Nei primi mesi dell'invasione russa in Ucraina, Vladislav Khovalyg, governatore di Tuva (regione nel remoto sud della Siberia), dai suoi canali social ha tenuto il conto degli uomini del posto caduti combattendo nel conflitto, lodandone il patriottismo e l'eroismo. Il 5 marzo ha fatto i nomi di Akhmet Maadyb e Sodunam Shalyk. Due giorni dopo, ha pubblicato la notizia della morte di Adygzhy Kuular e Pavel Knyazev. Poi il 14 marzo è stata la volta del sergente Eduard Bilzen e dei caporali Adygzhy Mongush e Romaz Oyun, tutti appartenenti alla 55° Brigata Fucilieri Motorizzati, e provenienti dalla capitale di Tuva. Altri nomi sono seguiti ad aprile e maggio. Alla fine, con l'aumentare delle morti, Khovalyg ha interrotto l'elenco. Da marzo i funzionari della difesa di Mosca non forniscono alcun conteggio ufficiale delle vittime. In quel momento, il bilancio era di 1.351 caduti in quella che il governo russo definisce un'operazione militare speciale.

Le autorità russe hanno cercato di far passare sotto silenzio il numero di soldati morti nella guerra in Ucraina. Né il Cremlino né il Ministero della Difesa russo hanno rilasciato dichiarazioni sul motivo per cui i dati aggiornati sulle vittime non vengono pubblicati da marzo. Inoltre, non hanno fornito chiarimenti relativi alle affermazioni di funzionari occidentali e ucraini secondo cui Mosca ha nascosto intenzionalmente i dati ai cittadini russi dopo le pubblicazioni dei numeri di marzo, successivi all'inizio dell'invasione del 24 febbraio.

Nello stesso mese, la Russia ha approvato una legge che minaccia il carcere per chiunque pubblichi quelle che le autorità considerano false informazioni sulle operazioni militari della Russia in Ucraina o che potrebbero screditare l'esercito.

Un'altra normativa, che criminalizza la pubblicazione di informazioni riguardanti la morte di militari durante le operazioni speciali, ha costretto alcuni media russi a rimuovere notizie sui membri dell'esercito deceduti in territorio ucraino.

Molti dei caduti russi provengono da posti come Tuva e altre comunità meno sviluppate ai confini del paese; a dirlo sono i necrologi dei media locali, i post sui social condivisi dai parenti delle vittime e le informazioni fornite da funzionari regionali. Si tratta di zone in cui i posti di lavoro spesso scarseggiano e dove l'esercito è visto come fonte di sicurezza e possibilità di una vita migliore.

Secondo le stime del Pentagono, fino a 80.000 soldati russi sono stati feriti o uccisi nel conflitto.

Il mese scorso, il capo delle forze armate ucraine ha dichiarato che circa 9.000 militari ucraini sono stati uccisi nel conflitto con la Russia. Prima di questa stima, risalente a luglio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva dichiarato al Wall Street Journal che il numero dei soldati ucraini uccisi ogni giorno andava dalle 100 alle 200 unità, al culmine dei combattimenti tra maggio e giugno; ma successivamente ha affermato che la cifra è scesa a 30 vittime al giorno. Il Pentagono non ha fornito stime ufficiali delle vittime tra le forze armate ucraine.

Dall'inizio dell'invasione almeno 92 uomini di Tuva hanno perso la vita, secondo i necrologi sui media locali, i post sui social di parenti e le dichiarazioni fornite da funzionari regionali; una cifra notevole, considerando che la popolazione totale è di poco superiore ai 332.000 abitanti.

Secondo dati del governo raccolti dall'agenzia di stampa statale RIA Novosti e pubblicati a maggio, Tuva si colloca al terz'ultimo posto, tra le ottantacinque regioni della nazione, in base indicatori socioeconomici generali che includono livelli di povertà, disoccupazione e aspettativa di vita.

Il reddito medio mensile è di circa 20.000 rubli, l'equivalente di circa 328 dollari al cambio attuale; a Mosca è di 1.550 dollari al mese. E quasi un terzo della popolazione di Tuva vive al di sotto della soglia di povertà, il che significa che i guadagni sono inferiori al reddito di sussistenza mensile medio raccomandato dalla nazione di 11.908 rubli, circa 196 dollari. I nuclei familiari sono più numerosi rispetto alla media nazionale di uno-due figli: contano anche quattro figli, cosa che comporta un ulteriore suddivisione del reddito.

