Mariuccia Piceda

Caro Direttore,

istituiamo un "Premio Mariuccia Piceda"?

Quando ho saputo che é scomparsa Mariuccia Piceda mi è subito venuto in mente di fare una proposta a te, Direttore, e a tutta la collettività italo uruguaiana: perché non istituire un Premio Mariuccia Piceda? Sicuramente un premio letterario o un premio all'eccellenza, perché, Mariuccia, senza dubbio, é stata, una delle piú importanti personalità della comunità italiana in Uruguay, per non dire la piú grande.

Ho conosciuto Mariuccia, una ligure DOC con un sangue profondamente tricolore, nell'anno 2000. Piú di una volta la intervistai per RAI ITALIA e, nell'anno 2006, quando scomparse Italo Colafranceschi, un vecchio amico che mi passó la realizzazione di Miss Italia nel Mondo, Mariuccia diventó, per me e per la mia ex moglie Andrea Gómez, una pedina importantissima. Per 5 anni ha organizzato una grande festa nella Società Italiana, con la presenza persino del Sindaco di Colonia, per la Miss Italia di Colonia-Carmelo e, nel 2008, una delle "sue ragazze" raggiunse la finale di Miss Italia nel Mondo a Roma.

Ancora erano epoche d'oro della nostra comunità e l'evento di Miss Italia, si faceva al Radisson con 500 persone presenti alla finale.

Mariuccia è senz'altro stata un'illuminata della comunità italiana di Carmelo, una cittá dove non era facile scovare italiani, anche se la Societá Italiana di Carmelo è una delle piú antiche dell'Uruguay e ancora, piú o meno, funziona. Fondata 150 anni fa, la Societá Italiana è stata la casa di Mariuccia per tutta la vita. Ha dedicato a questo sodalizio una gran parte della sua enorme energia e ha occupato la Presidenza piú di una volta. Vogliamo ricordare parte di un'intervista che GENTE D'ITALIA le fece alcuni anni.

Nella zona di Colonia, come in varie zone dell'Uruguay, l'estrazione della pietra e l'industria cantieristica erano in pieno sviluppo ed è per questo che queste industrie fiorirono fino al XX secolo. Uno dei "cantieristi" si chiamava Silvio Piceda, giunto in Uruguay come specialista nell'arte della costruzione navale, secondo sua figlia, Mariuccia Piceda, che è arrivata in Uruguay quando aveva solo undici anni e la Seconda Guerra Mondiale era il motore più forte dell'immigrazione. Così Mariuccia Piceda dice "Le guerre o i disastri economici sono la causa delle migrazioni. Nessuno vuole lasciare il proprio paese, il luogo dove sei nato, dove hai i tuoi amori, le proprie radici, nessuno vuole farlo, ma, a volte, le cose cambiano. Quindi quando c'è la fame, c'è la guerra, la distruzione, allora sì, comincia l'immigrazione. Non c'è mai stata così tanta immigrazione come in questo periodo, solo che non la vediamo. Quando è stata fondata Montevideo c'era un italiano, Andreoni, genovese, viveva già a Montevideo – spiega Mariuccia. A Carmelo l'immigrazione fu molto forte nel periodo a partire dal 1815 ma soprattutto dopo l'apertura delle cave, quando vennero molti italiani dalla provincia di Massa Carrara dove si raccoglieva il marmo e che sapevano lavorare molto bene la pietra. Hanno portato scalpellini molto esperti che sono quelli che hanno insegnato a tutti coloro che lavoravano in cava".

Ma Mariuccia è stata anche una grande professionista dell'arte e ha lavorato persino alla Scala di Milano come produttrice artistica e consulente teatrale. Parlava l'Italiano meglio di ognuno di noi, una dotta, in tutti i sensi e si capiva subito che era del Nord. Mariuccia, in ogni caso, é stata una vera e propria ITALIANA DOC ma nella sua vita ha sempre avuto amici calabresi, campani, toscani, marchigiani o siciliani. Per LEI l'Italia, piú che una patria, era una passione

STEFANO CASINI