Palazzo Chigi, sede del governo (foto Depositphotos)

di Elio Vito

Stanno accadendo alcune cose interessanti in questo scorcio finale della legislatura. Cose che meritano di essere descritte e analizzate. Andiamo con ordine.

Il Senato ha approvato, e altrettanto ha fatto la Camera il decreto legge cosiddetto Aiuti-bis. Al decreto sono state aggiunte, come spesso purtroppo capita al Senato, oltre a modifiche tipiche del procedimento parlamentare di conversione, norme che nulla hanno a che fare con il contenuto originario del provvedimento varato ad agosto dal governo. Una brutta abitudine, della quale si è parlato invano più volte, che diventa ora davvero deplorevole se si considera che il Parlamento, dopo lo scioglimento anticipato delle Camere, dovrebbe limitarsi ad approvare atti indifferibili. Invece non è stato così, per responsabilità evidentemente dei gruppi politici e di chi, all'interno del Parlamento, deve effettuare il controllo sulla non estraneità degli emendamenti con le materie oggetto d'esame.

La norma inserita dal Senato che sta suscitando più polemiche tra i partiti (che però l'hanno votata...) è quella che ha di fatto eliminato il tetto agli emolumenti per i vertici delle Forze Armate e di Polizia e per i Capi Dipartimento e i Segretari generali di Palazzo Chigi e dei ministeri. Si tratta di una modifica sulla quale pure occorrerebbe un dibattito privo di pregiudizi ma che per la verità parrebbe essere stata fatta più per chi ricoprirà tali incarichi in futuro, con il nuovo governo, che per chi li ricopre attualmente (l'emendamento era stato originariamente e approssimativamente presentato da un senatore di Forza Italia di Cuneo...).

Peccato, per il metodo soprattutto, perché le polemiche rischiano di far dimenticare che con il decreto sono state introdotte norme importanti nell'ordinamento, come quelle a tutela della sicurezza nazionale del nostro Paese in un settore strategico come quello cibernetico, un settore sempre più esposto ad attacchi malevoli, invasivi e pericolosi. È un bene, quindi, che, come si chiedeva da tempo, a chi opera in questo delicato settore siano stati forniti gli strumenti legislativi e le garanzie normative per poter intervenire meglio e con maggiore efficacia. Ed è un bene anche, per restare ai temi della sicurezza, che il Parlamento si stia esprimendo in questi stessi giorni, con voto favorevole praticamente unanime, su indispensabili programmi di aggiornamento della difesa.

Ed è stato pure giusto dare, con emendamento bipartisan, continuità istituzionale, nella fase di transizione tra l'inizio della nuova legislatura e la formazione del nuovo governo, a un organismo parlamentare come il Comitato per la sicurezza della Repubblica, chiamato a svolgere compiti sempre più incisivi e in questa fase particolarmente importanti.

Ma, in conclusione e per restare in argomento, non possiamo né vogliamo esimerci dal commentare le notizie provenienti dagli Stati Uniti sui presunti finanziamenti della Russia di Putin a non meglio, sinora, almeno pubblicamente, precisati partiti e politici in diversi e non specificati Paesi nel mondo. Oltre all'auspicio che su vicende così gravi, se dovessero riguardare anche l'Italia, sia da tutti condivisa l'esigenza di fare chiarezza, attraverso strumenti e procedure proprie, alcune cose sono certe.

È certo che la Russia di Putin ha avuto e ha interesse a dividere l'Europa e l'Occidente, è certo che la Russia utilizza le forniture energetiche e gli scambi commerciali come fattore di potenza, è certo che la Russia punta ad influenzare le opinioni pubbliche ed i processi democratici per determinare le scelte dei partiti e dei governi, anche attraverso la fabbricazione e la diffusione di false notizie e di false narrazioni. Non sono dunque solo i soldi, i benefit, i viaggi, gli incarichi, gli affari, dalla Russia e con la Russia, quelli che bisogna cercare ma certo vanno cercati anche quelli.

E partiti, aziende, politici, che si sono prestati, direttamente e indirettamente, più o meno consapevolmente, a fare il gioco di Putin, cercando di allontanarci dall'Europa, dagli Stati Uniti, dalla NATO, sono stati e sono davvero tanti in Italia!