Victor Osimhen, attaccante del Napoli (foto depositphotos)
di Mimmo Carratelli

Fra poche ore primo ostacolo alto per il Napoli dopo le "passeggiate" con Verona (5-2) e Monza (4-0). A Firenze il test più importante sarà per la difesa, poco impegnata sinora, due distrazioni a Verona. 
La Fiorentina ha giocato giovedì (duramente) in Olanda. È possibile che Italiano cambi mezza squadra per avere giocatori più freschi. Spalletti conferma la formazione delle prime due partite e relativo modulo (4-3-3). Ma stavolta potrebbe inserire nella ripresa qualcuno degli ultimi arrivati. 
Ndombele ha segnato un gran gol nell'amichevole con la Juve Stabia, Simeone e Raspadori sembrano più pronti. 
Il destino del match girerà attorno alla tenuta difensiva del Napoli. La Fiorentina attacca con un tridente temibile: Nico Gonzalez e Jovic, che hanno giocato in Olanda solo nel finale, Sottil che è stato il più pericoloso contro il Twente. 
Un centrocampo robusto, ben sorretto da Amrabat, supporta l'attacco che è accompagnato dalle discese a sinistra di Biraghi, pericoloso sui cross. 
Forse servirebbe sulla linea della mediana Anguissa-Lobotka un centrocampista fisico di aiuto nella fase difensiva, Zielinski essendo una mezz'ala d'attacco. Non ci sono soluzioni pronte a meno di azzardare Olivera a centrocampo. 
La Fiorentina cercherà di allargare la difesa del Napoli tenendo molto esterni Gonzalez e Sottil in modo da facilitare gli inserimenti centrali dei centrocampisti oltre alle giocate di Jovic. 
Si renderà necessaria una forte presenza azzurra davanti alla difesa. In ogni caso, ci vorranno molto equilibrio e attenzione evitando di abbassarsi troppo fidando sui lanci in contropiede. 
Il Napoli ha un alto potenziale offensivo e anche a Firenze dovrebbe raccogliere qualcosa. Kvaratskhelia e Osimhen possono far saltare la difesa viola. La punta di destra (Lozano o Politano) dovrà sostenere il centrocampo perché sulla sinistra della Fiorentina il pallone corre facile fra Biraghi, Mandragora e Sottil. 
Lobotka motore del gioco del Napoli riceverà una marcatura più attenta, non più la libertà con cui ha potuto scorrazzare contro Verona e Monza. 
È anche per questo motivo che, in mezzo al campo, ci vorrebbe un incontrista oltre alla presenza fisica di Anguissa. A meno che il Napoli non avrà la forza (e può averla) di prendere in pugno la partita e condurla a suo piacimento, vale a dire con un superiore possesso-palla e verticalizzazioni micidiali. 
La Fiorentina, non ancora al meglio in campionato, partita difensiva e contrattacchi in Olanda, accompagnata dall'entusiasmo dello stadio, è capace tuttavia di condurre il gioco con uno schieramento stretto e compatto (difesa alta?). 
Poiché nessuna delle due squadre è disposta a subire potrebbe venir fuori un match di botte e risposte, continui capovolgimenti di fronte e ripartenze. La velocità avvantaggerà la squadra più coraggiosa. Gli errori di piazzamento saranno fatali. Potrebbe rischiare il Napoli che è squadra "troppo offensiva", ma Spalletti avrà preparato le "mosse" giuste per coprirsi. 
Il Napoli è partito "sparato", avvantaggiato dai primi due avversari di modesta caratura, ma ha dimostrato di avere un gioco che può mettere in difficoltà anche le formazioni più forti. Firenze è una tappa importante per valutare meglio le chance degli azzurri in questo campionato, da squadra-sorpresa a squadra capace di unirsi ai favoriti per lo scudetto fino a sfidarli apertamente. 
Più del risultato, che conta eccome, il dato più significativo sarà il gioco che il Napoli saprà sfoderare a Firenze, confermando il pregevole stato di forma. 
Persiste, intanto, la suggestione di Cristiano Ronaldo in azzurro col "sacrificio" di Osimhen che andrebbe ceduto di fronte a una offerta di 100 milioni (finora inesistente). Sabato a Southampton, Ronaldo ha giocato gli ultimi venti minuti toccando sei palloni inutili, un corpo estraneo. 
De Laurentiis glissa sulle manovre di Mendes che gestisce CR7 smanioso di giocare in Champions. Mendes ha in mano anche Keylor Navas, c'è un giochino in corso? De Laurentiis ha fatto un magnifico lavoro nel rifondare il Napoli che era giunto alla fine di un ciclo attrezzando una nuova squadra competitiva con una "rosa" più completa e di maggior qualità. 
C'è un progetto credibile. È un rischio intaccarlo con un inserimento che non varrebbe il "sacrificio" di Osimhen che non ha mai giocato un campionato pieno (10 gol in 24 partite nel primo anno col Napoli, 14 gol su 27 partite nel secondo anno). 
Il nigeriano, 24 anni, è il presente e il futuro. Ronaldo, 37 anni, sarebbe la pazza scommessa di un anno (per vincere lo scudetto, mah!). Lo score di CR7 parla chiaro: 21 gol su 70 della Juve (scudetto), 31 su 76 della Juve (scudetto), 29 gol su 77 della Juve (quarto posto), 18 gol nell'ultima stagione col Manchester United (sesto posto). E Ronaldo non è Maradona.