Una “tregua di Pasqua”. È quanto il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha chiesto, ieri, a Vladimir Putin, sostenendo "l'apertura immediata di corridoi umanitari da Mariupol e dalle città assediate" per la Pasqua ortodossa.

Michel ha anche sottolineato che l'Europa è unita nel sostegno all'Ucraina e ha spiegato "i costi delle sanzioni per Mosca". Piccata la risposta del leader del Cremlino, il quale ha denunciato "le dichiarazioni irresponsabili" dell'Europa sulla "necessità di una soluzione militare del conflitto in Ucraina" accusando l’Occidente di voler "incoraggiare una sfacciata russofobia".

Dal canto suo, il generale russo Mizintsev ha detto che la tregua comincerà solo quando “gli ucraini alzeranno bandiera bianca" fuori dall'acciaieria di Azovstal. Mentre i negoziati sono in stallo, il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha detto che Mosca non ha nulla contro la lista dei Paesi garanti presentata da Kiev.