DI ANTONIO SACCA'

 

La salvezza pone questioni complesse al Cristianesimo in generale, e talune al Cristianesimo cattolico. Ne accenniamo: com’è possibile il male se Dio è buono? L’uomo è libero di scegliere tra bene o male oppure è inclinato al male al punto da non poterlo evitare? Il peccatodi Adamo ed Eva è limitato a loro o continua nell’intera discendenza umana? Ci salviamo o ci danniamo secondo i peccati o saremo tutti salvi? Quali poteri ha Gesù per essere in grado di salvarci? È un Dio o è uomo che si crede Dio? E se è divino, in quale rapporto sta con Dio Padre e con lo Spirito Santo? Se il mondo è invaso dal male come possiamo non esserne presi, ed è forse il male la stessa forza del bene (Satana è della stessa “levatura” di Dio)? Che posto hanno la ragione, la conoscenza se è la fede a salvarci? Qualche problema tra i tanti.

Per eliminare quelle che il Cristianesimo cattolico definisce eresie, errori, la Chiesa che si andava affermando impiegherà secoli. Non che le dispute si siano spente, addirittura vi sono state separazioni, scismi, in oriente con la nascita della chiesa ortodossa ed in occidente con i protestantesimi. Nei primi secoli dell’Era cristiana emergono molteplici convinzioni, difformi dal cattolicesimo, ne abbiamo accennato, soprattutto riguardanti l’identificazione di Cristo, se fosse più uomo che Dio, se fosse uomo e Dio in due persone, oppure soltanto uomo. Inoltre anche Dio, veniva precisato, era uno, duale o trino? Vari concili cominciano a stabilire la dottrina che sarà poi quella cattolica. Da notare che il cattolicesimo pone il suo rappresentante massimo, denominato Pontefice, in condizioni di sovranità assoluta.

Incredibile il fermento nella terra orientaleggiante del Cristianesimo. Del resto l’Occidente è anch’esso animoso. E nell’Occidente capeggia un credente, Agostino. Lui prende su di sé il compito di risolvere problemi molto difficoltosi suscitati dalla nuova religione e li affronta con angosciatissima e necessaria volontà di decifrarli. Agostino è un africano della Numidia. Giovinezza irrequieta, offuscata dalla coscienza del male, di esserne assoggettato, di non poterlo scampare. Tutto è male nella vita. È il circuito compulsivo (nevrosi ossessiva) delle religioni, specie quelle di origine ebraica: errori, colpa, espiazione, peccato, trasgressione, punizione. Monica, la madre, era cristiana, starà accanto al figlio totalmente. Giovane, Agostino fu manicheo.

Questa dottrina gli si confaceva, il terrore di fare il male con il terrore della malvagità radicale del mondo. Dalla sua terra Agostino si volge all’Italia, intende insegnare ma non ha fortuna. Si sposa e a Milano si converte al cattolicesimo. Battezzato da un eminente personaggio, Ambrogio. Da qui inizia attività pastorale fino a raggiungere il vescovato, a Ippona, in Africa. Si accinge soprattutto in un’animosissima, accorata opera di ricerca filosofica e teologica, in esaltazione necessaria della fede in generale e della fede come soluzione necessaria, oltre a tentare di rispondere agli interrogativi che abbiamo accennato all’inizio.

Agostino utilizza sia la ragione sia la fede come strumenti per intendere e sciogliere ciò che non sembra risolvibile. La sua opera di maggiore notorietà: Le confessioni, vibra di una continua richiesta, un grido, un’invocazione, perché Dio gli permetta di capire e venga in soccorso alla ragione con un drammatico passaggio dalla ragione alla fede, e di problemi decisamente difficoltosi, diversi da quelli esistenti nell’antica Grecia. Che faceva Dio prima della creazione? Nessun greco si sarebbe posto una domanda del genere, ma un cristiano cattolico se la deve porre. Se il mondo è creato Dio esisteva prima del mondo: e che faceva? Vi è stata modificazione dal prima della creazione al dopo la creazione? Insomma: Dio è soggetto al mutamento? La soluzione di Agostino è apprezzata nella teologia come altre soluzioni di cui diremo.

