Matteo Salvini (foto Depositphotos)

Matteo Salvini e il viaggio a Mosca. La polemica non si placa. “Se è ancora in piedi? Ma se mi hanno linciato ancora prima di partire... Io sto lavorando da Roma e da Milano. Se volevo incontrare Putin? Mai parlato di Putin, non lo sento da anni”, ha detto il leader della Lega. “Il ministro degli Esteri è uno dei contatti in corso”, ha poi affermato. A chi gli ha chiesto se Lavrov aveva già dato il suo consenso ribatte: “Diciamo che se io volessi potrei andarci domani, a Mosca, a Istanbul”.

In precedenza Salvini era già tornato sulla vicenda: “Per la pace si lavora con ambasciatori e governi di tanti Paesi, alla luce del sole, comunicandolo anche a giornali e tivù più volte, avendo come unico obiettivo la fine della guerra. Io l'ho fatto e continuerò a farlo, spero in compagnia di tanti colleghi che in questi giorni criticano e chiacchierano, ma per arrivare alla pace non muovono un dito, preferendo parlare di armi e guerra”.

Il numero uno del Carroccio ha poi duramente attaccato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, criticando il piano di pace che ha proposto, per tentare di fermare la guerra in Ucraina: “Il suo piano di pace è durato 20 minuti. Spero che sia più fortunato nel tentativo successivo”. Salvini si è poi rivolto a chi lo contesta. “Se il Pd non vuole che io vada a Mosca proveremo a raggiungere lo stesso risultato telefonicamente, aspettando che siano Letta e Di Maio a farsi promotori di pace”.

“Se Letta e Di Maio arrivano al mio stesso risultato prima di me io sono solo contento - ha continuato -. La mia impressione è che ci sia molta gente che chiacchiera ma che non stia facendo nulla”. Salvini replica così alle critiche del Pd per i suoi incontri con l’ambasciatore russo a Roma e alle polemiche bipartisan per la missione a Mosca e il ruolo del suo consulente politico Antonio Capuano.

Mercoledì anche il presidente del Consiglio Mario Draghi ha chiesto trasparenza su una trasferta non concordata che appena è stata resa pubblica aveva subito registrato lo stupore e il fastidio di Palazzo Chigi, scatenando anche la presa di distanza del numero due della Lega, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Rispondendo su un eventuale interessamento del Copasir alla vicenda del suo mancato viaggio a Mosca, ha detto: “Non ho ricevuto convocazioni, ma mi sembra di una gravità assoluta. Aspetto che mi chiamino. Io ritengo di una gravità assoluta entrare nel merito di impegni volti alla pace”.