Papa
Papa Francesco (foto depositphotos)

Papa Francesco ha affidato un messaggio per tramite del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, al Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, in relazione al Meeting per l’amicizia fra i popoli. Il Vescovo esprime profonda gratitudine e riconoscenza per le parole del Papa. In tale messaggio, Papa Francesco partendo dal Vangelo del buon samaritano e dalla passione per ogni fratello e sorella che sgorga da tale pagina evangelica, fa notare la profonda assonanza con il tema della 43esima edizione del Meeting, dal titolo “Una passione per l’uomo”, in programma dal 20 al 25 agosto.

“Nello scontro di tutti contro tutti, gli egoismi e gli interessi di parte sembrano dettare l’agenda nella vita dei singoli e delle nazioni”, le parole del Pontefice che ha poi così proseguito: “A volte sembra che la storia abbia voltato le spalle a questo sguardo di Cristo sull’uomo”, osserva Parolin citando le parole di Papa Francesco: “La fragilità dei tempi in cui viviamo è anche questa: credere che non esista possibilità di riscatto, una mano che ti rialza, un abbraccio che ti salva, ti perdona, ti risolleva, ti inonda di un amore infinito, paziente, indulgente; ti rimette in carreggiata”.

Nel messaggio si sottolinea che “è questo l’aspetto più penoso dell’esperienza di tanti che hanno vissuto la solitudine durante la pandemia o che hanno dovuto abbandonare tutto per sfuggire alla violenza della guerra”. Ci si chiede, nel messaggio al Meeting di Rimini: “Nello scontro di tutti contro tutti, dove gli egoismi e gli interessi di parte sembrano dettare l’agenda nella vita dei singoli e delle nazioni, come è possibile guardare chi ci sta accanto come un bene da rispettare, custodire e curare? Come è possibile colmare la distanza che separa gli uni dagli altri? La pandemia e la guerra sembrano avere allargato il fossato, facendo arretrare il cammino verso un’umanità più unita e solidale – osserva il Papa –. Ma sappiamo che la strada della fraternità non è disegnata sulle nuvole: essa attraversa i tanti deserti spirituali presenti nelle nostre società”.

E poi la chiosa finale: "Quanto bisogno hanno gli uomini e le donne del nostro tempo di incontrare persone che non impartiscano lezioni dal balcone, ma scendano in strada per condividere la fatica quotidiana del vivere, sostenute da una speranza affidabile".