L'aula del Senato

Nervi tesi nella maggioranza. Galeotto fu il "nodo Petrocelli". Dopo tante discussioni e diverse tensioni, è arrivata, infatti, la svolta sulla presidenza della Commissione Esteri del Senato. A prendere il posto del pentastellato Vito Petrocelli è toccato all'azzurra Stefania Craxi. La parlamentare forzista ha ottenuto 12 preferenze (si è votato con scrutinio segreto): è stata, infatti, sostenuta dal centrodestra unito. Nulla da fare per il candidato del Movimento 5 Stelle che, per quella poltrona, fin qui appannaggio proprio dei grillini, aveva candidato Ettore Licheri. L'esponente pentastellato ha raccolto il sostegno del suo gruppo e quello del Partito democratico, chiudendo, però, con tre voti in meno rispetto alla "rivale" forzista. In soldoni, a fare la differenza, sono state le preferenze espresse dal misto. Con la nomina della Craxi, Forza Italia ottiene la prima presidenza di una commissione (finora il partito del Cavaliere non ne aveva nessuna) a Palazzo Madama. A discapito però dei 5Stelle che pure ambivano a confermare quel posto dopo il siluramento di Petrocelli. Gli stessi pentastellati che ora annunciano battaglia. "La maggioranza di governo? Il voto di oggi certifica che esiste solo sulla carta, non nella realtà del confronto quotidiano" ha protestato l'ex premier e leader del M5S Giuseppe Conte. "C' qualcuno che evidentemente lavora per tenerci fuori dalla maggioranza. Prendo atto che M5S,Pd,LeU mantengono i patti, altri no" ha aggiunto il leader del M5S attaccando sulla nomina di Stefania Craxi. "Spetta a Draghi tenere in piedi questa maggioranza", ha sottolineato ancora l'avvocato pugliese. "Oggi se n'è formata una nuova, da FdI fino a Iv. "Evidentemente non piacciono le nostre posizioni: dibattito pubblico sulla politica estera e indirizzo per una soluzione politica in Ucraina" ha concluso Conte. Nota di cronaca: dopo il defenestramento, Vito Petrocelli ha lasciato il Movimento e ha chiesto di aderire al gruppo di Cal (Costituzione Ambiente e Lavoro).