La regione non è servita da una rete ferroviaria. L'unico mezzo per arrivarci è l'aereo, un volo di quasi cinque ore da Mosca, oppure l'auto. Il centro urbano più vicino a Kyzyl è a quattro ore di macchina.

Un numero elevato di vittime è stato registrato anche in altre aree depresse, come la Buriazia nella Siberia orientale, la Repubblica dell'Altaj nella Siberia meridionale, l'Ossezia del nord nel Caucaso settentrionale e, più a ovest, nella regione di Pskov, secondo informazioni raccolte dai necrologi pubblicati sui quotidiani locali, post sui social media, dichiarazioni rilasciate dai funzionari regionali e siti delle amministrazioni comunali.

Si tratta di zone che si collocano agli ultimi 15 posti in termini di sviluppo sociale ed economico a livello nazionale. E tutte, come Tuva, si trovano lungo i confini della Russia, spesso sede di basi militari.

A giugno un gruppo di donne della Buriazia ha registrato una dichiarazione video: chiedevano al governatore di ritirare i loro cari dall'Ucraina, dove stavano prestando servizio nelle forze armate russe.

"I militari sono mentalmente e fisicamente esausti, tutti loro hanno riportato commozioni cerebrali lievi o moderate", afferma una delle donne nel video visionato dal Wall Street Journal. Ha inoltre dichiarato che i soldati, appartenenti alla Quinta brigata corazzata di Tasin, unità militare 46108, sono stati dispiegati da gennaio (prima che la Russia invadesse l'Ucraina) e che molti di loro erano malati e bisognosi di cure mediche "a causa della lunga esposizione a difficili condizioni".

Il video è stato rimosso dai social media della principale portavoce.

Secondo Alexandra Garmashova, a capo di un gruppo di pressione che spinge per una maggiore autonomia della regione siberiana orientale della Buriazia, il video è stato rimosso "per via di insistenze da parte delle autorità".

Il Cremlino non ha rilasciato commenti sulle affermazioni di Garmazhapova.

A giugno, durante un meeting dei migliori diplomati delle accademie militari, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che la Russia va "orgogliosa del fatto che, nel corso dell'operazione speciale, i soldati abbiano agito con coraggio, professionalità, da veri eroi". Ha inoltre dichiarato che "Soldati di diverse nazionalità combattono fianco a fianco". Non sono stati forniti dati relativi alla composizione etnica delle forze russe.

Mosca si affida in maniera massiccia al reclutamento, che fornisce un terzo del personale militare totale. Gli uomini di età compresa tra i 18 ei 27 anni sono candidati idonei per la leva e ogni anno tra i 250.000 e 270.000 vengono arruolati per un periodo di 12 mesi, secondo i dati del governo. A volte, le potenziali reclute fanno tutto il possibile per evitare di essere convocate e la diserzione ha rappresentato un problema: a indicarlo sono alcuni analisti occidentali, i decreti militari visionati dal Journal, nonché gli stessi soldati accusati di diserzione e gli avvocati incaricati della loro difesa. A Tuva e in altre regioni povere, al contrario, i giovani spesso ambiscono a una carriera militare.

Secondo alcuni osservatori dell'esercito russo, il motivo va rintracciato nei benefici salariali e talvolta nello status che una carriera militare conferisce.

Né il Cremlino né il Ministero della Difesa russo hanno rilasciato commenti sulle stime del Pentagono relative alle vittime russe o sui dati relativi a renitenza alla leva e diserzione da parte dei soldati. "È dura, ovviamente", ammette Buyana Dary-Surun, veterinaria di Kyzyl, a proposito della possibilità di perdere un parente in battaglia. Suo marito è un soldato che potrebbe essere impiegato in Ucraina in qualsiasi momento, ma la donna non ha voluto fornire ulteriori dettagli. "Sei chiamato a farlo. È una responsabilità".

Anche prima che Tuva entrasse a far parte dell'Unione Sovietica nel 1944, al culmine della Seconda guerra mondiale, gli uomini della regione si offrivano volontari per scendere in battaglia con l'URSS. La cultura militare è ancora profondamente radicata nella popolazione, in gran parte di lingua turca.

"Nonostante l'elevato numero di caduti tra gli abitanti di Tuva, è chiaro che il sostegno della regione, e in generale delle province russe, è più forte", ha affermato Alexei Dzermant, analista politico del Center for the Study and Development of Continental Integration in Eurasia, think tank della capitale bielorussa di Minsk.

Il sentimento pro-militare è particolarmente forte a Tuva, in parte anche perché il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, è originario proprio della regione. Per gli abitanti il contributo fornito è motivo di vanto.

