Giuseppe Conte gela i vertici del Movimento 5 Stelle. In un lungo post affidato alla sua pagina fb, il leader grillino ha chiarito che non ci sarà alcuna deroga, come pure si era ipotizzato in un primo momento, al limite dei due mandati. Insomma: è passata la linea dura. Quella imposta da Beppe Grillo. "Alle prossime elezioni politiche - ha scritto, non a caso, l’ex premier sui social - non troverete, tra i candidati del M5S, chi ha già svolto due mandati. Non cambia, quindi, la regola che il Movimento si è imposto dalla prima ora come forma di garanzia affinché gli eletti possano dedicarsi al bene del Paese, senza lasciarsi distrarre dai propri destini personali".

Tradotto in soldoni, circa 50 parlamentari uscenti non potranno concorrere, per le Politiche del 25 settembre, sotto le “insegne” pentastellate. Tra questi spiccano big del calibro del presidente della Camera Roberto Fico, ma anche degli ex ministri Alfonso Bonafede, Giulia Grillo e Danilo Toninelli, dell'ex sottosegretario Riccardo Fraccaro, della vicepresidente vicaria del M5S Paola Taverna, dell'ex capo politico Vito Crimi, dell’attuale ministro delle Politiche giovanili Fabiana Dadone e di quello per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. Una lista di nomi eccellenti, grillini della prima ora, che non potranno trovare spazio nella prossima legislatura. Quantomeno non sotto l’ombrello del Movimento.

Lasciando il seggio, ha proseguito l’Avvocato pugliese, costoro “non potranno più fregiarsi del titolo formale di ‘onorevoli’. Tuttavia per noi, per la parte sana del Paese, saranno più che ‘onorevoli’. Non perderemo il patrimonio dei non ricandidati” perché, ha specificato ancora Conte, i 5 Stelle “stanno compiendo una rivoluzione che nessuna forza politica ha mai avuto il coraggio neppure di pensare. Stanno dicendo che per fare politica non serve necessariamente una poltrona”. Ora, ha rilanciato l’ex inquilino di Palazzo Chigi: “avanti, tutti insieme. Ci aspetta una campagna elettorale molto dura”.

E proprio parlando di prossime votazioni, il leader del Movimento pentastellato ne ha approfittato per sparare a zero contro gli ex alleati di governo del Pd. "Per queste elezioni assolutamente non se ne parla di avere rapporti con i dem. La loro è un'ammucchiata dove noi non ci potremmo mai ritrovare" ha sbottato. Infine una stoccata riservata anche al premier dimissionario Mario Draghi: "Non abbiamo voluto la crisi, abbiamo posto temi concreti sulle priorità e i bisogni urgenti dei cittadini”. Di “fronte a quei temi – ha precisato ancora Conte - non abbiamo avuto risposta, anzi siamo rimasti sorpresi e increduli per l'atteggiamento di Draghi che ha mostrato la volontà di andar via: anche le modalità del confronto in Parlamento ci hanno amareggiato, un atteggiamento sprezzante, non certo di chi voleva andare avanti".