Egli nega che possiamo concepire il tempo quando il mondo non esisteva. Il tempo nasce con il mondo ed è proprio del mondo mentre Dio sta nell’eternità, quindi non possiamo porre la domanda come detta. Se non c’era ancora il tempo, il termine prima è inutilizzabile. Del resto, continua Agostino, il tempo è uno stato mentale, l’uomo avverte alcune situazioni come passate, alcune come future, ma le avverte nel presente, c’è un presente che pensa al passato e un presente che pensa al futuro. Sostanzialmente, c’è soltanto il presente. Si potrebbe sostenere che il tempo non esiste se esiste soltanto il presente. Agostino ritiene in tal modo di aver eliminato l’obiezione sul rapporto di Dio con il tempo.

È inutile dire che questa edificazione concettuale di Agostino ha un presupposto dovuto alla fede, ossia che Dio esiste. Altrettanto originale la sua argomentazione sull’esistenza del male. Da manicheo quale era stato giovane, è ossessionato dal male. L’uomo vivendo si contamina, il male è ovunque e quindi l’unica soluzione sarebbe rinunciare alla vita. Agostino tende a negare la vita se la vita è peccato, ma diventato cattolico non manteneva questa negazione della vita, e doveva tuttavia dare un posto al male. Non era facile, perché se Dio è buono ed è tutto, come è possibile il male? Come collocarlo nella totalità di Dio? Agostino riprende idee del passato, ma le esprime in maniera veemente e finisce con il concludere, anche in tal caso, che il male non esiste, come il tempo non esiste.

Essendo il male mancanza di bene, ed essendo Dio bene ed essere, il male è non essere. È evidente l’abile e anche labile confusione voluta tra mancanza ed inesistenza. Che il male sia mancanza di bene si può affermare, ma non si può affermare che non esiste, anzi esiste la mancanza, e questa ha una presenza assoluta: in qualche modo potremmo dire che esiste la presenza della mancanza, laddove se si trattasse di inesistenza non avvertiremmo la mancanza. Agostino però, come Paolo, anche se “gioca” sull’idea del male come mancanza di bene è pervaso dal male e quindi dalla possibilità della dannazione. Al suo tempo un monaco gallese, Pelagio, sosteneva che Adamo ed Eva non avevano trasmesso il peccato alla specie umana, dunque ciascun uomo poteva disporre della propria libera volontà, agire bene e salvarsi da sé.

Agostino non crede che l’uomo sia capace di salvarsi. Il male sarà carenza di bene ma esiste anche per Agostino. Invade, come ho detto, trascina. L’uomo è debole, inclinato al piacere, soggetto al peccato: come salvarsi? Addirittura talvolta si spinge a ritenere che è Dio a scegliere di salvare, anticipando Calvino. Ed è sempre Dio a permetterci di conoscere. Noi non conosciamo direttamente le cose ma è Dio che ci illumina e ci rende coscienti. È una sorta di iperuranio religioso di derivazione platonica. Dio fornisce i criteri conoscitivi e valutativi, più o meno come le idee in Platone. Infine: la vita.

Per Agostino è da volgere totalmente alla Città di Dio, all’aldilà, scampando dalla città terrena dominata dal male. Dio traccia il cammino dell’umanità, infine giudicherà l’uomo e salverà coloro che lo meritano in un giudizio eterno. Ma a differenza di Origene, che immaginava la purificazione della peccaminosità dell’uomo e che Gesù, come logos, era venuto appunto per ricondurre l’uomo alla sua nascita divina (dopo varie incarnazioni gli essere umani si sarebbero ricongiunti a Dio), Agostino nega che ci salveremo tutti: il peccato dannerà, il mondo è preda di Satana. Se Dio favorisce la grazia della fede ci salviamo, ma è Dio allora a dare la grazia, non l’uomo a credere per sua libera volontà? Tormenti, risolti e non risolti. Meandri nei quali il cristianesimo cattolico e le altre manifestazioni (ortodossi, protestanti soprattutto) si sono immersi tempestosamente ormai da duemila anni, anche se oggi sembrano problemi del passato.

La fede oggi ha assunto altri aspetti, meno teologici, più sociali, più morali: in fondo la religione si è ricondotta ad una etica collettiva. Sembra, ma non è così. Scava nel credente e cogli l’aldilà, la salvezza, il giudizio, Dio, Gesù, Satana, la strana condizione di un uomo che interroga il silenzio non riuscendo a limitarsi alla pura esistenza ma chiedendo come mai esiste l’esistenza. Osando persino chiedere come mai esiste Dio, se esiste. Agostino nacque nel 356 a Tagaste, morì nel 430 a Ippona. Santificato. Se non il massimo pensatore del cattolicesimo, rivaleggia con San Tommaso per tale primato. Ha ispirato la fede inquieta, drammatica, esistenziale.