A maggio, la Fondazione Kuzhuget Shoigu, intitolata al padre di Shoigu, ha donato alla regione una statua di Buddha, che pare sia la più alta della Russia. Durante la cerimonia di consacrazione il governatore si è augurato che la statua possa servire a proteggere Tuva e contribuire allo sviluppo degli insegnamenti buddisti nella regione.

"Quando in un'altra zona della Federazione Russa sentono che vieni da Tuva e che Sergei Shoigu è nato proprio qui, rispondono tutti che è fantastico!", dice Evgeniya Bocharova, 34 anni, commercialista la cui famiglia si è trasferita a Tuva una generazione fa. "Si è guadagnato una forte credibilità col lavoro svolto. Ha fatto carriera. È un figlio di Tuva".

Il capo della difesa si è concentrato in particolare sulla 55° brigata fucilieri motorizzati, con base a Kyzyl dal 2016. Secondo i dati del governo locale, circa 1.300 militari, di cui più di 1.000 residenti a Tuva, prestano servizio in questa unità. I funzionari locali la descrivono come uno dei "principali datori di lavoro e contribuenti". Si tratta inoltre di una delle sole due unità militari russe a concentrarsi sulla guerra nelle zone montane.

La base ospita edifici amministrativi e caserme su più piani, oltre a un centro di addestramento, un'enorme mensa moderna e un parcheggio per grossi veicoli fuoristrada, come riportato dal quotidiano statale Rossiyskaya Gazeta nel 2019. La costruzione della base ha generato centinaia di posti di lavoro per i residenti, compresi gli allevatori di cavalli.

Secondo Rossiyskaya Gazeta, la brigata è composta interamente da soldati professionisti reclutati in gran parte dalle aree circostanti. Ai soldati vengono concesse indennità aggiuntive per il servizio che prestano in una zona ritenuta difficile, a causa della lontananza e del basso tenore di vita. Inoltre, i residenti hanno potuto beneficiare di un ponte costruito sul fiume Enisej, che collega villaggi precedentemente isolati.

"Mi sento responsabile nei confronti della mia piccola patria e di coloro che la popolano", ha dichiarato Shoigu lo scorso settembre in un'intervista per la rivista della Società Geografica Russa. "Magari non si aspettano nulla da me, ma devo fare qualcosa di buono per loro, e mi impegno per riuscirci".

I soldati, intanto, continuano a morire. L'ultimo soldato di Tuva caduto in Ucraina si chiamava Sholban Kertek, secondo il necrologio pubblicato mercoledì su Vkontakte (la versione russa di Facebook). Il post afferma che il caporale ventenne (che ha prestato servizio nell'unità militare numero 51460, o 64° brigata separata di fucilieri motorizzati, nella regione di Khabarovsk) è morto il 30 agosto "durante l'operazione speciale in Ucraina, dimostrando coraggio e valore... per il bene della Patria".

Ketek è stato descritto come un "amatissimo figlio, fratello, nipote" e "una persona allegra, brillante e gentile", unitosi alle forze armate nel 2019. "Sei morto troppo presto", si legge nel post. "Le parole non possono esprimere il nostro dolore".

Nessuno dei parenti delle vittime contattati dal Journal ha voluto rilasciare commenti.

Il mese scorso, Khovalyg, governatore di Tuva, ha lanciato un appello per la creazione di un monumento ai caduti in Ucraina, e perché vengano commemorati nei villaggi e nelle città d'origine.

"È il minimo che possiamo fare per onorarne la memoria... per far sì che i bambini di oggi li conoscano e li emulino", ha scritto su Telegram.

Il 13 maggio, le tombe di tredici militari uccisi in Ucraina da marzo erano già disposte fianco a fianco in un'area del cimitero principale di Kyzyl, separata dalle altre tombe. Erano ricoperte da corone di fiori verdi e composizioni floreali variopinte. Tutte, tranne tre, erano corredate dai ritratti dei soldati morti, i loro volti incisi sulle lapidi di granito. In fondo alla fila c'era una fossa appena scavata, circondata da grosse pietre per evitare che la terra ricadesse nella cavità.

Lì vicino, al Parco della Vittoria di Kyzyl, sono state disposte a semicerchio sei lastre di granito nere con incisi i nomi dei militari di Tuva uccisi nelle guerre passate, compresi i conflitti nel Caucaso, in Corea e in Afghanistan.

L 'ultima lastra era ancora intonsa.