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Il caro prezzi taglia la spesa alimentare degli italiani che risultano in calo in quantità del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio a maggio che su base annua fanno registrare una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistate per il quinto mese consecutivo.

Il risultato positivo in valore è dovuto esclusivamente all’aumento dei prezzi che per i beni alimentari sono aumentati in media dell’8,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Dal +68,6% dell’olio di semi al +13,4% dei gelati, i rincari dei costi energetici e di produzione alimentati dalla guerra in Ucraina contagiano i prezzi nel carrello della spesa con aumenti che colpiscono duramente le imprese e le tavole dei consumatori.

Se in cima alla classifica dei rincari ci sono gli oli di semi al secondo posto c’è il burro con un +27,7% e al terzo la farina, con i prezzi in salita del 20,5% trainati dagli aumenti del grano che interessano anche la pasta, in salita del 18,3%.