, l'ha spiegata l'attore italo-canadese: "Nei miei c'è più azione, ma non è merito mio. Sono storie diverse". E ci sarà anche, lo ha anticipato sempre l'ex Dr. DeLuca, la storia, l'origine di Diabolik. Per il resto, vale a dire, i protagonisti senza i quali Diabolik non potrebbe esistere, sono stati confermati dal film dell'anno scorso: Miriam Leone nei panni super sexy di Eva Kant e Valerio Mastandrea in quelli invece sempre all'inseguimento (di Diabolik) dell'ispettore Ginko.